Ho comprato una bottiglia di una bevanda: dopo averne bevuto un sorso mi accorgo che ci sono delle cose che galleggiano: 4 o 5 cose nere e una bianca a forma di vermetto. Impossibile capire cosa fossero. Ho telefonato all’ASL per avere assistenza: mi hanno detto che se andavo da loro a denunciare la cosa loro avrebbero potuto analizzare altre bottiglie dello stesso lotto, ma non la mia in quanto era aperta (certo, l’avevo bevuta!).
Ho chiamato i Nas e mi hanno detto che dopo aver sporto denuncia, non seguiva necessariamente l’analisi della bevanda ingerita, ma l’analisi sarebbe stata eseguita solo se e quando il Magistrato avesse disposto il controllo! (È evidente invece che la tempestività sia di fondamentale importanza in questi casi per intervenire rapidamente ed evitare possibili rischi per la salute del malcapitato).
Quindi ho chiesto sia a loro che al personale dell’Asl dove potevo rivolgermi per un’analisi a pagamento e non me l’hanno saputo dire! Allora ho chiamato l’Istituto zooprofilattico di Portici (che ha la competenza dei controlli sugli alimenti) ma mi hanno detto che loro controllano soltanto alimenti di origine animale…! E non sapevano proprio dirmi chi avesse la competenza per controllare gli alimenti di origine non animale! Ma chi lo devo sapere? Conclusione: il consumatore non è tutelato.
P.S.: ho fatto la denuncia ai Nas che hanno sequestrato la bottiglia. Mi hanno detto che mi chiameranno se il Magistrato dispone l’effettuazione delle analisi, non prima di un mese!!!
Alessandra Masturzo
Foto: Photos.com
A me è successo di trovare della muffa in una bottiglia di succo di frutta da baco frigo.L’ho riportata al supermercato dove l’avevo acquistata Esselunga, e ho insistito perché fosse fatto un controllo sul prodotto e una segnalazione al produttore (oltre a farmi restituire i soldi) L’hanno fatto, ho anche firmato una dichiarazione e mi hanno telefonato il giorno dopo per sapere se stavo bene, e poi scritto dicendomi che avevano rimandato al fornitore la confezione contaminata segnalando il problema e chiedendo una verifica ..Mi è sembrato un comportamento serio.
anch’io consiglio di andare nel supermercato dove è stato acquistato il prodotto (peccato che la bottiglia è stata presa dai NAS). Molto spesso sulle etichette dei prodotti si trova un numero verde oppure in ogni caso tramite la ragione sociale si arriva ad un qualsiasi contatto dell’azienda distributrice o meglio produttrice che può darci la miglior risposta alla nostra segnalazione perchè magari le “cose nere” potrebbero essere dello zucchero caramellato e la “cosa bianca a forma di vermetto” potrebbe essere un pezzetto di fibra … Non sono tutti dei furbetti e molto spesso ponendo una domanda al diretto interessato si ha una risposta e magari si è anche rimborsati. E sicuramente l’azienda produttrice o distributrice ringrazia perchè potrebbe prevenire un problema. In ogni caso produttori e distributori dovrebbero lavorare per la “soddisfazione del cliente” …
Mi sembra chiaro che non possano essere disposte operazioni diverse: la bottiglia aperta potrebbe essere stata manomessa di proposito.
Sicura la consumatrice di non aver apportato lei i corpi estranei neri e bianchi, in qualsiasi modo, all’interno della confezione?
Avvertire i NAS significa far partire comunque un procedimento, almeno di verifica del sistema di gestione della sicurezza alimentare della azienda produttrice.
La signora Paola ha ragione, io spesso mi sono rivolta per casi anche simili alle aziende, mi hanno dato risposte esaustive. Spesso le aziende hanno un sistema intelligente ed efficace, così che le nostre segnalazioni servono per migliorare le loro prestazioni e quindi la nostra soddisfazione di clienti e a volte rimborsano anche con qualche omaggio.
Avevo lasciato un commento, ma evidentemente il portale se l’è mangiato! Comunque concordo con tutti. Una segnalazione diretta in azienda è molto più utile, sia per la sicurezza della collettività sia per l’azienda stessa che può individuare eventuali problemi di processo e correggerli…
A proposito di segnalazioni dirette alle aziende, in ben due frangenti mi hanno dato il benservito. La prima era una ditta di cosmetici che contattai per una reazione allergica terrificante ad un loro prodotto. Senza neanche preoccuparsi tanto, mi hanno detto di sbrigarmela da sola.
La seconda anni fa: mi ritrovai un vetro in bocca mentre mangiavo uno yogurth. Essendo in un ufficio e usando un cucchiaio usa e getta, era impossibile che io involontariamente avessi contaminato il prodotto. Ma, di fatto, fu questo quello che mi dissero al customer service, che si guardò bene dal fare controlli più accurati e mi liquidò in pochissimi minuti
L’autorità competente a cui deve rivolgersi il consumatore è l’azienda sanitaria locale che interviene per il tramite del Servizio igiene degli alimenti e della nutrizione (sian).
Ove si accertasse che si tratta effettivamente di un pericolo per la salute dei consumatori deve essere attivata l’allerta.
Cordialità.
Fabrizio de Stefani
La cosa migliore da fare in questi casi è segnalare tutto al produttore o nel caso questo non fosse chiaramente identificabile dalle informazioni in etichetta, al distributore della bevanda. La segnalazione per essere efficace deve contenere tutte le informazioni possibili: nome del prodotto ed eventuale gusto, n° di lotto e/o data di scadenza, stbilimento di produzione (di solito una lettera stampigliata a fianco del lotto o della scadenza); se possibile inoltre è sempre opportuno effettuare fotografie del problema riscontrato (ormai il cellulare con fotocamera lo hanno tutti) e non buttare via il prodotto. Una volta contattata, l’azienda potrà richiedere delle fotografie o l’invio del prodotto o del corpo estraneo ritrovato. Questa prassi viene seguita per poter identificare meglio il problema e non perché credono che il consumatore si sia inventato il problema.Per esperienza personale diretta con alcune aziende (più o meno note) è sempre meglio segnalare a loro il problema piuttosto che sporgere una denuncia che porterà forse a una sanzione ma non stabilirà la causa del problema e la possibile azione per risolverlo (che poi è la cosa fondamentale). Le aziende inoltre di solito rimborsano il consumatore con omaggi o con la sostituzione delle confezioni incriminate.
PS: ovviamente se il problema causa o rischia di causare danni alla salute rivolgersi anche alle autorità competenti (ASL) è indispensabile. Le asl se lo ritengono opportuno possono far partire un’allerta sanitaria e obbligare la ditta al ritiro del prodotto.
Le aziende serie di fronte alla possibilità concreta di un pericolo per la salute pubblica richiamano da sole il prodotto.
Diciamo che il servizio clienti di un’ azienda può essere meno sensibile di un punto vendita dove ci si reca personalmente portando con se il ” corpo del reato” . comunque anche io all’Esselunga ho dovuto insistere per ottenere un reclamo scritto. Può essere utile avvertire che si ha intenzione di rivolgersi alle autorità, alla stampa ( il quotidiano locale o, perché no, Il Fatto Alimentare) o a un’associazione per la tutela dei consumatori.
Se l’azienda è seria risponde. Il danno d’immagine che può derivare da una mancata risposta o da una risposta poco seria/professionale/cortese rischia di essere più oneroso della risposta e/o dell’invio di un rimborso. Fino ad oggi ho contattato 3 aziende (un marchio noto, un marchio distribuito anche nei discount e un marchio primo prezzo) e tutte e tre le aziende non solo hanno risposto con solerzia e serietà ma hanno anche predisposto l’invio di un omaggio o del rimborso delle spese sostenute (un dente rotto). Il corpo del reato può comunque essere anzi dovrebbe essere inviato alla ditta affinchè possa effettuare tutti i controlli del caso (soprattutto nel caso di corpi estranei non rilevabili dai metal detector).
Anni fa, trovai delle farfalline nere in una confezione di pasta Barilla. Inviai i “corpi del reato” all’azienda produttrice, indicando tutti gli estremi identificativi del prodotto. Mi telefonò subito una funzionaria della ditta e, a distanza di una decina di giorni, arrivò un “baule” di prodotti di ogni genere. Restai piacevolmente sorpresa e mangiammo di tutto per vari giorni !
Giusto, la cvosa migliore ed anche più efficace in termini di azioni correttive fornendo tutte le indicazioni necessarie in modo esatto, è contattare il produttore se ci sono state ripercussioni sulla salute è utile avvisare le ASL competenti che hanno l’obbligo di avviare accertamenti utili all’individuazione delle cause ed eventuale blocco e ritiro del prodotto. Va chiarito comunque che nei prodotti acidi , a seguito di perdita di ermeticità possono crescere muffe, ma mai microorganismi patogeni dannosi alla salute . Il campione in oggetto può essere fornito al distributore, ma in genere le aziende serie lo mandano subito a prendere a domicilio. Va detto che capita anche che qualche consumatore speculi a fronte di un banale incidente ricattando il “produttore”, ma se quello si rivolge anche alle ASL, e buona norma per il produttore di fare altrettanto, a meno di palese impreparazione di qualcuno, il “signore” viene facilmente smascherato, perché i prelievi sul punto vendita, sul lotto incriminato, non daranno esiti anomali.
Buongiorno a tutte/i.
A mio giudizio, e sono un addetto ai lavori, bisogna distinguere se il corpo estraneo e/o l’alterazione possa creare un rischio oppure un pericolo.
Nel caso di un rischio, ci si può limitare a contattare l’impresa produttrice e comunicare la tipologia del prodotto, il numero di lotto e il problema rinvenuto con annessa documentazione fotografica e quanto altro possa essere utile.
Nel caso di un pericolo, allora è obbligatorio denunciare al SIAN e anche ai NAS l’accaduto. In quanto ci può essere il “pericolo” di attentare alla salute pubblica. E il SIAN e i NAS hanno il potere, l’autorità e i protocolli per attivare in tempi rapidi un’allerta sanitaria e il blocco dei prodotti.
se si trovano corpi estranei e/o contaminanti e/o alterazioni varie ci si può rivolgere a chi è deputato a conrollare gli alimenti e cioè l’Ausl( i NAS li controllano solo sporadicamente)e precisamente:
Servizi Veterinari per gli alimenti di origine animale
SIAN (medici) per gli alimenti non di origine animale.
Per le eventuali analisi gli ispettori di questi servizii dell’Ausl si devono rivolgere obbligatoriamente agli Istituti Zooprofilattici oppure all’ARPA, a seconda delle analisi richieste.
Sic est.
La risposta della ASL è stata corretta ma forse è stata fraintesa. Per effettuare analisi su prodotti alimentari , che abbiano un valore legale, queste devono essere eseguite su più confezioni(aliquote) di prodotto integre (cioè non aperte) provenienti dalla stessa partita o lotto di produzione. Questo aspetto non esclude che la ASL possa far eseguire ai laboratori ufficiali di riferimento (Arpa e IZS) delle indagini pilota sul reperto e comunque di disporre il “campionamento legale” del lotto corrispondente al reperto per escludere rischi sulla partita del prodotto.
Presso ogni ASL esistono Strutture del Dipartimento di Prevenzione che si occupano della Sicurezza Alimentare; queste rappresentano il punto di contatto che il consumatore ha a disposizione per poter avviare la richiesta di controlli.