Gli adolescenti britannici tra gli 11 e i 18 anni consumano 77 litri di bevande zuccherate l’anno, quanto basta per riempire quasi una vasca da bagno. I bambini tra i quattro e 10 anni ne consumano poco meno della metà: 110 lattine l’anno, contro le 234 degli adolescenti. Adulti e bambini consumano il doppio della quantità massima raccomandata di zuccheri aggiunti e tra gli 11 e i 18 ne consumato il triplo, con le bevande zuccherate che risultano essere la fonte principale.
Sono i dati diffusi da Cancer Reasearch UK, sulla base dei dati della National Diet and Nutrition Survey, che sottolinea anche come i bambini obesi abbiano una probabilità di esserlo anche da adulti cinque volte maggiore rispetto ai loro coetanei non obesi, con conseguenti maggiori rischi di cancro e altre malattie. Un recente rapporto del Cancer Research UK indica che una tassa di 20 penny per ogni litro di bevanda zuccherata potrebbe prevenire 3,7 milioni di casi di obesità nel prossimo decennio.
La scorsa primavera, l’allora Ministro delle Finanze britannico, George Osborne, ha annunciato che dal 2018 entrerà in vigore una tassa sulle bibite con troppo zucchero, che avrà due fasce: una per le bibite contenenti più di 5 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri e l’altra per le bibite con più di 8 grammi di zucchero per ogni 100 millilitri. I succhi di frutta naturali, le bibite a base di latte e i piccoli produttori saranno esenti dalla tassa.
L’imposta graverà sulle aziende, in base al volume di bibite zuccherate che producono o importano, e spetterà a loro decidere se scaricarla sui consumatori, aumentando il prezzo delle bibite. Quindi, la strategia del governo britannico non è quella di dissuadere l’acquisto delle bibite zuccherate da parte dei cittadini, aumentandone il prezzo, ma di spingere le aziende produttrici, attraverso la leva fiscale, a ridurne il contenuto di zucchero.
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