Un cartello promozionale rosso e giallo sullo scaffale di un supermercato; concept: offerte, promozioni

Stop a carne rossa e carni lavorate? Non proprio… Nonostante tutti i solenni impegni ad agire per un’alimentazione più sana e sostenibile, che preveda meno alimenti industriali e più cibi freschi e, soprattutto, meno carne e più proteine alternative, in primo luogo vegetali, le catene della grande distribuzione britanniche sembrano avere come obbiettivo solo la crescita delle vendite di carni rosse e lavorate. Stiamo parlando di due delle categorie di proteine più strettamente associate a possibili danni per la salute, se consumate in eccesso, e ai peggiori effetti sull’ambiente. Eppure la GDO sta chiaramente attuando dalle strategie commerciali che puntano alle promozioni al massimo risparmio come le offerte “prendi due paghi uno”, esplicitamente sconsigliate da tutti coloro che cercano di indicare i modi più efficaci per migliorare le abitudini alimentari della popolazione.

La denuncia arriva dal quotidiano britannico The Guardian, che ha condotto un’indagine a firma Denis Campbell, insieme alle organizzazioni no profit Food Foundation e Questionmark Foundation, basate su dati aggiornati alla scorsa primavera.

L’inchiesta nella GDO

Nello specifico, i ricercatori hanno controllato le offerte di alcune delle principali catene della GDO, e cioè Aldi, Asda, Iceland, Morrison, Sainsbury e Tesco, e si sono trovati di fronte a uno scenario simile in tutte, pur con sfumature differenti: il 18% di tutte le offerte del tipo due per uno riguarda alimenti a base di carne o formaggi, e l’11% carni lavorate come prosciutti, bacon, insaccati di vario tipo e condimenti a base di carne. Al contrario, solo il 5% di esse riguarda frutta e verdura fresche.

Tra le diverse catene, la peggiore è risultata essere Iceland, le cui offerte sono, nel 15% dei casi, relative a carni processate, seguita da Tesco (13%) e Asda (11%). Non stupisce, quindi, che la stessa Iceland sia quella che ha il minor numero di offerte due per uno di vegetali: appena il 2% del totale.

Confezioni di carne di manzo e di pollo
Nei supermercati il 18% di tutte le offerte “due per uno” riguarda alimenti a base di carne o formaggi

Carne rossa o verdure?

Va meglio con i ristoranti, perché la maggior parte di quelli verificati offre ormai una discreta scelta di proteine non derivanti dalla carne. Tra i 63 analizzati, il 58% aveva ancora come offerta principale piatti a base di carne, ma la percentuale è scesa rispetto al 62% del 2022. Inoltre, il 33% aveva un menu principale vegetariano e il 9% puntava soprattutto sul pesce. I ristoranti Joe e the Juice offrono, nel 69% dei casi, piatti meat free, seguiti dai Sainsbury Cafè (59% dei piatti) e dai Pizza Express (57%).

Le catene di fast food, invece, continuano a scommettere sulla carne, senza mostrare segni di cambiamento: il 100% dei Piatti principali di Chicken Cottage è a base di pollo, così come l’88% di quelli di Burger King, l’87% di quelli di KFC, l’83% di quelli di Gourmet Burger Kitchen e l’81% di quelli di McDonald’s.

I commenti e le risposte

Rebecca Tobi, responsabile senior del business e del coinvolgimento degli investitori di Food Foundation, ha definito allarmanti i risultati, perché è ben noto che tutte le catene della GDO propongono quasi senza soluzione di continuità offerte al massimo risparmio, del tipo due per uno o multi-buy. Il che significa che i clienti sono sollecitati tutti i giorni o quasi ad acquistare più carne e insaccati di quanti ne avrebbero comprato senza la tentazione dell’offerta. In generale, ha commentato Tobi “Nonostante sia noto che troppa carne rossa e le carni lavorate comportano notevoli rischi per la salute, il marketing e le promozioni dei supermercati sono ancora fortemente orientati verso questi prodotti”.

Anche Panagiota Mitrou, ricercatrice capo del World Cancer Research Fund, ha ricordato che le persone dovrebbero mangiare al massimo tre porzioni di carne rossa alla settimana (tra i 340 e i 510 grammi complessivi), e carni lavorate solo saltuariamente, ed è quindi “deludente che i rivenditori stiano utilizzando offerte multi-buy per rendere questi tipi di carne un’opzione finanziariamente più attraente e cerchino così di incoraggiare un consumo maggiore”.

Le associazioni di categoria della GDO, riunite nel British Retail Consortium, non hanno replicato all’indagine, ma il suo direttore Andrew Opie, ha detto che chiunque frequenti un supermercato sa che anche frutta e verdura rientrano quotidianamente nelle offerte.

Eppure non in tutti paesi la situazione è questa. Nell’articolo, l’autore Denis Campbell cita l’Olanda, dove tutti i supermercati principali si sono impegnati a sostituire il 60% della carne con proteine vegetali entro il 2030. Nel Regno Unito, invece, solo Lidl e Compass Group hanno stabilito degli obbiettivi per il sostegno alla vendita di proteine alternative.

© Riproduzione riservata. Foto: Depositphotos.com

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luigiR
luigiR
7 Novembre 2024 15:40

c’è, di conseguenza, da immaginare che se le catene di supermercati comprimono i prezzi di vendita di carni rosse e insaccati con le varie promozioni, allo stesso modo potrebbero indurre i loro fornitori a ridurre i loro prezzi, col rischio di peggiorare ulteriormente le condizioni di allevamento dei vari animali…

marco
marco
7 Novembre 2024 15:48

Non mi pare che da noi la situazione sia poi tanto diversa. Un po’ tutti i volantini delle offerte dei supermercati sono pieni di offerte e sconti su cibi ben poco sani, tra cui spesso spiccano proprio i salumi. Sarebbe forse ora di regolamentare la cosa.

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