I punti vendita si attrezzano e in cambio delle bottiglie di plastica regalano buoni sconto: il guadagno è per tutti. Riciclare gli imballaggi è una necessità imprescindibile; da un lato c’è il problema economico ed etico della gestione della spazzatura e della raccolta differenziata, dall’altra le politiche ambientali che hanno posto dei vincoli ai comuni italiani ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) per ridurre la quantità di rifiuti non recuperabili. Il decreto Legislativo n° 152/2006 e la legge n. 296/2006 pongono degli obiettivi crescenti sulla percentuale di differenziazione degli scarti. In pratica la raccolta differenziata doveva raggiungere la quota minima del 35% entro il 2006 e, con incrementi graduali negli anni, arrivare fino al 65% entro il 31 dicembre 2012. Poche però sono le realtà che hanno raggiunto l’obiettivo.
In questa operazione i soggetti coinvolti sono tutti quelli presenti sul territorio: comuni, produttori, consumatori e distributori. Il consumatore diventa anche lui responsabile di un problema che non sempre può controllare. Si pensi ai doppi involucri che caratterizzano diversi prodotti e agli imballi secondari che ci portiamo a casa. Il cittadino così paradossalmente paga due volte la confezione, la prima volta con il prodotto e la seconda con lo smaltimento.
Un piccolo ma significativo contributo per invertire la rotta arriva da una gestione diversa degli imballi, in particolare delle bottiglie di plastica. Negli ultimi anni sono nati alcuni punti di raccolta che scambiano le bottiglie di plastica con buoni sconto. Spesso le macchine mangia-bottiglie si trovano nei pressi di supermercati e ipermercati.
È il caso delle Supermarpet installate dalla catena distributiva Decò. Il progetto dei supermercati campani ha visto l’inaugurazione di alcune nuove macchine pochi giorni fa. Con le ultime quattro installate nei Maxistore Decò di Ariano Irpino (AV), Grottaminarda (AV) di Airola (BN) e di Melfi (PZ) sono 8 i punti di raccolta delle bottiglie in un territorio piuttosto circoscritto. Il consumatore consegna le bottiglie e, utilizzando una card dedicata, accumula punti che vengono poi trasformati in buoni sconto spendibili nei Maxistore Decò.
L’iniziativa è resa possibile grazie alla collaborazione di Coripet, il consorzio al quale aderiscono alcuni dei maggiori produttori di acque minerali, soft drink, e riciclatori di plastica.
Ci sono altre esperienze di questo tipo in giro per l’Italia non sempre in simbiosi con un punto vendita. A Venaria Reale (To), Alessandria e Valenza (AL) dal 2009 sono attivi i contenitori Ecobank che raccolgono bottiglie di plastica vuote e lattine vuote in cambio di bonus da spendere nei punti di vendita convenzionati.
A Nichelino (To) l’ipermercato Carrefour raccoglie i vuoti a perdere con la macchina MrPet, in grado di riconoscere gli imballi con il codice a barre e l’utente attraverso una card. In questo caso ogni bottiglia vale un centesimo in punti da spendere nel supermercato.
Un altro tipo di raccoglitore di bottiglie di plastica è stato creato da Eurven; installato nel Comune di Resana, Treviso, e di Anguillara Sabazia (Roma) in cambio delle bottiglie si ricevono buoni sconto da 10-15 centesimi. Ad Anguillara Sabazia l’installazione di questa macchina rientra nel progetto “Risparmio Differenziato” ed è stata avanzata l’ipotesi di utilizzare i buoni anche per alcuni servizi comunali.
Anche a Misano Adriatico e a Ferrara le bottiglie valgono parecchio: un coupon di 15 centesimi da spendere nei luoghi convenzionati. Infine un’esperienza diversa e molto interessante è rappresentata dagli Ecopunto o botteghe del baratto, in cui è possibile scambiare materiali riciclabili con generi di prima necessità. La diffusione di questi particolari punti di vendita, anzi di scambio, è attualmente limitata alla Sicilia. Altre sperimentazioni stanno nascendo in giro per l’Italia e rappresentano un esempio pratico di green economy.
Valeria Torazza
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analisi di mercato
Anche unes a parma fa una cosa simile. Credo un centesimo ogni bottiglia riciclata
vedo l’utilizzo di queste macchine mangia-resi all’estero da diversi anni, difficile pensare a un incentivo migliore per la differenziata; mi sembra stranissimo che in italia la diffusione sia cosi’ ridotta
Ho 47 anni e ricordo bene quando ero bimbo che esisteva “tranquillamente” il “vuoto a rendere” ovvero quando comperavi bevande, o pagavi il “contenitore” oppure ne davi uno vuoto in cambio…
possibile che oggi, nell’era della “differenziata” sia tanto difficile fare una cosa che 40 anni fa era la normalità..vuoi vedere che eravamo più ecologici allora di oggi pur non essendo tanto “scienziati”???
I costi di gestione dei vuoti e il lavaggio delle bottiglie sono elevati rispetto ai vantaggi
E invece quali sono i costi di smaltimento dei rifiuti in termini di salute e di tasse sulla nettezza urbana?
Secondo me si dovrebbe rendere obbligatoria la raccolta degli
imballi in genere ad ogni supermercato, con l’incentivo( ma non 1 centesimo all’estero danno di più)la gente si abituerebbe a
differenziare tutto. I traguardi per la differenziata si dovrebbero imporre pena la decadenza del consiglio comunale,cari
amici quà se non si prendono provvedimenti drastici i rifiuti
ci sommergeranno!!