uova imballaggio

diossina nel mais OGM mais 156474033L’allerta diossina nel mais, dovuta a 26 mila tonnellate di granella contaminata arrivata il 6 marzo dall’Ucraina e utilizzata per confezionare mangimi di polli, maiali, mucche e anche animali domestici è cessata. La notizia inviata dal Ministero della salute venerdì 4 luglio a 15 associazioni di categoria non è stata diffusa alla stampa. Per essere puntigliosi anche l la notizia del sequestro è stata data dal Ministero della salute solo  dopo che Il Fatto Alimentare ha annunciato il sequestro del mais contaminato in tutta Italia.

 

carne  macello  polli 179131760Secondo il ministro Beatrice Lorenzin certe notizie è meglio non darle per evitare allarmismi inutili e, di conseguenza anche la cessata allerta diventa un evento da nascondere. Lo staff del ministro ha le idee chiare su questo tema e ripropone spesso la politica del silenzio stampa come è avvenuto per l’epidemia dei frutti di bosco surgelati, contaminati dal virus dell’epatite A. Per i frutti di bosco i cittadini sono stati avvisati con mesi di ritardo e adesso a distanza di un anno non si dice che il problema è in via di risoluzione.

In questa vicenda brilla l’atteggiamento dell’ufficio stampa di Coldiretti, che tra l’annuncio di un temporale estivo e il sequestro di un falso prosciutto made in Italy si è distratta all’arrivo delle 26 mila tonnellate di mangime per animali contaminato da diossina utilizzato nelle aziende agricole dei suoi soci.

Anche le associazioni dei produttori di polli, uova, bovini e latte e uova si sono distinte per l’assenza di dichiarazioni. L’impressione è che tutti abbiano voluto mantenere il silenzio stampa, sperando in una contaminazione poco invasiva salvando così i polli e i maiali, il latte e le uova. Per fortuna è andato tutto bene e, non avendo dato la notizia prima, diventa difficile diffonderla dopo per comunicare il cessato allarme.

 

Mais  Nel testo della nuova lettera riservata datata 4 luglio,  il direttore generale della DGSAN e la direttrice della generale DGSAF  fanno riferimento alla precedente lettera del 20 giugno 2014  e danno il via libera ai prodotti alimentari annunciano che “i 12 campioni ufficiali, facenti parte della stessa partita di mais ucraino contaminata, prelevati al fine di determinare con maggiore precisione la distribuzione di frequenza della contaminazione da diossine, hanno fornito esito conforme. Inoltre anche i campioni ufficiali di latte e di uova provenienti da animali che hanno consumato mangimi contenenti il mais ucraino nelle fasi antecedenti al blocco hanno avuto esito favorevole.”

 

Alla luce dei risultati rimangono sotto sequestro i mangimi che fanno parte della partita risultata positiva alla diossina con una quantità di mais superiore al 32 %, il pet-food nonché i mangimi per acquacoltura che contengono mais contaminato in percentuale uguale o superiore al 74 %. Sono revocate le restrizioni per latte e carne suina. Negli allevamenti dove è stato distribuito mangime contaminato in misura superiore al 50% della razione giornaliera occorre attendere 42 giorni prima della macellazione, oppure in alternativa fare analisi per dimostrare l’assenza di contaminanti. Anche negli allevamenti di polli alimentati con il mangime ucraino, i proprietari devono dimostrare che la carne è senza diossina e dopo le analisi possono procedere alla macellazione.

Roberto La Pira

© Riproduzione riservata

Foto: iStockphoto.com

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Alessia
Alessia
7 Luglio 2014 19:06

Di tutta questa vicenda nebulosa a dir poco, mi rimangono comunque due quesiti:
1. Come è possibile che i “controllori” abbiano “toppato” così magistralmente?
2. Perché dobbiamo acquistare mais ucraino?

In merito all’atteggiamento del Ministero della Salute, stenderei un manto pietoso.

Grazie per tutto

Riccardo
Riccardo
8 Luglio 2014 10:06

Le risposte, Alessia, sono semplici:
1) è possibile perchè i controllori sono troppo pochi e non possono fisicamente effettuare controlli a tappeto;
2) perchè in italia abbiamo un’inspiegabile idiosincrasia verso gli ogm e la produzione nazionale non basterebbe mai a soddisfare la domanda: quindi, non possiamo coltivarlo, ma lo importiamo bellamente.
Concordo sul manto pietoso…

Piuttosto… quando ho letto per la prima volta qui su Il fatto della vicenda, ho pensato subito che forse sarebbe stato meglio limitare il consumo di latte e sceglierlo di piccoli produttori locali (abbiamo i distributori automatici di latte, ad esempio)… poi dopo qualche giorno ho sentito per il tg regionale che proprio 2 negozi/distributori, uno nel mio paese ed uno vicino, erano fra i principali acquirenti di quelle partite di mais…

Matteo
Matteo
Reply to  Riccardo
8 Luglio 2014 12:45

Come volevasi dimostrare i prodotti a Km 0 non sono assolutamente sinonimo di qualità e soprattutto sicurezza! È più probabile il contrario. Saluti

Alessia
Alessia
Reply to  Riccardo
9 Luglio 2014 21:46

Ho deciso che diventerò breathariana, mi nutrirò di solo respiro e di energia solare…così risolverò il problema alla radice… 😀 😀