La maggior parte dei dentifrici venduti negli Stati Uniti, tra i quali alcuni marchi globali come Colgate, Sensodyne e Crest, contiene metalli pesanti. Il motivo è relativamente chiaro: tra le materie prime utilizzate per comporre le paste, ve ne sono diverse che possono essere veicolo di piombo, cadmio, arsenico e mercurio dispersi nell’ambiente. Il punto è quindi stabilire limiti che, a oggi, non sono sempre presenti o chiaramente definiti, per evitare che i prodotti con le concentrazioni più pericolose continuino a essere venduti, a maggior ragione se si tratta di dentifrici per bambini o biologici, e quindi percepiti come più sicuri.
Ad analizzare 51 prodotti americani tra i più popolari ha provveduto l’associazione di consumatori Lead Safe Mama, che da anni si dedica proprio ai test su varie categorie merceologiche alimentari e relative ai prodotti più familiari. E i risultati sono stati inequivocabili: il 90% dei dentifrici contiene piombo, il 65% arsenico, poco meno della metà mercurio e il 30% cadmio.
Qualche numero
È comunque necessario comprendere più nel dettaglio i risultati, perché se è indubbio che quasi tutti i prodotti contengono metalli nocivi, per quanto riguarda la quantità, il discorso cambia. L’associazione ha infatti adottato parametri molto stringenti ed estremamente più restrittivi rispetto a quelli indicati dalla Food and Drug Administration (FDA).
Secondo l’FDA, non esiste un quantitativo sicuro per l’esposizione al piombo. Il metallo è infatti associato a gravi danni, con effetti nefasti soprattutto per lo sviluppo del sistema nervoso dei bambini, che portano a ritardo cognitivo, disturbi emotivi, incapacità di svolgere i compiti più complessi e molti altri effetti. Tuttavia, l’agenzia ha stabilito un limite di 10mila parti per miliardo (ppb), che equivalgono a 10 milligrammi per chilogrammo (mg/kg) di prodotto, per i dentifrici senza fluoro e di 20mila ppb per quelli con il fluoro. Per confronto, l’Unione Europea ha fissato a 20 mg/kg, pari a 20mila ppb, il quantitativo di piombo per i dentifrici, a 2,5 microgrammi/kg (pari a 2,5 ppb) quelli per il cadmio, a 0,5 mg/kg (pari a 500 ppb) quelli per l’arsenico, mentre ha dichiarato guerra al mercurio, che da quest’anno non può essere utilizzato nelle amalgame.

I metalli pesanti nei dentifrici
L’associazione, sottolineando la pericolosità dei metalli in esame, ha però abbassato la concentrazione da ritenere sicura a un quantitativo estremamente più basso: 5 ppb per piombo e cadmio, due per il mercurio e dieci per l’arsenico. Questi valori erano i riferimenti indicati in un disegno di legge chiamato Baby Food Safety Act, presentato al Congresso nel 2021, ma poi non approvato. Applicando tali valori, quasi tutti i prodotti sarebbero fuori legge.
Le analisi hanno infatti rivelato che che il 90% contiene livelli di piombo al di sopra di tale limite, con valori che variano in un range amplissimo, compreso tra 16,8 e 7.800 ppb. Non va molto meglio per l’arsenico, la cui concentrazione è compresa tra 6 e 5.820 ppb. Allo stesso modo il mercurio, trovato in poco meno di un campione su due, va da 5,7 a 19 ppb, mentre il cadmio, presente solo in uno su tre, oscilla tra 5,3 e 267 ppb, quando presente.
Provenienze e tipologie diverse di dentifrici
I dentifrici per bambini non sono esenti da piombo, così come non lo sono quelli biologici o naturali. La provenienza, oltre agli USA, è da Paesi molto diversi, dalla Svizzera a Israele, dall’India all’Australia. I test effettuati hanno permesso di indicare le possibili fonti dei metalli. Tra esse figurano il caolino, l’argilla bentonitica, l’idrossiapatite, il carbonato di calcio, la silice normale e quella idrata e il biossido di titanio, tutte materie prime impiegate per le diverse finalità dei dentifrici tra le quali l’assorbimento dei residui, la fissazione del calcio, lo sbiancamento, l’azione antimicrobica. Di solito, ogni prodotto contiene varie miscele di più di un componente base: per questo è quasi impossibile trovare dentifrici che non contengano nessuno dei quattro indiziati.
Va ricordato però, anche se i quantitativi scoperti sono mediamente bassi, pur con alcune vistose eccezioni, come sempre bisogna tener conto del possibile effetto accumulo. Tutti e quattro i metalli vengono assunti anche con diversi alimenti, sono contenuti nei pesticidi e possono arrivare anche da fonti come il riso. Inoltre, sono particolarmente dannosi per i bambini, e sarebbe quindi opportuno, probabilmente, di vietarne qualunque quantità nei dentifrici dedicati a loro. In ogni caso, sarebbe opportuno uniformare limiti e divieti, dal momento che esistono numerosi marchi globali, e obbligare a indicare le concentrazioni eventualmente presenti, in modo che il consumatore possa effettuare scelte consapevoli.
I limiti
Tabella comparativa dei limiti per piombo, arsenico, mercurio e cadmio nei dentifrici, secondo le normative degli Stati Uniti (FDA) e dell’Unione Europea, con l’aggiunta dei valori proposti dal Baby Food Safety Act del 2021 (non approvato, ma utilizzato come riferimento da Lead Safe Mama):
| Metallo pesante | Limite FDA (USA) | Limite UE | Proposta Baby Food Safety Act (USA) |
| Piombo (Pb) | 10.000 ppb (senza fluoro) 20.000 ppb (con fluoro) |
20 mg/kg = 20.000 ppb | 5 ppb |
| Cadmio (Cd) | Non specificato | 2,5 µg/kg = 2,5 ppb | 5 ppb |
| Arsenico (As) | Non specificato | 0,5 mg/kg = 500 ppb | 10 ppb |
| Mercurio (Hg) | Non specificato (uso vietato in amalgame) | Uso vietato nei dentifrici (dal 2025) | 2 ppb |
Note:
- La Food and Drug Administration non ha stabilito un livello di sicurezza per il piombo, ma fissa dei limiti massimi per specifici prodotti.
- Il regolamento europeo impone limiti più severi per cadmio e arsenico rispetto al piombo; dal 2025, il mercurio è vietato nei dentifrici.
- Il disegno di legge Baby Food Safety Act propone limiti estremamente più bassi, adottati da Lead Safe Mama nei suoi test.
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Giornalista scientifica
molto interessante
sempre molto interessanti i vostri articoli, toccate temi che non affronta mai nessuno
Scusate, ma i dentifrici italiani, che sono poi quelli che ho sempre usato, sono stati sottoposti allo stesso tipo di analisi ?
Lo studio è stato fatto effettivamente solo sui prodotti in vendita negli Stati Uniti. In UE il regolamento europeo impone limiti più severi per cadmio e arsenico rispetto al piombo; dal 2025, il mercurio è vietato nei dentifrici. Sarebbe interessante se qualche associazione o le autorità… effettuassero dei test anche sui prodotti in vendita in Italia e in Europa.
Grazie per l’informazione ma io vorrei sapere le marche da evitare
E come al solito Colgate non manca mai di essere presente in ogni inchiesta riguardo la nostra salute.
Un sentito ringraziamento per una fonte di informazione unica, che rende possibile un costante aggiornamento su questioni di primaria importanza in ambito alimentare.
L’ articolo colloca giustamente questo problema specifico in un quadro più generale segnalante che le fonti di metalli pesanti sono molteplici: il problema vero quindi è il limite giornaliero di sicurezza di assunzione dei singoli metalli pesanti, tenendo conto delle diverse fonti alimentari in toto. Non è facile ed è una preoccupazione in più, ma purtroppo è così e dobbiamo prenderne atto.
Sì, ma dice che proprio per questo quadro generale limitarne al massimo la presenza nel dentifricio sarebbe la cosa più opportuna.
Ottimo articolo ,speriamo che sortisca un effetto positivo sulle aziende produttrici
Pubblicate sempre articoli molto interessanti ma forse c’ è troppo allarmismo in particolare quelli sul cibo.
Prima di morire avvelenato rischio di morire di fame…
Sapere, conoscere, capire, non portano alla fame ma alla coscienza
Pubblicate sempre articoli molto interessanti ma forse c’ è troppo allarmismo in particolare quelli sul cibo.
Prima di morire avvelenato rischio di morire di fame…
Scusate se lo scrivo ancora ma non avevo messo la spunta sulla notifica delle repliche.
Cordialità.
Sapere, conoscere, capire, non portano alla fame ma alla coscienza.
Scusi se glielo riscrivo ma senza “spunta” non le sarebbe arrivato il mio commento.
È enormemente vergognoso
Articolo valido ma discutibile. Mi domando perché non si mette accanto al nome latino che si trova sul tubetto del dentifricio, il suo corrispondente in italiano, per esempio Carbonato di calcio. Sarebbe più facile per le persone non tanto acculturate, la identificazione del prodotto sotto accusa.
L’informazione sarebbe più corretta e completa. Grazie.
Nessuna ditta si sognerebbe mai di scrivere che nel suo prodotto ci sono piombo o arsenico o cadmio, suvvia. Peraltro non indispensabili per la detersione dentale.
Ho dato un’occhiata in rete: tutti riportano queste analisi sui dentifrici americani e non c’è uno studio in proposito su prodotti europei.
Sarebbe ora che le associazioni consumeristiche si attivassero!
E pensare che se non fosse per il fluoro, per la maggior parte degli esperti necessario per la salute dentale, del dentifricio potremmo farne del tutto a meno!