Alzi la mano chi pensa che il suo frigorifero abbia mantenuto gli alimenti alle giuste temperature durante la calda estate appena trascorsa. La maggior parte dei frigoriferi non dispone di un termometro per controllare quale sia la temperatura al suo interno e, in molti casi, il livello di freddo garantito è ampiamente insufficiente, quindi il cibo non è conservato in modo adeguato. Questa situazione trova un riscontro nell’ultima ricerca realizzata dalla rete degli Istituti zooprofilattici nell’ambito di un progetto del ministero della Salute coordinato dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Lombardia e dell’Emilia-Romagna secondo cui la temperatura media è di 7,4 °C (ne abbiamo parlato qui). La criticità non riguarda solo l’Italia. A partire da agosto, un centro di ricerca del Galles (ZERO2FIVE Food Industry Centre) ha avviato un lavoro sulla sicurezza alimentare, focalizzando l’attenzione proprio sulla temperatura dei frigoriferi.
Il progetto, configurato come un’iniziativa di citizen science (un tipo di ricerca che prevede il coinvolgimento attivo dei cittadini) è stato denominato “Il tuo frigorifero è abbastanza freddo?” e mira a ottenere informazioni sulle temperature operative del maggior numero possibile di apparecchi, per determinare se conservano il cibo in modo corretto. Una precedente ricerca condotta da ZERO2FIVE aveva appurato che la maggior parte delle famiglie britanniche non ha termometri per frigoriferi e che le persone si fidano dei loro apparecchi. Uno degli obiettivi del centro di ricerca gallese è di informare la popolazione di come una temperatura superiore ai 5° C possa favorire lo sviluppo di microrganismi responsabili delle intossicazioni alimentari .
Le persone coinvolte (il reclutamento si svolge dallo scorso agosto fino all’inizio di ottobre) ricevono dei termometri in omaggio e devono rilevare e poi caricare su un portale le informazioni sulla temperatura del loro frigorifero. Visto che ricerche precedenti hanno scoperto che la porta del frigorifero è il posto più caldo all’interno dell’elettrodomestico. I partecipanti devono mettere il termometro proprio nei ripiani che si trovano sulla porta e lasciarla chiusa per almeno 15 minuti. Poi devono aprire il frigorifero e scattare una foto della temperatura indicata sul termometro. Le informazioni ottenute saranno analizzate e i risultati presentati alla conferenza dell’Associazione internazionale per la protezione degli alimenti (Iafp), che si svolgerà alla fine di novembre.
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Mi immagino l’affidabilità e la sensatezza che può avere questa specie di censimento delle temperature fatto con la partecipazione di gente comune, di sempliciotti che prima non avevano nemmeno un comune termometro per il frigo e che ora si mettono a fotografare con lo smartphone un termometro con la porta aperta, non si sa quanto tempo dopo averla aperta.
E lasciar chiusa la porta del frigo per 15 minuti è troppo poco, non basta, dovrebbe restar chiusa almeno un ora.
Poi dovrebbero essere misurate le temperature dei cibi solidi e liquidi all’interno del frigo, lasciati lì fermi ~12-24 ore, a tre altezze, sopra, in mezzo e sotto, usando un comune termometro IR per fare misure non a contatto [a distanza].
Un termometro cinese low-cost è più che sufficiente, costo 10-20 euro.
Ma capisco che sarebbe una mission impossible per vari motivi e si preferisce giocare a far qualcosa, misurando nel frigo la temperatura nella parte meno fredda che fa poco testo, dove in genere si mettono bottiglie ed uova.
Diciamo che il problema evidenziato non è nuovo che altre indagini e rilevamenti hanno posto il problema e le criticità dei frigoriferi sono pressoché identiche. Non stiamo parlando di un grado in più o in meno. Il compito di dotare il frigorifero di un termometro spetta ai produttori che non certo casualmente evitano di affrontare il problema.