Abbiamo ricevuto quasi contemporaneamente le segnalazioni di due lettrici che si lamentavano di un’etichettatura alquanto ambigua sull’origine delle ciliegie che avevano acquistato. In entrambi i casi si tratta di duroni varietà Napolyon confezionati dalla ditta Giacovelli srl di Bari.
La prima confezione, una scatola di cartone da chilo, è stata acquistata da Ilaria in un punto vendita Esselunga, che così ci scrive: “Il mio dubbio riguarda delle ciliegie acquistate guardando puramente la scatola, sulla quale c’è scritto prodotto 100% italiano. Oggi però leggendo l’etichetta ci siamo accorti che provengono dalla Turchia. È una cosa che si può fare?” (vedi foto sotto)
Di seguito la risposta di Esselunga:
Sul cartello in negozio, posto in corrispondenza del prodotto, e sul cartoncino è indicata chiaramente l’origine Turchia. L’imballaggio prodotto in Puglia, e utilizzato per i duroni italiani, è stato usato anche per i duroni turchi ma debitamente coperto con etichette adesive. Esselunga è in ogni caso disposta a esibire i documenti legali attestanti l’origine turca del prodotto.
Relazioni esterne Esselunga
Il secondo pacco di ciliegie era in vendita presso un supermercato Simply di Milano e nonostante si trattasse di un’altra confezione (scatola di plastica per 300 grammi di prodotto), presentava le medesime criticità (vedi foto sotto).
Di seguito la risposta di Simply.
Confermiamo che la confezione del prodotto segnalato presenta una non conformità per un errore del fornitore che, una volta terminata la disponibilità della produzione nazionale, ha attivato l’importazione dalla Turchia senza però sostituire l’imballo. In questi casi, legalmente fa fede l’etichetta applicata sulla confezione, ma non appena rilevato il problema siamo intervenuti sospendendo il prodotto in attesa dei nuovi imballi. Purtroppo, nella fase di sostituzione può essere rimasto qualche residuo su alcuni punti di vendita. Scusandoci per il disagio, porgiamo cordiali saluti.
Relazioni Esterne Simply
© Riproduzione riservata
Le donazioni si possono fare:
* Con Carta di credito (attraverso PayPal): clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare
Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
secondo me è colpa del consumatore che vuole le ciliegie a luglio.
in piena stagione non ci sono dubbi sulla provenienza e lo scrivono bello grosso che sono italiane ( verona, vignola, campane ecc.) finita la stagione è sufficiente non comprarle più anche se presenti al supermercato.
giusto !!!
A luglio ci sono le trentine.Eccezionali,ma prodotto di nicchia.
Purtroppo chi rivende- dettaglio tradizionale e anche grande distribuzione- gioca spesso sull’ambiguità e sulle omissioni. Caso classico: “vantare” l’origine ITALIA solo per quella frutta e verdura che effettivamente lo è, ma nascondendo le informazioni dell’origine (pure obbligatorie) per prodotti non italiani.
Finchè il gioco lo fa il negoziante furbetto, risulta antipatica ma in qualche modo prevedibile. Non è invece assolutamente ammissibile che lo facciano grandi nomi della distribuzione, in modo sistematico e premeditato. Esempi comuni: arance, limoni, aglio, pesche-nettarine, e un numero crescente di referenze anche in ragione del deteriorarsi della bilancia commerciale italiana. Salvo poi immacolarsi in linee dedicate del biologico o del DOP-IGP
Mia moglie ha comprato ciliegie turche credendole italiane, all’Esselunga. Oltre a fare attenzione all’etichetta bastava osservare il picciolo,scuro e rinsecchito per capire che qualcosa non andava.Per quanto mi riguarda è finita l’epoca del supermercato di fiducia per il fresco,ed è iniziata quella di controllare quel che vogliono venderti. Ci sono prodotti di cui non paghiamo il lavoro fatto per produrli, ma il carburante per trasportarli.Bio compresi.
Che ci siano consumatori che credono che le ciliege continuino a maturare sugli alberi per tutta l’estate passi ma che una rivista pubblichi pindarici svolazzanti comunicati aziendali suggeriti dai propri uffici legali: mi dice che c’è ancora troppa strada da fare sulla via dei diritti dei consumatori
Di fronte ad un problema è quantomeno opportuno e sentire il parere della persona interessata o ell’azienda . Questo cosa c’entra con i diritti dei consumatori?
la risposta di Esselunga “fà sorridere” ,è in possesso dei documenti legali che attestano l’origine turca?
BENE , “prenda la responsabilità” di quanto è scritto sulla confezione anzichè rispondere in burocratese
lo stesso burocratese PREVEDE responsabilità e consente azioni legali ..!!
avrei voluto trovarla io quella confezione …. altro che comunicato PINDARICO….
x Federico …abbi pazienza , una volta camminavo con un foglio riepilogativo di tutti i prodotti in base alla stagione visto che ..non sono cosi bravo a ricordarli …. se li vedo in commercio posso anche sbagliare …
x La Pira
il diritto del consumatore sta nel non essere frodato in maniera “depistante”
ma perchè lei ritiene “congrua” quella confezione + retroetichetta + documenti ufficiali?
avrebbe potuto ingannare chiunque… magari si è trattato di un errore
L’etichetta che fa fede, che in entrambi i casi è ineccepibile e completa, come veritiera, è quella LEGALE dove compaiono TUTTI i dati utili destinati al consumatore, che dovrebbe essere in grado di leggerla e valutarla. Il “disguido”, dovuto al confezionatore rimasto senza imballaggi e che avrebbe magari dovuto pagare una penale alla GDO per mancata consegna, non è poi così grave anche se riprovevole, tant’è vero che la GDO è intervenuta a correzione dell’equivoco. Non mi sembra un caso di imbroglio nei confronti del consumatore.
e no…. “il disguido” deve essere pagato anche al consumatore che viene tratto in inganno (anche se non voluto) non ho detto che è stato fatto di proposito …..di solito “chi sbaglia paga”
non vorrei sembrare inflessibile …….magari “per questa volta passa” ……ma non credo che si debba tutelare solo chi ha sbagliato ad etichettare …. e mi scusi se mi permetto di tutelare i miei interessi di consumatore ….
Sinceramente mi stupisce la risposta di Esselunga, mi delude!!! La provenienza non è assolutamente stata coperta da etichettatura, lateralmente si vede chiaramente la scritta prodotto italiano. Simply quanto meno si scusa e ammette l’errore
Vorrei difendere Esselunga . L’ origine dei prodotti e’ sempre molto chiara sull’ etichetta . Sulla scatola c’e’ il tricolore ? Ormai siamo abbastanza ‘scafati’ per andare oltre la veste grafica degli imballi. Vorrei aggiungere che quest’ anno la fornitura delle ciliegie e’ stata eccezionale , prima con le italiane , pugliesi e non , poi con le greche e le turche . Ed a prezzi accessibili .