Il Beuc (l’Organizzazione Europea dei Consumatori) ad ottobre 2022 ha condotto un sondaggio, a cui hanno preso parte alcuni suoi paesi membri tra cui l’Italia, per analizzare il rapporto tra la sicurezza degli imballaggi per alimenti e la reale conoscenza del consumatore sulle loro modalità di utilizzo. Dall’analisi è emerso che una parte dei consumatori trova poco chiare le informazioni su contenitori e imballaggi per alimenti: il 26% ritiene le informazioni non comprensibili, il 36% non sufficienti e alcuni riscontrano una mancanza di istruzioni. Solo pochi riconoscono i simboli e ancor meno comprendono il loro significato.
C’è chi si dichiara preoccupato per l’impatto sull’ambiente e chi si affida alle autorità per verificare che, tali prodotti, siano sicuri prima che vengano immessi sul mercato. Un’alta percentuale di consumatori utilizza contenitori per alimenti e utensili da cucina usurati o danneggiati. Il 19% riutilizzano gli imballaggi usa e getta per conservare cibi o bevande caldi e il 23% ricicla i contenitori di plastica da asporto per cibi caldi da asporto, non sapendo che così facendo potrebbe aumentare il rischio per la salute. Abbiamo chiesto a Luca Foltran, esperto di packaging e sicurezza dei materiali, un parere.
“La pratica del riutilizzo di imballaggi usa e getta e contenitori monouso da asporto – spiega Foltran – può presentare criticità in quanto si tratta di prodotti progettati, realizzati e (possibilmente) certificati per essere usati una sola volta a contatto con alimenti. Infatti la legge europea in materia di idoneità alimentare istituisce specifiche analitiche e compositive differenti per articoli destinati a uso singolo (prodotti monouso) o destinati a un utilizzo ripetuto nel tempo, prevedendo valutazioni adeguate a seconda della situazione. Lo stesso è previsto da leggi di carattere nazionali per quei materiali per cui non esiste una legge comunitaria armonizzata.
I rischi – continua Foltran – sono legati alla perdita, nel corso del tempo, delle caratteristiche chimiche e tecnologiche tipiche dell’articolo che quindi potrebbe tramutarsi, se riutilizzato, in un prodotto non più idoneo ad entrare in contatto con alimenti.
Cessione di sostanze inaspettate, variazione delle caratteristiche nutrizionali, danni alle caratteristiche organolettiche dell’alimento (odore, colore e sapore) sono solo alcuni esempi dei problemi che si potrebbero incontrare quando un articolo monouso viene impiegato più volte e, ancor più, se in condizioni inadeguate rispetto ai tempi, alle temperature e al tipo di alimento per cui era stato originariamente progettato“.
“Il nostro sondaggio – precisa Monique Goyens direttore del Beuc – analizza il modo in cui i consumatori utilizzano oggetti come i contenitori di plastica da asporto, le teglie in silicone e le padelle antiaderenti. Sebbene siano consapevoli del fatto che gli imballaggi alimentari e gli utensili da cucina possono contribuire ai rischi legati agli alimenti, i consumatori non si sentono sufficientemente informati“.
A seguito del sondaggio è stata stilata una lista di raccomandazioni su come riformulare la legislazione UE: richiedere ai produttori e ai rivenditori di imballaggi alimentari di fornire sempre istruzioni per l’uso che siano di facile comprensione per i consumatori; creare regole più severe in modo che i materiali di imballaggio siano sicuri in tutte le condizioni d’uso prevedibili compreso il riutilizzo. Vietare tutte quelle sostanze chimiche utilizzate per produrre e trattare i materiali di imballaggio alimentare, considerate ad alto rischio come quelle che possono causare cancro, difetti alla nascita o danni all’apparato riproduttivo. Aumentare le risorse per i controlli ufficiali per apportare cambiamenti sul campo, comprese le vendite online e le merci importate.
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I test di cessione eseguiti prima della commercializzazione, non rispecchiano l’uso reale del contenitore.
Nessuno dichiara che i contenitori di plastica non vanno bene né per alimenti caldi né per alimenti grassi.
Il monouso sarà pure igienico, ma è dannoso per la salute per altre vie
In realtà è scritto, solo che noi consumatori o non leggiamo bene tutte le indicazioni oppure….”figurati cosa vuoi che sia……………….
Ottimo! Adesso però occorre divulgare il contenuto di questo “vademecum”.