È difficile cooperare all’interno dell’Unione europea nell’ambito delle frodi agroalimentari. A denunciare queste difficoltà è il comandante dei Nas in riferimento a recenti scandali internazionali, come la scoperta di carne equina proveniente da macellazione clandestina nei preparati a base di carne, e i frutti di bosco congelati contaminati da Epatite A. Questi problemi sono dovuti al fatto che molti Stati non hanno reparti di polizia specializzati nel settore delle frodi alimentari e l’attività di controllo è di competenza di autorità nazionali di carattere amministrativo sprovviste di poteri investigativi, limitando la loro azione ad azioni ispettive di tipo burocratico-amministrativo.
La denuncia è emersa nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul fenomeno delle frodi agroalimentari: la commissione agricoltura del Senato ha ascoltato il comandante dei Nas, generale Claudio Vincelli, che ha portato un documento in cui vengono affrontati i vari problemi. A volte diventa complicato interagire e scambiarsi informazioni sulle indagini in corso perché “molte delle emergenze sanitarie nel settore alimentare sono state causate da comportamenti fraudolenti posti in essere da addetti al settore con o senza l’apporto di gruppi criminali presenti in vari Stati con interessi transnazionali, facendo assumere ai comportamenti illeciti valenza internazionale”.
Quando la collaborazione internazionale è stata possibile, alcuni risultati si sono visti, come nel 2014-2015, con l’operazione “Moet & Chandon”, a cui hanno collaborato diverse forze di polizia ed esperti enologi italiani e francesi. La sinergia ha permesso di ricostruire la filiera illegale in Italia e il meccanismo di commercializzazione in vari paesi stranieri di bottiglie di champagne contraffatte. Nel 2013-2014, l’operazione “Oxigen fish”, condotta congiuntamente dai Nas e dalla Guardia Civil spagnola, con il supporto dell’Interpol, ha permesso di sgominare un’organizzazione criminale internazionale dedita al traffico di pesce congelato, successivamente trattato con additivi chimici illegali e quindi venduto come “fresco”. Infine, la recente operazione “Spremuta d’oro” ha permesso di ricostruire, insieme alla polizia tedesca e a Europol, una filiera illegale di distribuzione di olio di semi contenente clorofilla e betacarotene, falsamente etichettato come extra vergine di oliva e destinato a ristoranti italiani in Germania.
il documento citato non è raggiungibile
Questa coordinazione a livello europeo non dovrebbe essere compito dell’esecutivo della Commissione Europea?
La collaborazione non può essere lasciata alla buona volontà ed iniziativa dei singoli nuclei nazionali, quando e se ci sono, ma gestiti e controllati dall’esecutivo della Comunità.
Perché l’EFSA non ha compiti e poteri per coordinare tali attività, visto che si occupa di qualità e frodi alimentari?
Anche in questo caso manca una visione comunitaria delle attività di tutela e sostegno delle popolazioni europee e ci si limita a normare teoricamente, fare consulenze tecniche, trattati burocratici ed altri bizantinismi, senza influire positivamente sull’armonizzazione delle attività comunitarie.
Gentile Roberto, provi adesso.