Bere acqua minerale per ridurre la quantità di sodio assunta ogni giorno è un’illusione

Bere un litro di acqua minerale Lete al giorno fa risparmiare da 45 a 130 mg di sodio rispetto alle altre acque citate nella pubblicità comparativa che appare in questi giorni su alcuni quotidiani. In altre parole si tratta di una riduzione di circa il 1,2 % sul sodio totale assunto in una giornata dall’italiano medio. Qualcuno può dire che è sempre qualcosa non sapendo che lo stesso effetto si può ottenere mangiano un pezzettino di pane in meno oppure bevendo l’acqua del proprio rubinetto che però non ha le bollicine.

 

Le pubblicità comparative delle acque minerali che focalizzano  l’attenzione dei consumatori sulla scarsa presenza di sodio sono molto efficaci, ma  illudono le persone e raccontano quasi una favola. Si tratta di messaggi che lasciano immaginare grandi risultati senza fare grandi sforzi a tavola e senza cambiare abitudini alimentari! Il testo  è probabilmente corretto, ma chi ha un minimo di cognizioni scientifiche e nutrizionali sa che assumere meno sodio in queste quantità praticamente  non serve.

 acqua minerale

La pubblicità comparativa come quella apparsa  ieri a tutta pagina sul quotidiano Repubblica,  confronta il contenuto di sodio di cinque acque effervescenti naturali (Lete, Uliveto, Ferrarelle, Santagata e Gaudianello). La tabella evidenzia lo scarso contenuto di sodio dell’acqua Lete (5 milligrammi per litro), rispetto alle altre bottiglie che ne contengono da 4 a 26 volte di più (da 49 a 133 milligrammi).

L’altro elemento che balza all’occhio è che Lete risulta l’unica acqua “indicata per le diete povere di sodio”. Dopo avere guardato la pubblicità e confrontato i valori sulla tabella, il consumatore con problemi di pressione quando va al supermercato sceglie senza esitazioni Lete. Il messaggio pur proponendo valori corretti, trae facilmente in inganno il lettore  poco avvezzo a districarsi con i numeri, soprattutto quando sono espressi in milligrammi e sono riferiti a sali minerali.

La pubblicità non dice che il sodio è regolarmente presente nel pasto quotidiano in quantità superiori. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione ogni italiano assume mediamente 4 g o se preferite 4.000 mg di sodio al giorno, che dovrebbero essere dimezzati. A questo punto basta rileggere la tabella della pubblicità, per rendersi conto che i milligrammi contenuti nelle acque minerali hanno un’incidenza del tutto irrilevante.
  Ridurre il sodio aggiunto negli alimenti è un giusto obiettivo, ma per ottenere questo risultato occorre limitare l’impiego di sale da cucina e, soprattutto, mangiare cibi poco salati, mentre incide poco la scelta  dell’acqua minerale piuttosto che un’altra. L’80% dell’assunzione di sale e di sodio, arriva dai i cibi pronti, dai prodotti a base di cereali e da molti alimenti industriali in cui il sale è usato come conservante o per dare maggior palatabilità, la rimanente quota proviene dal sale aggiunto a tavola e in misura minima all’acqua.
Bere ogni giorno acqua Lete o una delle altre acque minerali citate nella pubblicità come pure le altre acqua minerali povere di sodio consente di risparmiare una quota ridicola di sodio. Questo aspetto però non viene detto . Se le cose stanno così vale  davvero la pena bere acqua minerale? Io a Milano bevo l’acqua del rubinetto che contiene solo 15,7 mg di sodio per litro, un valore che fa concorrenza all’acqua Lete.  Anche a Torino e in tutta l’area metropolitana il valore è inferiore a 20 mg per litro e spesso inferiore al valore di Lete, cercando in rete è facile scoprire che l’acqua del rubinetto di casa è povera di sodio.
Il Fatto Alimentare non accetta pubblicità di acque minerali, perché ritiene inutile nella maggior parte dei casi bere acqua in bottiglia, soprattutto in Italia dove  i cittadini detengono il record dei consumi che fino a poco tempo fa superavano i 10 miliardi di litri l’anno.
Roberto La Pira

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Paoblog
29 Settembre 2014 07:49

A Corbetta (MI) il valore del Sodio dichiarato da Amiacque è di 4 – 5 mg/litro, per cui pari se non inferiore a quello dichiarato da Lete. Infatti noi a casa da alcuni anni beviamo acqua da rubinetto.
*
Si risparmia in soldi, certo, ma si generano anche meno rifiuti. Vero che la plastica si ricicla, ma resta sempre uno spreco.
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Suggerisco la visione dei dvd “-100 chili” e “Trashed”
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Info su -100 Chili: http://paoblog.net/2014/01/17/e-arrivato-il-dvd-di-100-chili-e/
Info su Trashed: http://paoblog.net/2013/08/20/ambiente-173/

Anna
Anna
29 Settembre 2014 11:02

Berrei volentieri l’acqua del rubinetto, ma la mia ha un gusto di cloro insopportabile, avete suggerimenti per ovviare al problema?

Valeria Nardi
Reply to  Anna
29 Settembre 2014 11:57

Basta riempire una caraffa di vetro con l’acqua di rubinetto e lasciarla riposare alcuni minuti, in questo modo migliorerà odore e sapore.

fabio
fabio
29 Settembre 2014 18:24

Certo che bisognerebbe bere l’acqua di rubinetto, ma perché nessuno dice mai che la gestione degli acquedotti è a dir poco pessima?
Non solo siamo costretti a togliere il saporaccio aspettando almeno mezz’ora, ma vorrei sapere quanta acqua viene BUTTATA dalle condutture!
Perché non vedo battaglie contro le lobby degli acquedotti mal gestiti? Solo perché la gente non li conosce ed è più facile prendersela con le grandi marche?!
Secondo me il Fatto dovrebbe affrontare la questione nella sua interezza anziché santificare gli acquedotti!!!

Paoblog
2 Ottobre 2014 11:54

In milanese si dice “Ogni ofelè al fa el so mestè” ovvero “Pasticciere, fa’ il tuo mestiere”un’esortazione a fare quello che rientra nelle tue competenze.
*
Dal mio punto di vista l’approfondimento sull’efficienza degli acquedotti esula dalla competenze specifiche de Il Fatto Alimentare che sicuramente potrà esprimere opinioni in merito, come ognuno di noi, ma non si può trattare in maniera approfondita ogni singolo aspetto di ogni argomento.
*
Scrivere tutto di tutti, comporta uno spreco di risorse che penalizzerebbe per primi i lettori che traggono da questo sito informazioni importatnti, taciute o trascurate dall’informazione classica.
*
Ci sono siti/Blog a carattere ambientale che dedicano spazio all’argomento; inutile sovrapporsi al loro lavoro.
*
Vero è che l’approfondimento dell’argomento è alla portata di ognuno di noi. Si apre un Blog tematico, si investe tempo e qualche risorsa e si contribuisce a fare Informazione.

fabio
fabio
Reply to  Paoblog
6 Ottobre 2014 11:38

Ciao Paoblog,

grazie per …l’incentivo ad aprire un blog! Questo suggerimento lo condivido e prima o poi lo seguirò perché sono sempre più stufo di vedere argomenti affrontati in modo superficiale o prezzolato, e dico questo a supporto del Fatto che finora si è dimostrato uno dei siti più dotati di senso critico costruttivo, tra quelli che leggo.

Condivido anche il proverbio, ma non la sua applicazione in questo caso: non sono un professionista e -proprio in questo caso- il mio “mestiere” è solo quello del fruitore di un sito e ritengo che invece sia giusto avere la possibilità di suggerire un approfondimento!

Ti dirò di più: sempre secondo me, per il fatto trattare il tema degli acquedotti è fondamentale, non per motivi “ambientali”, ma proprio per i motivi (di sicurezza, salute, analisi, nutrizione,…) citati nella pagina “chi siamo”.

E d’altronde non sono il primo a parlarne! Se fai anche tu una ricerca “acquedotti” sul motore interno scoprirai che ci sono articoli, fin dal 2010.

Spero quindi che il mio suggerimento (e non il tuo!!!) sia stato ben accolto dalla redazione… sempre che tu non ne faccia parte: ti confesso che da come scrivi sembri l’ufficio legale del fatto!

oh… e se magari sono riuscito a convincerti, forse devi cambiare pasticciere… 🙂

Fabio

Giuseppe P.
Giuseppe P.
7 Ottobre 2014 12:08

A parte che la pubblicità ci martella solo per il sodio, io se devo comprare un’acqua minerale in bottiglia (la compro solo se ho ospiti a casa che so che bevono solo quella e quella superfrizzante… con tanta anidride carbonica aggiunta, contenti loro…) guardo anche agli altri minerali e ioni presenti: in particolare guardo al contenuto di solfati e nitrati, al contenuto in ioni calcio (e scelgo quelle che ne contengono di più, che il calcio fa bene alle ossa).
Ovviamente ogni acqua è in regola ma chi bada più al tipo di acqua per un consumo adatto al proprio organismo se oligominerale o solo minerale o qualcos’altro? Tanto vale – e si risparmia – bere l’acqua del sindaco!

Elisa
Elisa
7 Ottobre 2014 14:21

Sarei contenta di bere l acqua del rubinetto se:
1) avessi la sicurezza che le condutture non perdano metalli in tracce quali rame..
2) se sappessi che gli acquedotti utilizzano filtri capaci di eliminare la quantità abnormi di XENOBIOTICI ( ormoni etc..) presenti nelle falde.
Elisa

Alessandra
Alessandra
7 Ottobre 2014 15:06

Sponsorizzare l’acqua del rubinetto pur di andare contro all’acqua Lete mi sembra davvero eccessivo.
L’acqua del rubinetto non è controllata e sicuramente non viene fatta la manutenzione necessaria.
Quando si parla di acqua non è solo il sodio che va preso in considerazione, ma tutti i minerali all’interno di questa.
In realtà basterebbe confrontare il sapore, l’odore e il colore dell’acqua che sgorga da un rubinetto a Milano con l’acqua pura ed incontaminata di una fonte di montagna.
Le differenze sono così eclatanti che dire che acqua è acqua sarebbe ridicolo e assolutamente non vero, così come affermare che bere l’una o l’altra è la stessa cosa.
Inoltre la differenza di un’acqua leggera, non come Lete, ma come altre che in Italia fortunatamente abbiamo (con residuo fisso basso, nitrati tendenti allo zero che indicano la purezza, …), è talmente evidente che basterebbe che ognuno la bevesse per un mese per non riuscire più a tornare indietro all’acqua del rubinetto.
Concordo nel fatto che la plastica inquina l’ambiente, il rubinetto sicuramente meno. Ma in Italia non esistono solo acque in plastica, anzi. Le migliori acque Italiane sono quelle imbottigliate nel vetro. Quelle sono tendenzialmente acque di montagna, pure, incontaminate e povere di minerali e quindi leggerissime.
Inoltre nella maggior parte dei casi sono vuoto a rendere e questo non può che essere, da un punto di vista ambientale, un plus.
Ma si sa, in Italia la comodità viene spesso al primo posto e se dobbiamo dirla tutta, molti preferiscono la plastica o il rubinetto perchè pesano meno e non devono gestire il discorso del reso.
Quindi se vogliamo illuderci che il rubinetto sia uguale ad un’acqua incontaminata di montagna facciamolo pure, ma a lungo andare chi beve bene avrà sicuramente un miglior beneficio di chi beve male. Perchè vale lo stesso principo che vale per il cibo: se mangi bene stai meglio.
Noi siamo ciò che mangiamo ma anche ciò che beviamo, considerando che il nostro corpo umano è fatto per il 70% di acqua!

Alessandra
Alessandra
Reply to  Alessandra
8 Ottobre 2014 14:55

Se leggi bene ho scritto che molte acque italiane in VETRO sono acque di sorgente. Chi mi ha detto che molte acque italiane in vetro sono tendenzialmetne acque di montagna? Semplice, basta informarsi. Le acque italiane in vetro più famose in commercio: Plose,Lauretana,Levico, Surgiva, Lurisia sono acque di sorgente.
Plose: monte Plose, Bressanone
Lauretana: Alpi Biellesi, 1000 metri di altitudine
Levico: catena del Lagorai, 1660 metri di altitudine
Lurisia: monte Pigna, a 1460 metri di altitudine
Porprio perchè nascono da sorgenti di montagna hanno la caratteristica di essere delle acque miminimamente mineralizzate, e quindi molto leggere. E se tu ne provassi a bere qualcuna, forse ti renderesti conto della differenza tra quelle e quella del rubinetto di Milano.

Giuseppe P.
Giuseppe P.
7 Ottobre 2014 16:16

Faccio due considerazioni banali ma non meno valide per l’aspetto scientifico.
1. i metalli e i loro isotopi persi dalle tubature: prima che si accumulino nell’organismo a una certa concentrazione e agire da catalizzatori (per esempio tumorali), possiamo morire e vivere per non so quante volte. I romani, quelli del passato intendo, avevano le tubature in piombo che si sa – oggi – correlato ad alcune malattie di demenza senile, eppure non sono stati sconfitti dopo mille anni di impero a causa di questo metallo.
2. analogo discorso vale per molecole di qualsiasi natura estranee all’organismo. Dovremmo presupporre che ci sia un Grande Fratello che ci avvelena un poco alla volta? Senza contare che già le acque di falda vengono purificate dal drenaggio naturale dell’acqua nel terreno. E le stesse acque minerali commerciali spesso attingono dalla medesima o attigua falda cui si riforniscono i consorzi idrici.
Certo se io abitassi nei paesi della Terra del Fuoco o fossi a conoscenza di avvelenamento delle falde per inquinamento e colpe dell’uomo, sari il primo a dire di non consumare acqua pubblica e di acquistare acqua in bottiglia commerciale.
Però sono dell’idea che a parte le carenze strutturali della nostra rete idrica, l’acqua del sindaco sia sicura. Del resto basterebbe informarsi presso ARPA, ASL o proprio comune per disporre dei dati analitici, per esempio da me è il Consorzio idrico di utenza che ci fornisce periodicamente i dati analitici dell’acqua di ogni comune servito.

Beatrice
Beatrice
7 Ottobre 2014 18:35

Mi dispiace ma anche io sono d’accordo con Elisa..io anche berrei l’acqua del rubinetto e così anche la mia famiglia se non fosse però così inquinata!! io vivo a Roma e non crediate che l’acqua del rubinetto sia pulita..anzi! quindi siccome tengo prima di tutto alla mia salute e a quella dei miei figli preferisco comprare l’acqua in bottiglia anche se mi costa di più, almeno sono sicura che quella viene sottoposta a maggiori controlli..quindi penso proprio che continuerò ad acquistarla perché almeno sto più tranquilla.

Beatrice

Adriana
Adriana
Reply to  Beatrice
8 Ottobre 2014 17:45

L’imbroglio del sodio è reale e voi avete fatto benissimo a evidenziarlo. Però c’è da dire che l’alternativa di bere acqua del rubinetto, purtroppo, non è realizzabile in tutte le zone.
Ad esempio, nella nostra famiglia non riusciamo proprio a berla. A monte sarebbe anche di buona qualità, se non fosse che le tubature di casa rilasciano ruggine, sabbia, perfino batteri. E non credo che il problema riguardi solo la nostra abitazione, ci sono case molto più vecchie.
Pensavamo di acquistare una macchina filtrante con la lampada UV, ma a conti fatti abbiamo visto che si spendeva come a comprare la minerale, con in più il fastidio della manutenzione (i ricambi nella nostra zona sono reperibili solo online).
Per fortuna o purtroppo, secondo i punti di vista, al supermercato troviamo dell’ottima acqua oligominerale di montagna della nostra regione e a prezzi ragionevoli.
Resta comunque il problema, non piccolo, della plastica da smaltire: è tanta! A volte, soprattutto d’estate, anche quattro o cinque bottiglie al giorno.
Perché in Italia non mettono in vendita i boccioni da cinque litri? Anzi, perché non si trova acqua nel vetro col vuoto a rendere? Non l’ho mai vista, ma se ci fosse la comprerei subito e sarei contenta di restituire i vuoti…

Alessandra
Alessandra
Reply to  Beatrice
9 Ottobre 2014 15:47

Ciao Adriana,

le bottiglie in vetro le trovi dai distributori di bevande che fanno porta a porta. Te la portano a casa e vengono anche a riprendersi i vuoti. Non so di che zona tu sia, ma a Milano funziona così. Penso anche dalle altre parti.

Ciao ciao

Beatrice
Beatrice
9 Ottobre 2014 16:44

Ciao Alessandra,
Visto che ti vedo molto preparata sull’argomento, che acqua invece consiglieresti di bere a Roma? anche in vetro a rendere..giusto per avere un opinione di qualcuno che indubbiamente ne capisce più di me..Grazie!
Beatrice

Alessandra
Alessandra
Reply to  Beatrice
13 Ottobre 2014 15:51

Ciao Beatrice,

per quello che so io, le acque da bere indicate per un uso quotidiano sono solitamente quelle minimamente mineralizzate (con residuo fisso sotto a 50 mg/l, e contenenti pochissimi minerali, tra cui il sodio che solitamente è sotto a 2 mg/l). Io conosco Plose,Lauretana,Levico,Surgiva,Lurisia, ma penso ce ne siano anche altre in commercio. A Roma penso tu possa trovarle tutte, volendo.
Mi spiace ma non saprei come aiutarti ulteriormente perchè non conosco la città e nemmeno i rivenditori.
Un saluto!

Adriana
Adriana
9 Ottobre 2014 17:09

Eh, mi sono informata ma da me non lo fanno. Non dappertutto le cose funzionano come a Milano o nelle grandi città. Magari…Anche la distribuzione dei surgelati di qualità o dell’ortofrutta bio sono inesistenti nella mia zona. 🙁
Ma grazie lo stesso per l’attenzione.