Il menu con le calorie e le indicazioni dei piatti più leggeri serve davvero? Uno studio europeo realizzato con il contributo dell’Inran dà alcune risposte
Il menu con le calorie e le indicazioni dei piatti più leggeri serve davvero? Uno studio europeo realizzato con il contributo dell’Inran dà alcune risposte
Redazione 19 Marzo 2013Tra le possibili iniziative di informazione e di educazione alimentare, suscita interesse quella di inserire nei menu le informazioni nutrizionali (calorie, contenuto in macronutrienti) dei piatti in lista. La questione riguarda soprattutto le mense e i ristoranti con frequentatori assidui, non occasionali e interessati a una scelta alimentare più consapevole, non unicamente guidata dal principio del piacere.
Questo è uno degli aspetti presi in considerazione e valutati dal Progetto Eatwell, “Strategie efficaci per la promozione di una sana alimentazione: raccomandazioni per azioni future”, che ha confrontato sia le iniziative decise volontariamente da alcune catene di fast food, sia le regole esistenti negli USA, per le catene con almeno 20 ristoranti.
Secondo Eatwell, le conclusioni emerse in merito alle indicazioni nutrizionali sui menu sono deboli e soprattutto di breve termine. In particolare, in occasione di focus group con esperti di vari paesi, è emerso sia il suggerimento di segnalare sui menu i piatti più “salutari” o “light” – proposta che non ha affatto incontrato il gradimento di tutti – sia il suggerimento di offrire ai clienti porzioni di diverse grammature, che invece ha trovato maggior consenso.
Eatwell rimanda perciò le raccomandazioni definitive al momento in cui sarà realizzata una valutazione a lungo termine, auspicando non tanto una legislazione mirata, quanto misure di autoregolamentazione da parte dei ristoratori. Ritiene inoltre prematura l’introduzione di una normativa specifica, considerati i costi e le difficoltà tecniche e logistiche (certificazione delle calorie riportate, modifiche continue dei menu, ecc..).
Lo studio pubblicato da Eatwell sottolinea, infine, la necessità di accompagnare le note caloriche riportate sui menu con provvedimenti in grado di favorire scelte più salutari: prezzi più convenienti per i piatti con un buon equilibrio nutrizionale, attività di educazione alimentare e di promozione della salute, offerta di porzioni diverse o di alimenti “riformulati”, ossia con una minore percentuale di ingredienti poco salutari, come sale, zucchero, acidi grassi trans, ecc.
Una ricerca, intitolata Potential effect of physical activity based menu labels on the calorie content of selected fast food meals condotta da un gruppo di ricercatori americani e pubblicata questo mese sulla rivista scientifica Appetite, ha analizzato l’efficacia di menu come quelli proposti nei fast food e che affiancano alle calorie la quantità di attività fisica necessaria a smaltirle.
Il test è partito dall’elaborazione di quattro tipi di menu: il primo non riportava alcuna indicazione supplementare, il secondo indicava le calorie di ogni piatto, il terzo e il quarto riportavano le indicazioni caloriche e, rispettivamente, i minuti di cammino o i chilometri da percorrere per bruciare le calorie indicate.
I ricercatori americani hanno quindi effettuato un test con 800 persone e hanno scoperto che il tipo di menu che ha indotto i partecipanti a scegliere piatti meno calorici si è rivelato quello con i chilometri necessari a smaltire l’energia assunta; in seconda posizione, si è classificato il menu con i minuti di cammino e solo al terzo posto quello con le semplici indicazioni caloriche.
Secondo gli autori dello studio, «la contestualizzazione dello sforzo in termini di chilometri da percorrere colpisce di più le persone rispetto al fattore tempo». La sola indicazione delle calorie dei piatti, invece, non sembra sortire effetti di rilievo.
Laura Gennaro (ricercatore Inran-Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione)
Scarica il documento del Progetto Eatwell, in lingua inglese (Effectivenes of Policy Interventions to promote Healthy Eating)
© Riproduzione riservata
Foto: Photos.com
Il limite, a mio avviso, di questi studi è sempre lo stesso: si prende in esame soprattutto l alimentazione di mense scolastiche e/o industriali, quando la maggior parte della popolazione in occidente mangia fuori di casa piu volte durante la giornata a cominciare dalla prima colazione nelle caffetterie. (vedi in Italia dove oltre la prima colazione si consuma nei bar anche a metà mattina). Inoltre si parla sempre di menu con le calorie se si intende un menu mirato ad essere leggero, dietetico. Le calorie nei menu, secondo noi nutrizionisti di Menutrix (menu con calorie), invece hanno un grande significato a livello di informazione e consapevolezza solo se si inseriscono in ogni attività che vende cibi e bevande: bar, ristoranti, pizzerie, fast food, cucina cinese, paninoteche, tavole calde e naturalmente mense pubbliche e private. Solo in questo modo, informando costantemente, nel tempo, potremo notare una riduzione della obesità e del sovrappeso. Inoltre le calorie cosi pensate, accanto ad ogni piatto e bevanda, garantiscono al mercato gastronomico un marketing accurato mirante al miglioramento delle proposte alimentari nei menu, nei quali oltre alle calorie possono riportare anche l origine del prodotto. Conoscere il valore energetico di un cappuccino, di un croissant, di un piatto di spaghetti al burro, di una insalata, di un bicchiere di vino, significa qualità alimentare