La web app ABR Radar è un sistema pensato per far sì che cittadini e associazioni possano segnalare i contenitori di bevande che trovano in ambienti naturali, per strada e nei parchi ma anche dentro e fuori dai cestini stradali indifferenziati. L’app infatti è pensata per raccogliere informazioni sulla dispersione di bottiglie in plastica e vetro e di lattine, rifiuti che non solo sporcano e inquinano se abbandonati, ma che dovrebbero entrare nel sistema di riciclo.
ABR Radar e l’iniziativa A Buon Rendere
I dati che gli utenti possono inserire sono il luogo del ritrovamento degli imballaggi, la tipologia, la dimensione, il numero di contenitori e la marca del produttore. Questi, una volta elaborati, verranno utilizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica e per incentivare la politica e le aziende in Italia a introdurre un sistema di deposito cauzionale. L’app infatti è stata sviluppata dalla campagna nazionale A Buon Rendere, un’iniziativa lanciata dall’Associazione nazionale dei Comuni Virtuosi, di cui fanno parte 150 comuni italiani.
Il progetto A Buon Rendere riportando i dati del rapporto internazionale What we Waste segnala che in Italia sarebbero più di 7 miliardi all’anno i contenitori dispersi nell’ambiente o che finiscono in discarica (corrispondenti a 119 contenitori a persona). Questi causano un danno ecologico, ma anche economico: entrando nel sistema di riciclo i contenitori rappresenterebbero anche un risparmio nella spesa per la pulizia ambientale.
Come funziona il deposito cauzionale
Sistemi di deposito cauzionale sono già adottati in 40 Paesi al mondo, tra i quali 13 europei. Funzionano tramite l’introduzione di una cauzione (che indicativamente può andare tra i dieci e i trenta centesimi) in aggiunta a tutti i prodotti in vendita con questi imballaggi. Il consumatore poi riceve il rimborso nel momento in cui restituisce l’imballaggio in punti di raccolta presenti nei punti vendita o direttamente alle casse. I Paesi europei che hanno attivato questo sistema presentano un tasso medio di raccolta del 91% dei contenitori messi in commercio; il risultato migliore è quello ottenuto dalla Germania, che arriva a toccare il 98% del totale.
Il sistema quindi non prevede un vero e proprio costo per il consumatore, a patto che restituisca l’imballaggi: Chi disperde la bottiglia o la lattina non ha diritto alla restituzione della cauzione, ma chi trova l’imballaggio nell’ambiente sarà invogliato a raccoglierlo e a restituirlo per ottenerla. L’obiettivo del sistema di deposito cauzionale è quindi quello di ottenere ambienti naturali e urbani più puliti, al fine di limitare l’inquinamento ma anche le spese di pulizia e di gestione dei rifiuti da parte dei comuni (e quindi anche da parte dei contribuenti). Tra i benefici di questo sistema c’è anche un aumento del valore economico della materia da riciclare, che risulta più pulita rispetto a quella raccolta tramite la differenziata.
Il deposito cauzionale “costa”?
A prendersi il carico economico dell’avviamento e della gestione dei sistemi di deposito cauzionale sarebbe invece l’industria delle bevande, secondo il principio della “responsabilità estesa del produttore” (principio che prevede la responsabilità del produttore dell’intero ciclo di vita dei beni e dei loro imballaggi). In caso dell’introduzione di questo sistema non sarebbe quindi previsto l’utilizzo di fondi pubblici.
Secondo un sondaggio promosso dall’iniziativa A buon rendere, realizzato intervistando 1.005 persone, questa soluzione potrebbe incontrare l’approvazione dei cittadini: il 90% degli intervistati ritiene grave il problema dei contenitori abbandonati nell’ambiente, e l’83%, una volta informato sull’iniziativa, si dice favorevole all’introduzione del sistema di deposito cauzionale. Dal sondaggio infatti emerge una carenza informativa sull’argomento: il 40% afferma di non essere a conoscenza dell’esistenza e del funzionamento di questo sistema. I principali dubbi (emersi dal 7% degli intervistati) riguardano la complicazione organizzativa per il cittadino (cioè il dover riportare gli imballaggi nei punti vendita) e l’eventuale aumento di prezzo dei prodotti.
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L’app non esiste su googlePlay….
Buongiorno, si tratta di una web app. Si tratta di applicazioni accessibili e fruibili attraverso il web, come Intranet o internet, quindi accessibili dall’utente tramite un browser web con una connessione attiva. Non si tratta di un’app per smartphone che si scarica tramite gli app-store.
ancora mi stupisco per la moltitudine di abitanti di questo pianeta che non rispetta niente e nessuno . mi inchino a tanta perseveranza nel riempire i bordi delle strade che percorro ogni giorno di qualsiasi rifiuto possibile e che sarebbe facilissimo smaltire a casa propria , ma si sa, l’auto e’ sacra e non la si puo deturpare con un piccolo contenitore per la spazzatura .
Non riesco ad apire il sito ABR Reader volevo curiosare e diffondere. Solo io ho questo problema?
A noi funziona. provi a cambiare browser
Immagino l’ovvia obiezione da parte dell’esercente quando riporterò la prima bottiglia in reso: “E chi mi dice che lei questa l’ha comprata qui? perché le devo dare/scalare 30 cent dalla spesa? La riporti dove l’ha comprata!”.