Padella con verdure e funghi a tocchetti su piastra a induzione, accanto a pomodori, peperoncini, cetriolo e erba cipollina

Il governatore della California, Gavin Newsom, ha posto un veto sul disegno di legge che avrebbe vietato i PFAS nelle padelle antiaderenti. Il tentativo californiano di eliminare gradualmente i cosiddetti “forever chemicals” – chiamati così proprio per la loro persistenza nell’ambiente – si è scontrato con il mondo della ristorazione: la Cookware Sustainability Alliance, un gruppo di produttori e progettisti di pentole, ha mobilitato chef famosi per opporsi alla legge, una pressione che ha determinato la decisione di Newsom. Se da una parte c’è chi sostiene l’innocuità del teflon, dall’altra c’è chi crede che il veto espresso da Newsom sia una dura battuta d’arresto nella strada per liberarsi dai PFAS.

Andria Ventura, membro del gruppo ambientalista Clean Water Action e sostenitrice del disegno di legge, crede che la scelta della California possa avere ripercussione anche in altri Stati. Essendo la California spesso presa come riferimento in materia di norme ambientali, il provvedimento del governatore potrebbe determinare la condotta di numerosi altri Stati in materia di PFAS. Ricorda Ventura che la posizione della California come quarta economia mondiale avrebbe potuto rappresentare ovunque lo slancio necessario a eliminare i PFAS dai prodotti necessari per cucinare.

Donna asiatica con grembiule da cucina e sguardo dubbioso tiene in mano una padella antiaderente e una padellina di ghisa; concept: padelle, cucina

Le norme europee

A essere messo sotto attacco è lo strato antiaderente delle padelle: il politetrafluoroetilene (PTFE). Normalmente conosciuto attraverso la sua denominazione commerciale teflon, il PTFE è stato scoperto per caso nel 1938 per poi essere prodotto dall’azienda americana DuPont che lo forniva all’esercito americano impegnato nella costruzione della bomba atomica. Come spesso accade, si riconverte una tecnologia sviluppata in campo militare a usi in ambito civile, destino che ha riguardato anche il teflon. Le sue qualità di impermeabilità, durevolezza, resistenza al calore e, soprattutto, antiaderenza ne hanno fatto uno dei materiali più utilizzati in campo casalingo e industriale. La sua pericolosità risiede nel fatto che nei processi di preparazione del prodotto finale si utilizzano i PFAS tra cui il PFOA, un tipo di PFAS collegato a cancro, malattie della tiroide, colite ulcerosa e colesterolo alto, ritenuto dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro certamente cancerogeno.

A seguito di valutazioni scientifiche effettuate dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche, il 4 luglio 2020 in Unione Europea sono entrate in vigore le restrizioni alla fabbricazione e all’immissione sul mercato di PFOA, dei suoi sali e dei suoi componenti. Il suo uso nelle padelle è stato vietato e i tegami prodotti dopo questa data sono etichettati “PFOA-free”. Ma quindi come dobbiamo comportarci in cucina per essere sicuri? Lo chiediamo ad Andrea Tapparo, docente di Chimica Ambientale all’Università di Padova.

L’etichetta “PFOA-free” ci assicura un’assoluta innocuità delle padelle antiaderenti?

No, l’etichetta ci assicura solo dell’assenza del PFOA, ma non può garantire sul fatto che gli altri PFAS presenti non siano in alcun modo nocivi.

Il PFOA è l’unico PFAS potenzialmente nocivo presente nei rivestimenti dei tegami antiaderenti?

Il PFOA, come tutti i PFAS a otto atomi di carbonio, è una sostanza molto studiata e i suoi effetti tossici sono stati a lungo indagati. Recentemente è stato classificato come cancerogeno per l’uomo e, di conseguenza, è uno dei PFAS che desta maggiore preoccupazione. Avendo molte informazioni e dati sul PFOA è normale che i provvedimenti riguardo alle restrizioni abbiano da principio riguardato questa sostanza. Detto ciò, tutti i PFAS sono caratterizzati da una persistenza prolungata nell’ambiente e nell’organismo umano, ma la loro nocività varia da sostanza a sostanza.

Le padelle antiaderenti hanno una data di scadenza?

Le padelle antiaderenti hanno una vita lunga, ma quando il loro rivestimento è manifestamente degradato si può dire con certezza che non si devono più utilizzare. Il teflon è tra i polimeri che conosciamo più resistente anche alle alte temperature anche se in alcuni casi può avvenire una degradazione chimica che porta allo sprigionamento di sostanze tossiche. In condizioni di uso normali ciò avviene di rado.

Ha senso vietare i PFAS nelle padelle?

Quello della California sarebbe stato un passo in avanti coraggioso e decisivo che anticipa quello che, a mio parere, avverrà in tempi non troppo brevi. Viste le preoccupazioni che destano i PFAS, prima o poi sarà necessario sostituirli a esclusione, magari, di alcune produzioni che li richiedono inevitabilmente. Secondo me il destino delle padelle è quello di liberarsi dai PFAS, anche perché esistono altri materiali adatti ai tegami. Non so però se sarà possibile produrre in maniera conveniente e sostenibile materiali antiaderenti senza l’uso di PFAS.

C’è però da aggiungere che il divieto senza uno studio rischia di essere miope: prima di vietare in toto, sarebbe il caso di conoscere i potenziali rischi dei vari PFAS. Per quanto riguarda il PFOA sappiamo che è cancerogeno per l’uomo e di conseguenza il suo utilizzo non deve essere consentito, ma per quanto riguarda gli altri è necessario avere i dati alla mano per capire come muoversi correttamente.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos

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3 Commenti
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Piergiuseppe Poletti
Piergiuseppe Poletti
12 Novembre 2025 21:08

Manca l’articolo “Celiachia, sensibilità al glutine o nessuna delle due? L’origine dei sintomi gastrointestinali” per un evidente errore di impaginazione.
Grazie.
Cordiali saluti

Valeria Nardi
Reply to  Piergiuseppe Poletti
13 Novembre 2025 09:49

Buongiorno, non capiamo a cosa si riferisce. L’articolo è qui: https://ilfattoalimentare.it/celiachia-sensibilita-al-glutine-sintomi-gastrointestinali.html

prufner
prufner
18 Novembre 2025 16:41

Il problema riguarda anche i taglieri in teflon o si tratta di un nome commerciale che si riferisce ad altro prodotto?
Anche perché ormai sono usati ovunque in sostituzione di quelli in legno (non più a norma), ma forse a sto punto più pericolosi del legno?

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