Due anni fa abbiamo chiesto a Grom, ossia a Guido Martinetti, patron della catena di gelaterie, di togliere dai punti vendita i manifesti, i depliant e le scritte su muri in cui si dice che “Grom non utilizza coloranti, aromi, conservanti e additivi chimici. Non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo mai”, ritenendola una pubblicità scorretta e ingannevole.
Grom con queste frasi si presenta ai consumatori come l’unica gelateria a non usare additivi, mettendo in cattiva luce le altre che invece li usano. La realtà è un po’ diversa perché il gelato non si può fare senza addensanti. Questo concetto lo abbiamo scritto nel maggio del 2012. Per rendersi conto di quanto erano e sono tuttora “imprecise” le dichiarazioni di Grom, bastava sfogliare i depliant esposti sui banconi dei punti vendita che recitavano: “L’unico addensante (nel gelato n.d.r.) è la nobile farina di semi di carruba in percentuale minima sul prodotto finito…”. Leggendo con attenzione la lista degli ingredienti a disposizione dei clienti e anche sul sito internet si scopriva che tra gli ingredienti ci sono anche l’acido citrico e la pectina. Si tratta di tre additivi censiti nelle norme europee rispettivamente con le sigle: E410, E330, E440, e sono gli stessi impiegati dalle migliori gelaterie artigianali. Ma se gli additivi che usa Grom sono almeno tre, perché le scritte sui muri (vedi foto sotto) dicono che “Grom non utilizza coloranti, aromi e additivi…”?
Nel novembre 2013 Martinetti ci ha prima scritto e poi telefonato, dicendo che sulla questione degli additivi, avrebbe chiesto lumi al Ministero. Secondo Martinetti la frase si giustifica perché gli additivi naturali usati nel suo gelato (E410, E330, E440) non si possono considerare alla stregua degli altri. Non sappiamo se e cosa abbia risposto il Ministero della salute a Grom, ma una cosa è certa, la teoria della differenza tra additivi naturali e sintetici, buoni e cattivi, è ridicola.
Per non perdere un altro anno e cercare di chiarire la vicenda, abbiamo inviato una segnalazione per pubblicità ingannevole all’Autorità garante della concorrenza e del mercato e all’Istituto di autodisciplina pubblicitaria.
Alcuni considerano sconveniente avanzare critiche o dubbi verso un’azienda di successo che ha reso famoso il gelato italiano nel mondo. In verità siamo di fronte a una pubblicità ingannevole e ad un comportamento scorretto nei confronti di consumatori e dei concorrenti. Grom, come tutte le altre aziende di successo che portano avanti in made in Italy nel mondo, deve rispettare le regole. Vi terremo informati.
Roberto La Pira
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza in test comparativi. Come free lance si è sempre occupato di tematiche alimentari.
Nnonostante vada da Grom quando capita l’occasione, resta il fatto che così come apprezzo la qualità, in un prodotto, tengo anche alla trasparenza della ditta che lo offre.
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E leggendo i vari articoli de Il Fatto Alimentare, devo dire che mi sembra che la trasparenza si sia persa per strada, sostituita da un marketing che ci fa acquistare un buon prodotto industriale facendoci credere che sia artigianale; si parla di pubblicità ingannevole verso il consumatore, ma come ribadito anche inq uesto articolo vedo anche della concorrenza sleale verso le altre gelaterie, molte delle quali a ben vedere saranno realmente artigianali.
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Spesso la gente scambia per accanimento verso una persona e/o marchio quello che semplicemente è un ribadire che è necessario il rispetto nei confonti del cosumatore che come tale non può far altro che fidarsi di quanto affermano le aziende.
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E’ a furia di “spostare l’attenzione sulle cose più serie”, come diceva tempo fa un lettore de Il Fatto ALimentare,che siamo arrivati al punto in cui siamo. D’altro canto che gli costa a Grom evitare di autoincensarsi con pubblicità scorrette?
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Se il suo prodotto è il migliore del mondo, lo dimostrerà facilmente sul campo, giocandosela alla pari con le altre gelaterie artigianali. Gelaterie che peraltro il gelato lo producono nel laboratorio annesso al punto vendita e non prepararla ad Orbassano, congelarla e poi distribuirla nei punti vendita. Questo è un gelato industriale, forse migliore degli altri, ma non certo artigianale.
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Continuerò ad andare da Grom, dove peraltro consumo soprattutto le granite, tuttavia questo atteggiamento commerciale non rientra nelle mie corde.
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E secondo me alla lunga la poca trasparenza non paga, soprattutto considerando che di giorno in giorno aumentano i consumatori informati e quindi consapevoli.
Grom non ha resto famoso il gelato nel mondo, per nostra fortuna. Il gelato nel mondo è stato reso famoso dagli italiani nel corso dei secoli. Comunque non è l’unica stupidaggine che asseriscono. Ad esempio quando dicono che loro non vogliono ingannare i consumatori e perciò usano pistacchio siriano invocando siccità e scarsità di produzione del siciliano è assolutamente ridicolo. Tutti i terreni dove si coltiva il pistacchio sono siccitosi e non c’è stato alcun problema di approvvigionamento di pistacchio dalla Sicilia. Il punto è che quello siriano costa un quarto (e vale quanto costa) e tuttavia il gelato si deve continuare a vendere a 20 euro al Kg per mantenere l’obsoleta catena di produzione centralizzata, con il loro marketing aggressivo e in buona parte fuorviante (per non dire altro).
Il problema vero è che la trasparenza manca all’origine. Un certo tipo di marketing scorretto ha diffuso la concezione che esistano sostanze chimiche “naturali” e buone contrapposte a quelli “sintetiche” e dannose.
Grom non ha fatto altro che cavalcare l’onda, come fanno del resto molti produttori di cibo biologico.
Non capisco una cosa: d’accordo, sono classificati come additivi; ma il fatto che siano naturali non li rende innocui? cioè il problema sta nella pubblicità, per cui dovrebbero scrivere che non utilizzano additivi sintetici ma solo naturali?
Gli additivi alle dosi di impiego per definizione non fanno male. La norma non distingue tra naturali o sintetici. Sono tutti additivi. Poi il consumatore o l’azienda può preferire coloranti naturali, addensanti naturali ecc. ma sono tutti additivi !
Mi sembra che la polemica sia fondata sul nulla e lo dimostrate voi stessi anche in questo articolo: prima riportate la frase intera corretta “Grom non utilizza coloranti, aromi, conservanti e additivi chimici.” poi quando vi fate la domanda fatidica, riportate solo una parte e mette i puntini sul resto: “Ma se gli additivi che usa Grom sono almeno tre, perché le scritte sui muri (vedi foto sotto) dicono che “Grom non utilizza coloranti, aromi e additivi…”?”
La questione sta tutta nella parola che (appunto) avete intenzionalmente tagliato: “CHIMICI”.
Loro si vantano si usare solo additivi naturali e non di origine chimica, non di non usarne affatto!
E sinceramente non mi sembra nemmeno lesivo nei confronti dei concorrenti: sarei ben felice di vedere quanti avrebbero il coraggio di dichiarare la stessa cosa, mentre invece, forti del fatto che la maggior parte della gente non ha la più pallida idea di cosa ingurgiti, è già tanto se le gelaterie espongono la lista degli ingredienti!
Gli additivi sono additivi punto e basta, il naturale oppure il chimico sono un’invenzione . Abbiamo pubblicato un posto oggi dove spieghiamo questa finta differenza http://www.ilfattoalimentare.it/grom-additivi-naturali.html
E’ vero, anche Grom usa quei tre additivi ma io credo che nel testo della pubblicità riportata, non ci sia nulla di ingannevole perchè non dice che non utilizza additivi, precisa che non utilizza “additivi chimici”; la farina di carrube è un additivo naturale, l’acido citrico e la pectina è possibile estrarli dalla frutta…la questione è vedere questi ultimi due che origine hanno.
Vincenzo abbiamo scritto oggi un articolo dove chiariamo la questione degli additivi naturali che non esistono
Grazie, concordo con l’articolo
Consentitemi di dire, unicamente da appassionato e gelatiere casalingo, nonché assirduo vostro lettore, che il vero gelato artigianale è totalmente PRIVO di addensanti e del processo di pastorizzazione. Il gelato nasce con la sola mantecatura degli ingredienti a temperatura controllata ed era un prodtto fresco a tutti gli effetti, da mangiare nell’arco di una giornata dalla produzione.
Successivamente la tecnologia, gli additivi, i semipreparati sono entrati prepotentemente nella produzione artigianale poiché permette, appunto all’artigiano (che però proprio grazie a cotanta tecnologia non lo è più poi così tanto…) di lavorare con meno fatica ed essere più produttivo.
Insomma non vorrei si distorcesse il significato e si camminasse sopra la groppa dei pochi artigiani che si ostinano a fare quel gelato che vi descrivevo, il VERO ed UNICO gelato artigianale. Ma quest’ultima è una mia personalissima opinione.
Saluti a tutti.
Allora si usavano le uova e altri ingredienti che fungevano da addensannti ed emulsionanti e c’era anche la colla di pesce