Quando arriva Carnevale sorge sempre il dubbio su quale tipo di chiacchiere comprare. Come a Natale ci si scontra tra amanti di panettone e pandoro, ci sono i tifosi delle chiacchiere fritte affiancati da una fitta schiera di persone che preferisce quelle al forno considerate meno unte, più leggere e meno caloriche. In questa nota non prendiamo in considerazione le chiacchiere arricchite con strisce di cioccolato o altre bizzarre variazioni che difficilmente migliorano un dolce da gustare solo con una spolverata di zucchero a velo.
Tornando al dubbio iniziale, va detto che molte persone scelgono quelle cotte al forno convinte di mangiare un dolce con meno calorie. In realtà le chiacchiere al forno sono prima fritte nell’olio e poi infornate ad alta temperatura per infondere un colore più ambrato e dare una consistenza biscottata. Il risultato è abbastanza evidente e infatti il sapore risulta nettamente diverso. Non ci sono invece molte differenze per quanto riguarda il contenuto di calorie. A parità di ingredienti il valore energetico è pressoché identico (circa 500 kcal per 100 grammi). Quindi la scelta fra chiacchiere al forno o fritte è strettamente correlata al gusto.
L’altra cosa da notare prima dell’acquisto riguarda l’elenco degli ingredienti proposti in etichetta per valutare il tipo di grassi utilizzati. In genere nella lista compare prima la farina e poi l’olio usato per friggere, seguito dai grassi impiegati per preparare l’impasto oltre allo zucchero e alle uova. Il nostro consiglio è di evitare le chiacchiere che impiegano oli di grassi vegetali di mediocre qualità come quelli di palma e cocco, troppo ricchi di acidi grassi saturi. Meglio optare per i dolci di Carnevale fritti con oli in grado di resistere alle temperature della frittura come quello di arachide, mais, girasole (meglio se alto oleico), oppure di oliva.
L’ultimo appunto riguarda la presenza del burro che caratterizza il gusto finale e dovrebbe essere una presenza in grado di orientare favorevolmente la scelta. Certo anche farina, zucchero e uova sono importanti, ma si tratta di ingredienti con una qualità abbastanza standardizzata e dal costo trascurabile rispetto all’olio di frittura al burro.
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare
Grazie per l ‘informazione! sull’uso dell’olio di girasole e di mais per la frittura ho qlc dubbio. perchè hanno un basso punto di fumo e non è inodore. Al contrario olio di arachide e di oliva hanno un alto punto di fumo e sono da preferire. se sbaglio aggiornatemi GRAZIE PER LE INFORMAZIONI !!!
Qui trova un articolo in cui avevamo trattato l’argomento: https://ilfattoalimentare.it/chimica-frittura-segreti-olio.html
oliva extravergine, ovviamente …
Condivido, anche se non sono pochi i sostenitori di un olio di semi; in quanto l’EVO viene considerato un pò “pesante” per i fritti … Sarebbe interessante conoscere se, a parità di condizioni (tempo d’immersione, temperatura, asciugatura) trattiene più olio la chiacchiera fritta di quella fritta in EVO.
Esiste in commercio l’olio di girasole altoleico, che dovrebbe resistere di più alle alte temperature
Sempre molto interessante e di aiuto a comprendere meglio i prodotti che mangiamo. Grazie
Articolo, come sempre, molto utile ed interessante.
E lo strutto? per frigere, una volta non erano fatte cosi? Si trovano ancora quelle fatte con lo strutto.