Report Rai 3 a Expo: l’imbarazzante presenza di Coca-Cola, Ferrero e McDonald’s come si concilia con il tema dell’evento? La polemica di Slow Food
Report Rai 3 a Expo: l’imbarazzante presenza di Coca-Cola, Ferrero e McDonald’s come si concilia con il tema dell’evento? La polemica di Slow Food
Roberto La Pira 21 Maggio 2015Ancora una volta il programma di Rai 3 Report, condotto da Milena Gabanelli, tratterà domenica 24 maggio un tema che Il Fatto Alimentare ha seguito con particolare interesse: i padiglioni impresentabili di Expo 2015. Ne abbiamo già scritto i primi giorni di maggio segnalando l’imbarazzante presenza di tre aziende che cercano di migliorare la propria immagine attraverso l’esposizione universale di Milano. Si tratta di Coca-Cola, Ferrero e McDonald’s che hanno conquistato diversi spazi espositivi, con un esborso da noi valutato intorno a 20 milioni di euro, per mettersi in mostra e fare una grande operazione di marketing. Abbiamo chiesto dati precisi sugli investimenti ma non abbiamo avuto fortuna. La questione della compatibilità è stata posta anche da Carlo Petrini di Sloww Food, che all’interno dell’Esposizione ha uno spazio distante poche decine di metri dal padiglione di Zio Mac. In un articolo sul quotidiano La stampa del 21 maggio che descrive la vicenda si dice che McDonald’s utilizza solo materie prime made in Italy, e si elencano i nomi dei vari produttori. Si dimentica di dire che la carne è ottenuta da vacche di 5-6 anni a fine lattazione considerata di mediocre qualità. Il prezzo di questi tagli come pure la qualità è decisamente inferiore rispetto alla media e per questo motivo non viene venduta nei supermercati. La prima riflessione riguarda la necessità di ospitare sponsor così scomodi da affiancare ai padiglioni delle varie nazioni.
Perché l’amministrazione di Expo ha accettato privati con una storia alimentare caratterizzata da principi che contrastano apertamente con lo spirito dell’evento? La domanda è legittima ma nessuno ha fino ad ora risposto. Forse Ferrero, McDonald’s e Coca-Cola pensano di nutrire il pianeta con Nutella, hamburger, patatine fritte e un bicchiere di bibita zuccherata? A Rho ci sono anche aziende come San Pellegrino, Perugina, Algida, Lindt, Illy con i loro prodotti ma c’è una differenza sostanziale. Ferrero, McDonald’s e Coca-Cola nelle loro pubblicità propongono modelli e stili di consumo in aperto contrasto con quanto consigliato dai nutrizionisti e che favorisce la diseducazione alimentare. Le loro campagne pubblicitarie e gli spot in tv e in rete incidono sul comportamento a tavola dei giovani e dei bambini, con effetti sin troppo evidenti. Si tratta di un atteggiamento che va avanti da anni , considerando i diversi episodi di censura ricevuti dalle autorità di controllo della pubblicità.
Coca Cola per due anni ha realizzato messaggi promozionali invitando le mamme a dare ai loro bambini la bibita zuccherata durante i pasti! Adesso continua posizionando la bottiglia al centro di tavole imbandite familiari. A Expo la multinazionale propone una mostra fotografica e una pista da ballo dove ci si dimena battendo i tacchi sul pavimento per attivare un mega schermo che riprende i ballerini! Il messaggio è chiaro per nutrire il pianeta bisogna fare movimento dimenando il bacino.
Ferrero invita i bambini a fare colazione con un grosso biscottone chiamato Nutella B-ready composto per il 75 % di Nutella! Va detto altresì che altre pubblicità sulla crema di nocciole più amata dagli italiani consigliata come ingrediente ideale per il primo pasto del mattino sono state oggetto di attenzione dalle autorità di controllo in USA, Germania e Inghilterra. A Expo 2015 la società ha allestito un lunghissimo campo giochi per bambini denominato “Kinder sport” Oltre a questa arena sportiva Ferrero dispone di 7 totem giganti disposti lungo il percorso e di un ristorante con terrazza all’interno del padiglione di Eataly dove si mangia Pane e Nutella. Possiamo dire che l’azienda rientra nel gruppo dei padiglioni che ha complessivamente più spazi espositivi. A Eataly sarebbe bello chiedere quale criterio ha seguito per posizionare i ristoranti che ospiteranno i migliori cuochi del paese a fianco del ristorante dove si serve Nutella declinata in decine di ricette.
McDonald’s in occasione di Expo 2015 oltre che realizzare spot contro la pizza dove si vedono bambini che adorano Happy Meal, è riuscita a realizzare un’operazione di marketing incredibile ma purtroppo vera. Ha convinto l’assessore al lavoro e all’istruzione della Regione Lombardia Valentina Aprea ad inviare una lettera ai direttori delle scuole milanesi invitando gli alunni ad andare a mangiare un Happy Meal allo stand della catena di fast food a Expo. In questo modo i ragazzi riceveranno un gelato gratis, mentre gli adulti avranno uno sconto del 50%. Attenzione però, l’offerta valida solo per il mese di maggio. È troppo difficile commentare queste iniziative. Prima della Valentina Aprea anche un illuminato ministro della Repubblica aveva indossato il grembiulino di McDonald’s inneggiando alla bontà dei suoi panini.
Questi sono i fatti, questi sono i partner ufficiali della manifestazione sul cibo più importante del pianeta. Qualcuno pensa che certe scelte siano in contrasto sia con le indicazioni nutrizionali del WHO che invita a ridurre lo zucchero nella dieta, che certi marchi siano in aperto contrasto sia con le buone regole alimentari, ma serve a poco. Di fronte ai soldi cedono le barriere ideologiche, cedono i principi della sana alimentazione, si sgretolano tutti i discorsi sulla corretta educazione dei ragazzi. Il risultato è che Expo annovera tra i padiglioni dei paesi di tutto il mondo le imprese responsabili del modello alimentare che tutto il mondo cerca di contrastare. Visitate Expo, comprate il biglietto con lo sconto perché costa troppo ma non entrate in questi padiglioni non vale la pena. Il Fatto Alimentare per festeggiare l’esposizione mondiale e contribuire in qualche modo a “nutrire il pianeta” ha inviato tre esposti all’Antitrust contro i messaggi scorretti proposti nelle ultime settimane da Ferrero, Coca-Cola e McDonald’s. Vi terremo informati.
© Riproduzione riservata
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Fatto salvo che penso che l’Expo sia un circo, una fiera esclusivamente commerciale che si dà un’ipocrita patina di alti ideali… Coca Cola e Ferrero vendono prodotti inutili, fatemi dire meglio: ridondanti. Non vedo un pasto essenziale con prodotti delle due case. Invece McDonald’s vende panini ad un euro l’uno. Che sia in tema con “sfamare il mondo” mi sembra evidente: in molti paesi del mondo la gente non avrebbe i soldi per andare a mangiare in un ristorante Slow Food. Lo dice uno che da McDonald’s ha mangiato solo due volte in vita sua, e non per scelta. Ma perché fortunatamente può permettersi di spendere un po’ di più.
McDonald’s vende un pacchetto composto da hamburger, patatine e Coca Cola, questo è il problema.
Sì, ma non credo che obblighino a comprare solo quello, no? Posso andare da McDonald’s e chiedere un panino con un bicchiere d’acqua? Allora, invece di fare le liste di proscrizione, concentriamoci sull’educazione alimentare in modo che la gente sia in grado di scegliere. Se uno si documenta sulle caratteristiche caloriche eccetera dei prodotti, dovrebbe sapere quanto “vale” un panino di McDonald’s e integrarlo in una dieta ragionevole. A me la Coca Cola non piace, così come praticamente tutti i prodotti della Ferrero… ma se uno ogni tanto li vuole consumare, stesso discorso. Poi, è chiaro che McDonald’s fa pubblicità per vendere il più possibile i propri prodotti. Ma lo fanno anche gli altri. Poco tempo fa si parlava di pizzerie. Nonostante non ci siano paragoni per me tra una pizza e un cheese-burger, non credo che se mi metto a mangiare esclusivamente pizza per due mesi di seguito alla fine va tutto bene…
Sulla scuola ha ragione, ma stendo un pietoso velo: è ormai una baldracca aperta alle colonizzazioni commerciali ed ideologiche di tutti i tipi, visto che i bambini sono vittime facili. Però è in gran parte colpa dei genitori che si disinteressano e delegano troppo.
Lei non considera che buona parte dell’informazione che arriva ai consumatori non proviene dalla lettura delle etichette dagli articoli illuminati, dai genitori … ma dalla pubblicità e dal marketing delle aziende. In ogni caso può anche andare da McDonald’s e ordinare un bicchiere di acqua !
Nutrire il pianeta con spazzatura ottenuta deforestando per far posto a pascoli imponendo monoculture per abbattere e controllare i prezzi impoverendo il prossimo, questo è nutrire gli amici degli amici attraverso i vari scandali che si sono susseguiti.
forse qualc’uno non riesce a capire (ne dubito)o fa parte degli amici che sono stati nutriti dall’expo’?
Onestamente non so dire se mi infastidiscono di più i moralisti, o quelli che ripetono tesi a pappagallo, o quelli che, a causa della scarsità degli argomenti, insinuano la disonestà dell’interlocutore, o quelli che vedono sempre buoni e cattivi in modo netto.
caro dott.fabrizio a proposito di buoni e cattivi se rilegge il suo primo post troverà quello che ha scritto qui sotto sui buoni e cattivi(il mondo non è fatto di solo slow e fast food).
per gli altri fastidi deve avere pazienza non tutti possono essere dotati della sua cultura e preparazione.
@Rino Non mi metta in bocca cose che non ho detto: non mi ritengo più preparato di altri. In questo forum sono semplicemente un consumatore. È lei che sostiene di “dubitare” che gli altri non capiscano, per cui conclude che sono tutti “amici degli amici”. Forse è il caso che rilegga quello che scrive, prima di postare.
Lo considero, e lei non sa quanto detesti i pubblicitari! Io non sto dicendo che non bisogna reagire, né sto criticando totalmente questo articolo. Sto dicendo che bisogna reagire in modo mirato. E si critichi pesantemente la pubblicità ingannevole, questo però con Expo non c’entra niente.
Be certo, invece con i formaggi di slof food, i pasti di eataly e i vini italiani tanto osannati si sfamerà il mondo…la loro presenza deve esserci come quella di mc donald ad co, per un semplice motivo, sono realtà che portano con se la produzione di alimenti e un metodo, una filosofia. A differenza di quello che lei crede, direttore, anche mc donald può dare il via all’idea di qualcuno, può essere di spunto per i passanti. Spunto per creare qualcosa, per arricchire le proprie conoscenza, per decidere cosa non fare e cosa fare, per lanciare il proprio prodotto. Questo è il bello di expo, che ogni realtà ha la sua cosa da dire e può essere d’aiuto.
Lei ha una visione forse troppo idilliaca. Io trovo che sia invece un modo scorretto di mettersi in mostra sfruttando un evento internazionale.
Potete citare la fonte che attesta, una volta per sempre, la fonte secondo cui il MC utilizza carne di vacca di fine carriera? Non voi, la fonte. Ovviamente ho mangiato solo pollo le rare volte che sono andato al MC . E se mai la usasse, non la cita apertamente perche, come detto da voi, la legge italiana prevede una sola categoria per il bovino adulto…
Noi siamo la fonte! In genere passiamo come attendibili. In ogni caso quando ho iniziato a scrivere questa cosa 5 anni fa mi ero documentato e nessuno ha mai smentito il concetto. Ricordo di aver parlato anche con l’agenzia di pubbliche relazione di Mcdonald’s e di avere scritto anche all’azienda e non mi hanno mai contestato nulla. Poi c’è anche una visita che ho fatto nel macello di Cremonini dove si macellavano e si macellano ancora questi animali. Credo che le credenziali possano bastare .
Intanto Mac Donald tra due anni costringerà tutti i suoi fornitori a non usare antibiotici per il benessere animale che siano utilizzati anche per gli uomini diminuendo così il problema dell’antibiotico resistenza. Mac Donald e Coca Cola hanno prodotti a basso contenuto di zuccheri, molto meno di quelli che trova in una mela. Come vede fanno presto a mettersi in “regola”. Se si continua così con questi messaggi salutistici saremo invasi da prodotti “artificiali” a scapito di quelli naturali. E lei La Pira lo sa bene visto che ha fatto una campagna sacrosanta contro le etichette a semaforo.
Questo suo astio nei confronti delle multinazionali (tranne Slow Food che è multinazionale anche lei) sa veramente di vetero sessantottismo.
Lei si sbaglia io sono favorevole alle etichette a semaforo. Nestlè e Slow Food la stessa cosa!
Abbia pazienza, La Pira… favorevole alle etichette a semaforo? Proprio dopo aver criticato le presenze commerciali ad Expo? Finiranno allo stesso modo: come tutte le iniziative strombazzate come buone e giuste, che però sono guidate dal pecunio. Chi garantisce l’etica di chi mette i semafori? Per favore… Due cose dobbiamo fare: esigere una puntuale indicazione degli ingredienti – cosa oggettivamente verificabile – e operare in modo che i consumatori usino il cervello per scegliere. Se gli dà il semaforo non useranno il cervello, useranno solo gli occhi.
Ci sono soluzioni interessanti in Francia e secondo me è un discorso da approfondire non da cestinare.
Certo che trovare un articolo su questo sito (come su quelli degli amici Farinetti, slowfood, coop e compagnia bella) che non trasudi ideologia pura ed atteggiamenti da commissario politico è veramente impossibile!
Commissario politico !
Mi chiedevo appunto se ci fossero gli estremi per una segnalazione all’antitrust
soprattutto in merito allo spot in cui si fa il paragone con la pizza
Avevo di proposito chiesto un “intervento” ad altro consumo (al momento sono ancora associato) in quanto penso che tale messaggio pubblicitario leda alcune norme previste dal Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale in materia di pubblicità con e per i bambini
eppure mi hanno “liquidato” dicendo che tali spot non violano nessuna legge , lasciandomi a bocca aperta ..
fanno tante battaglie per consumi eco/etico sostenibili, alimentazione sana e corretta ……e quella pubblicità è tutta regolare??
Noi abbiamo inviato una richiesta di censura all’Antitrust e aspettiamo una risposta