![](https://ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2016/08/stampante-3d.png)
A Londra ha debuttato FoodInk, il primo ristorante al mondo in cui tutto, dall’arredamento alle vettovaglie e al cibo è realizzato con stampanti 3D. FoodInk farà un tour mondiale di cene 3D itineranti e a ottobre sarà a Roma.
Con le stampanti 3D, il cibo impastato viene spremuto da una specie di imbuto con un ago, come si fa con la glassatura sulla torta, formando disegni decisi al computer.
![stampante 3d polpo Londra FoodInk](https://www.ilfattoalimentare.it/wp-content/uploads/2016/08/stampante-3d-polpo-300x214.png)
Come spiega in questo video di RepTv Antony Dobrzensky, uno dei due fondatori di FoodInk, per dare al cibo una struttura, una densità e una stabilità, vengono aggiunti ingredienti della gastronomia molecolare come l’Agar Agar, un gelificante naturale ricavato da alghe rosse molto noto in Giappone, o l’Algi, un particolare sodio.
L’evento di lancio londinese ha visto tre cene in tre giorni, riservate a un pubblico selezionato e curate da due chef del ristorante spagnolo La Boscana: Mateu Blanch e Joel Castanye. Piatti e bicchieri in porcellana di FoodInk sono stati realizzati dalla ditta italiana Wasp, sempre utilizzando una stampante 3D.
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Sapete di dirmi di più a proposito di questo Algi? È il nome commerciale di un prodotto a base di alginato di sodio o è qualcosa di innovativo?