Tra gli effetti negativi associati a un consumo di sale eccessivo ce n’è anche uno che finora non era mai stato preso in considerazione: l’aumento del rischio di sviluppare il diabete di tipo 2. Di solito, infatti, l’assunzione di quantità di sodio che eccedono le dosi consigliate, e cioè, secondo l’Oms, 2 grammi al giorno, pari a meno di 5 grammi di sale, è messa in rapporto con un aumento del rischio di patologie cardio- e cerebrovascolari quali infarti e ictus, e con un aumento generalizzato dello stato infiammatorio, ma non con il diabete di tipo 2. Tuttavia, i ricercatori della Tulane University di New Orleans, hanno trovato una chiarissima relazione tra l’abitudine a mangiare più o meno salato e il diabete.
Assunzione di sale e rischio diabete
Come hanno illustrato sui Mayo Clinic Proceedings, gli autori hanno utilizzato i dati contenuti nella UK Biobank relativi a 400mila persone per le quali c’erano informazioni cliniche e sul consumo di sale per un periodo medio non inferiore a 11,8 anni, cioè per un tempo sufficiente per vedere la comparsa del diabete. E in effetti, nell’intervallo di tempo valutato, si sono avute oltre 13mila nuove diagnosi.
Per valutare l’eventuale nesso con il sale, hanno poi suddiviso i partecipanti in cinque categorie, in base a ciò che avevano dichiarato, e cioè chi non aggiungeva mai sale alle pietanze, chi lo faceva raramente, chi a volte, chi abitualmente e chi ogni volta che si apprestava a mangiare qualcosa. E l’effetto è risultato direttamente proporzionale al sale aggiunto: rispetto a chi non lo faceva ‘mai’ o ‘raramente’, infatti, i partecipanti che aggiungevano sale ‘a volte’ hanno avuto un aumento di rischio del 13% di sviluppare diabete di tipo 2, il gruppo che lo faceva ‘solitamente’ ha registrato un aumento del rischio del 20%, mentre il gruppo che lo aggiungeva sempre addirittura del 39%.
Troppo sale nella dieta, secondo l’Oms
Anche se la categorizzazione è stata fatta in base a un criterio qualitativo e non quantitativo, il parametro è stato considerato affidabile. Questo perché assumono sale in eccesso anche le persone che non ne aggiungono. Secondo l’Oms, tutti ne assumiamo, in media, più del doppio del quantitativo che sarebbe sufficiente, e cioè 4,3 grammi al giorno di sodio, pari a 10,78 grammi di sale. Di conseguenza questo eccesso non può che diventare sempre più marcato, se si ha l’abitudine di salare ulteriormente i pasti.
Per quanto riguarda i meccanismi attraverso i quali il sodio danneggerebbe il pancreas, per ora ci sono solo ipotesi. Tuttavia sembra quasi certo il ruolo dell’infiammazione: tra gli indici alterati nelle persone che assumevano più sale c’era anche la proteina C reattiva, indice di infiammazione. Hanno un ruolo anche l’aumento dell’indice di massa corporea e delle dimensioni del girovita, cioè del grasso addominale, noti fattori di rischio per il diabete. Ma potrebbe esserci anche un danno specifico. Per questo i ricercatori hanno già avviato uno studio controllato nel quale misureranno direttamente la quantità di sale assunta dai partecipanti e gli effetti sui diversi parametri che possono aiutare a capire cosa succede.
In ogni caso, lo studio rafforza l’invito di tutte le autorità sanitarie a diminuire l’apporto di sodio nella dieta, dal momento che la quantità media assunta nel mondo è tuttora straordinariamente alta. Da oggi, bisogna farlo anche per non aumentare la probabilità di andare incontro a un diabete di tipo 2.
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Giornalista scientifica