Mona Zahed è una chef palestinese, proprietaria di un’azienda di catering chiamata Rosemary (rosmarino). O almeno lo era: dopo la violenta invasione della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano, Zahed e la sua famiglia hanno dovuto lasciare la loro casa di Al-Mina, il quartiere portuale di Gaza City. Si stima che il 90% della popolazione di Gaza abbia subito ripetuti sfollamenti forzati, proprio come l’autrice, con la maggioranza di essi che ha perso la propria casa sotto i bombardamenti indiscriminati delle forze armate di Israele.
E mentre il genocidio in atto a Gaza diventava sempre più difficile da negare per i Governi mondiali, con i civili costretti a scegliere se morire di fame o rischiare di essere uccisi recandosi ai centri di distribuzione sotto gli occhi di tutto il mondo, in una tenda è nato Tabkha – Ricette da sotto le macerie (Slingshot Books, piccola casa editrice australiana), un libro che raccoglie oltre 20 ricette di cucina palestinese, accompagnate da illustrazioni realizzate da artisti di tutto il mondo.

Com’è nato Tabkha
Intervistata dalla scrittrice palestinese Lama Obeid (*) per The New Arab, l’autrice ha spiegato che l’idea del libro di ricette è arrivata da una chef conosciuta online, che le ha suggerito di raccogliere le sue ricette in un libro da vendere per raccogliere donazioni. Così, tra i bombardamenti sempre più violenti, Zahed ha iniziato a prendere appunti sul suo smartphone, nonostante le frequenti interruzioni della corrente elettrica.
La prima versione di Tabkha contava 20 ricette, ma poi Zahad ha scritto una seconda versione aggiungendone altre e arrivando a 22, oltre a sezioni dedicate alla cultura gazawa e palestinese. “Mentre scrivevo il libro, – ha spiegato al New Arab – siamo stati sfollati con la forza e ci siamo trasferiti in una tenda, e lì la vita è diventata completamente diversa. Vivevo con altre 30 persone in uno spazio ristretto, non potevamo caricare i nostri dispositivi, o avevamo problemi con l’elettricità: la vita è diventata molto primitiva qui, quindi ci ho messo un po’ di tempo a completare il mio progetto”.

Nelle ricette la storia di Gaza e della Palestina
Per Zahed “le nostre ricette raccontano al mondo la nostra storia, le nostre cause, e che esistiamo”. Nel libro sono raccolte ricette rappresentative della tradizione palestinese come la maqluba (letteralmente rovesciata, capovolta), un piatto a base di riso, agnello e verdure nato dall’uso di donare cibo ai poveri dopo i banchetti; il maftool, ‘perle’ di farina di frumento integrale simili alla nostra fregola; la sumaqiyaa, uno stufato di carne di vitello e agnello con spezie; i dawali, involtini di foglie di vite; o la malfouf, foglie di verza farcite (vedi foto sopra).
Il libro è stata pubblicato grazie al sostegno di Coffees for Gaza, un collettivo impegnato nella raccolta di micro donazioni a favore della popolazione di Gaza, e al lavoro di volontario di editor, illustratori e illustratrici, designer. Attualmente Tabkha è disponibile soltanto in lingua inglese, e si può preordinare a questo link (al costo di 22,50 €), nella speranza che un giorno una casa editrice italiana decida di tradurre e pubblicare il libro anche nel nostro Paese. È possibile sostenere Mona Zahed e la sua famiglia, che si trovano ancora a Gaza, anche attraverso il suo GoFundMe con cui sta raccogliendo donazioni per lasciare la Striscia.
Tabkha – Recipes from under the rubble, di Mona Zahed. 2025, Slingshot Books, 2025. 64 pagine con illustrazioni a colori. 22,50 € (più circa 14 € di spedizione dall’Australia).
(*) Trovi qui l’intervista di Francesca Faccini a Lama Obeid per Il Fatto Alimentare: “Scrivo di cibo per raccontare il genocidio”. Intervista alla scrittrice palestinese Lama Obeid
© Riproduzione riservata Foto: Slingshoot Books, Mona Zahed
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Molto interessante ma, raggiungerebbe un obbiettivo più grande se fosse stato digitalizzato e quindi scaricabile come ebook-pdf (non ci sarebbero problemi di spedizione dall’Australia…).
Credo che sia un’iniziativa meravigliosa. Per favore, avvertitemi quando ci sarà un’ edizione italiana.
Grazie.