Con l’inizio del 2023 dovremmo poter dire finalmente addio ai dubbi su dove buttare gli imballi. Come abbiamo visto, dopo molti rinvii, le nuove etichette (decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116) con le indicazioni relative ai materiali e le istruzioni per il loro riciclo saranno obbligatorie per tutti gli imballaggi. L’applicazione della misura è slittata al 31 dicembre 2022 e, in vista della sua entrata in vigore, il ministero della Transizione ecologica ha emesso anche le linee guida per supportare le imprese. Si tratta di un documento di 45 pagine, elaborato tenendo conto delle proposte dal Consorzio nazionale imballaggi (Conai).
Vediamo quali sono le indicazioni più utili per una corretta lettura e valutazione. Le informazioni contenute possono essere di tre livelli. Il primo è quello delle informazioni necessarie, che permettono di rispondere alla norma. Il secondo livello riguarda le cosiddette informazioni altamente consigliate, che rendono la comunicazione più efficace. C’è infine anche il livello delle informazioni consigliate, che permettono di arricchire l’etichettatura di contenuti utili per una raccolta di qualità (vedi schema sotto).
Il format proposto è il seguente. In primis si suggerisce di indicare la tipologia di imballaggio con una descrizione per esteso o una rappresentazione grafica del contenitore (bottiglia, lattina, ecc.) e delle diverse componenti separabili manualmente. Seguono le due informazioni necessarie, cioè la codifica identificativa del materiale di imballaggio di ciascuna componente separabile (per esempio Pet, Pap, ecc.) e le indicazioni sulla raccolta, specificando in modo chiaro la famiglia di materiale/i di ogni componente. Queste diciture possono essere realizzate utilizzando i codici colore unificati previsti dalla norma Uni 11686 (vedi sotto). Infine si propone (informazione consigliata) di inserire anche dei suggerimenti per una raccolta differenziata di qualità, come quello di sciacquare o di schiacciare il contenitore prima di conferirlo nei bidoni, piuttosto che di separare l’etichetta.
Ma che cosa si intende per componenti separabili manualmente? Con queste due parole si indicano le parti che l’utente può separare completamente (salvo eventuali residui irrisori di materiale che possono restare adesi dopo la separazione), senza rischi e con il solo utilizzo delle mani senza dover ricorrere a ulteriori utensili. Quando ci sono però sistemi di imballaggio che prevedono un corpo principale e altre componenti accessorie non separabili manualmente (come per esempio le etichette adese, i tappi e le chiusure non separabili, piuttosto che le finestre), le etichette devono riportare obbligatoriamente la codifica identificativa del materiale del corpo principale e le indicazioni sulla raccolta (che seguono il materiale del corpo principale). Ove possibile, si può indicare la codifica del materiale delle componenti non separabili manualmente ma, rispetto a queste, non va riportata l’indicazione sulla raccolta.
Per adempiere all’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi è consentito anche il ricorso a canali digitali (es. App, QR code, siti web). Questi sistemi possono sostituire completamente o integrare le informazioni riportate sull’imballaggio. Naturalmente, quando questo avviene, devono essere riportate sul contenitore o nel punto di vendita, sia esso fisico o virtuale, le istruzioni per consentire al cittadino di avere le informazioni ambientali obbligatorie tramite i canali digitali. Per rendere disponibili le informazioni di etichettatura ambientale è possibile utilizzare uno strumento digitale che rimanda a una pagina dedicata a patto che l’accesso all’informazione risulti facile e diretta. Nel frattempo, fino a esaurimento scorte, è possibile per gli operatori commercializzare i prodotti privi dei nuovi requisiti di etichettatura già immessi in commercio o già provvisti di etichetta al 1° gennaio 2023.
© Riproduzione riservata; Foto: Depositphotos, ministero della Transizione ecologica
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