Spinti dall’incessante ricerca dell’alimentazione migliore per i propri amici a quattro o a due zampe, i proprietari di animali domestici seguono tendenze contrapposte che influenzano il mercato del pet food.
Il pet food industriale
Come si legge sul sito di Assalco (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) la produzione industriale di pet food poggia su conoscenze sempre più ampie per quanto riguarda nutrizione e su tecnologie sempre più all’avanguardia, che consentono di coniugare la comodità di un alimento confezionato, pronto all’uso, pratico e capace di ridurre i tempi per la preparazione da parte del proprietario, con il vantaggio di ricette sviluppate dalle aziende secondo le linee guida dettate dagli esperti professionisti della nutrizione degli animali da compagnia. Il risultato sono formulazioni di pet food che contengono i giusti ingredienti, nelle quantità adeguate, per garantire l’apporto di nutrienti necessari all’animale in base alle diverse fasi della sua vita (cucciolo, adulto, anziano), della razza, della taglia, del livello di attività e delle condizioni di salute.
Oltre agli alimenti “standard” o “di mantenimento” (completi dal punto di vista della qualità e quantità dei nutrienti necessari agli animali da compagnia in buona salute), l’industria offre anche alimenti “complementari”, come ad esempio gli snack (che non soddisfano da soli i requisiti nutrizionali necessari all’animale, ma sono pensati per integrarne la dieta) e “dietetici”, formulati per soddisfare particolari fini nutrizionali e destinati ad animali con esigenze nutrizionali specifiche (legate per esempio a difficoltà digestive o di assorbimento, alterazioni metaboliche o insufficienza renale), siano esse temporanee o permanenti.
In base al metodo di produzione e al quantitativo d’acqua presente nell’alimento finito, si distinguono tre forme base di pet food.
Il cibo secco
Il cibo secco o “estruso” (meno del 14% di acqua) è prodotto miscelando tutti gli ingredienti in un composto omogeneo, che poi viene cotto ad alta pressione e temperatura, essiccato e trasformato in crocchette e croccantini di varie dimensioni. Ha il vantaggio di essere economico, durevole, facile da dosare, appetibile nell’aspetto nonché completo dal punto di vista nutrizionale, capace di stimolare la masticazione (con effetto benefico sui denti e sul cavo orale) e facilmente digeribile.
Il cibo umido
Il cibo umido (più del 14% di acqua) viene cotto, trasformato in paté, bocconcini, sfilaccetti in salsa o in gelatina o al naturale nel brodo di cottura, e confezionato in lattine, buste o vaschette. Oltre al maggiore apporto di liquidi (benefico soprattutto per gli animali che tendono a bere poco), ha il vantaggio di una maggiore freschezza e di una minore lavorazione delle materie prime, che mantengono meglio le loro caratteristiche nutritive (tra cui la maggiore ricchezza di proteine di origine animale e una minore percentuale di carboidrati) e vengono addizionate con una minore quantità di conservanti, aromi o insaporitori artificiali, come invece occorre nel caso di molti alimenti secchi.
In più presenta una maggiore appetibilità e masticabilità (utile per i pet anziani che soffrono di inappetenza e problematiche a livello della bocca), aiuta a controllare il peso (perché sazia di più) ed è più facile da digerire (anche perché attira meno acqua delle crocchette e riduce il gonfiore di stomaco).
Il cibo semi-umido
Il cibo semi-umido (percentuale d’acqua compresa tra il 14 e il 34%) è disponibile in diverse texture, tutte caratterizzate da una consistenza morbida. A questa categoria appartengono soprattutto prodotti considerati snack, che non possono da soli coprire l’intero fabbisogno nutritivo dell’animale ma possono essere integrati alla sua dieta oer renderla più completa e funzionale.
La sicurezza del pet food
Quanto a sicurezza e salubrità, bisogna sottolineare che tutti i tipi di pet food, indipendentemente dalla loro composizione o metodo di fabbricazione, devono essere conformi a una specifica normativa comunitaria. L’industria del pet food infatti è ormai molto attenta alla selezione di materie prime di qualità, sostenibili e prodotte nel rispetto delle norme igienico-sanitarie vigenti per gli ingredienti destinati all’alimentazione umana. No quindi all’uso di materie prime “di scarto” (perché considerate non idonee alla produzione di alimenti per l’uomo) o di cui si ignora la provenienza. Anche nell’ambito del pet food infatti l’evoluzione tecnologica degli impianti e la digitalizzazione dei controlli ha reso possibile la tracciabilità di tutta la filiera. In più anche le norme di etichettatura dei prodotti per gli animali da compagnia sono diventate più rigide e impongono gli stessi criteri di trasparenza, facile comprensione e verificabilità di quelle apposte sulle confezioni di cibo per umani.
Cibo per animali fatto in casa
Nonostante tutti i sopraelencati e scientificamente dimostrati aspetti vantaggiosi del pet food industriale, c’è ancora chi pensa che il cibo per animali fresco preparato in casa sia migliore di quello confezionato, senza però considerare che per ottenere pasti bilanciati e completi, paragonabili a quelli formulati da aziende certificate che si avvalgono del supporto di nutrizionisti qualificati, è necessaria una buona conoscenza delle esigenze fisiologiche e nutrizionali del proprio animale, che lo metta al riparo dal rischio di carenze alimentari o squilibri nutrizionali che possono provocare danni alla salute a medio e lungo termine.
Per chi proprio non vuole rinunciare al pet food “home made” per un animale sano, online si trovano diverse ricette sia per i gatti sia per i cani, con suggerimenti utili per osservare le giuste proporzioni di proteine (carne, pesce, legumi, formaggi o uova), verdure e carboidrati (come riso o avena) nonché per considerare possibili allergie e intolleranze. Il consiglio, in ogni caso, è quello di affidarsi al proprio veterinario di fiducia e seguire i suoi suggerimenti per nutrire al meglio il proprio animale.
In ogni caso l’opzione migliore sembra essere sempre la varietà, che consiste nell’alternare menu di vario tipo, integrando il cibo home made a quello industriale e, restando nell’ambito del pet food confezionato, mescolando cibo secco e umido, per garantire all’animale una maggiore completezza alimentare e assicurargli i vantaggi di diversi tipi di diete.
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c’è un errore nell’articolo, dovete correggere e scrivere: “ Affidarsi ad un nutrizionista” non ad un veterinario, il veterinario è tutto un altro mestiere, l’alimentazione è una cosa a parte
Articolo interessante, anche se continuo a trovare l’inutile anglicismo “pet food” estremamente fastidioso (senza parlare di “home made”, che proprio non si può sentire)