Nei ristoranti, mense e sushi bar di Bruxelles, il 30% del pesce servito non corrisponde a quello ordinato. Lo rivela una ricerca condotta dall’Università Cattolica di Lovanio per conto dell’ong Oceana, durante la quale è stato analizzato il DNA di oltre 280 esemplari di pesce raccolti in 150 locali, compresi quelli delle sedi istituzionali Ue. La causa principale della frode ai danni del consumatore è di tipo economico. Le specie più care, come merluzzo o sogliola, vendute a 30-40 euro al piatto, possono essere sostituite con il più economico pangasio, proveniente da allevamenti ittici.
La frode più ricorrente riguarda il tonno rosso, che nel 95% dei casi è stato sostituito con tonno obeso o tonno pinna gialla, due specie economiche di tonno tropicale. Nel 13% dei casi il merluzzo è stato sostituito con sette tipi diversi di specie, nella maggior parte dei casi pangasio o merluzzo carbonaro. Nell’11% dei casi la sogliola comune è stata sostituita con altre specie di pesci piatti più economiche.
La ricerca rivela che i responsabili della Ue quando pranzano nelle mense del Parlamento Europeo e della Commissione hanno il 38% di probabilità di trovare nel loro piatto un pesce diverso rispetto a quello ordinato.
Lo studio è stato condotto tra marzo e giugno di quest’anno prelevando campioni nella varie zone turistiche di Bruxelles e nel quartiere dell’Unione europea in 217 ristoranti, 42 mense Ue e 21 sushi bar.
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