Persona spinge un carrello semivuoto tra le corsie di un supermercato; concept: spesa, prezzi; rapporto Coop

Si spende di più per il gioco d’azzardo che per il cibo. Lo rivelano i risultati di un’analisi sugli acquisti e sui prezzi di NielsenIQ e Ismea presentata alla fine di gennaio al Forum Impresa Persona Agroalimentare. “In Italia il giro d’affari annuo del Largo consumo confezionato è di 134 miliardi di euro, mentre per il gioco d’azzardo si parla di 136 miliardi” ha commentato Matteo Bonù, global client business partner di NielsenIQ.

L’aumento dei prezzi modifica i consumi

Secondo l’analisi, sono diminuite le vendite di una serie di prodotti alimentari, tra cui frutta fresca, succhi, nettari e spremute. A causa dell’aumento dei prezzi, consumatrici e consumatori hanno sostituito alcuni cibi con altri più economici. È il caso del pesce. Ci sono poi le ‘facili rinunce’, cioè i prodotti di cui si è scelto di fare a meno, come liquori, aperitivi, gelati e surgelati. “Ma non tutte le categorie hanno il segno rosso – aggiunge l’esperto – Chi ha aumentato le vendite risponde a tre bisogni fondamentali: nuovi stili di vita, quindi alimentazione sportiva, energy drink, integratori, frutta secca sgusciata e yogurt greco; proteine a basso costo come uova, pollo e tonno al naturale; gratifica, come caramelle, gomme, wafer, snack dolci e salati, specialità salate surgelate. Gli italiani tendono quindi a mangiare meno frutta e ad assumere più integratori e caramelle”.

Durante l’evento si parlato anche della grande attenzione mediatica sui prezzi dei prodotti alimentari, che in realtà, secondo Bonù, hanno avuto un impatto più basso rispetto ai rincari registrati in altri settori. “Prendiamo invece la pasta di semola, consideriamo un consumo medio annuo per famiglia di 33 kg, l’impatto degli incrementi è stato di 9,90 euro all’anno. In ogni caso messi tutti assieme, gli incrementi del paniere alimentare impattano per un 10% sui rincari complessivi, ma la quota di comunicazione non è stata certo questa.

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Tommaso
Tommaso
10 Febbraio 2024 22:03

Attenzione: per quanto le dimensioni del gioco d’azzardo in Italia siano comunque preoccupanti, i numeri citati nell’articolo potrebbero risultare un po’ fuorvianti. Infatti se è vero che la raccolta, ossia l’ammontare complessivo delle puntate effettuate dalla collettività dei giocatori, si è attestata nel 2022 a 136 miliardi, la spesa effettiva (ossia le perdite dei giocatori, date dalla differenza tra “Raccolta” e “Vincite”) è di circa 20 miliardi. Che restano comunque troppi, ma pur sempre un settimo rispetto alla cifra monstre sopra riportata

giova
giova
Reply to  Tommaso
29 Febbraio 2024 14:04

Perdoni, sig. Tommaso ma se gli spesi sono 136 e i persi 20 allora il banco ha “collassato”: ha reso 116? Grazie.

Laura
Laura
Reply to  Tommaso
29 Febbraio 2024 18:07

“136 miliardi spesi di cui spesa effettiva 20 miliardi”, cioè un guadagno di 116 miliardi??? Ma cosa sta dicendo???