La ricerca su quanto costa fare la spesa nei supermercati italiani e nei discount realizzata da Altroconsumo condotta fra il 7 marzo e il 1° aprile 2022 e pubblicata il 1 settembre (ne parliamo qui), secondo me ha una scarsa validità. I motivi sono diversi. L’aumento dei prezzi da aprile ad agosto è stato ben superiore alla comparazione fatta da Altroconsumo fra marzo 2021 e marzo 2022 (lo dice l’Istat e soprattutto le analisi di NielsenIQ e IRi). La ricerca inoltre non mette sufficientemente in risalto il problema dei prezzi che continuano a cambiare.
Nelle grandi città il prezzo che viene rilevato nei supermercati della stessa catena cambia da zona a zona. O si prendono tutti i punti vendita e si fa una media sensata, oppure si rischia di fare una ‘media’ insufficiente. La localizzazione del punto vendita determina il livello di prezzi, se in una certa zona un supermercato ì è leader, ha prezzi più elevati. Con i segnaprezzi elettronici il prezzo esposto in un singolo punto di vendita viene cambiato anche più volte nel corso della giornata. Quando è passato il rilevatore di Altroconsumo che ora era? Quante volte è cambiato prima e dopo la sua rilevazione? Quante rilevazioni sono state fatte nel marzo 2022 per ciascun ipermercato e supermercato e discount? La ricerca non lo dice, come se il prezzo fosse un elemento statico. Il prezzo è un elemento dinamico, che cambia di continuo. Sarebbe interessante sapere da NielsenIQ e IRi quante volte è cambiato il prezzo in ciascun negozio nel marzo 2022. Loro lo sanno, ma non possono dirlo senza l’autorizzazione dei loro clienti che sono le catene di supermercati.
Per tutti questi motivi ho seri dubbi sulle classifiche di Altroconsumo, anche perché la rivista dà la possibilità di acquistare “concede in licenza” la coccarda di “supermercato salvaprezzo” alle catene e ai punti vendita posizionati in testa alle varie classifiche che la possono utilizzare nei messaggi pubblicitari o promozionali.
Luigi Rubinelli collaboratore di Alimentando.info
Alcune osservazioni di Luigi Rubinelli sono condivisibili, ma la classifica di Altroconsumo ha una sua validità. È infatti l’unica rilevazione che fornisce ai consumatori elementi di confronto fra le catene. I dati in tempo reali esistono ma nessuno li diffonde, per cui la rivista è la sola fonte che da anni realizza una rilevazione ampia nei punti vendita. Anche in altri Paesi europei si pubblicano inchieste sui prezzi destinate ai consumatori seguendo schemi simili.
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Le osservazioni di Rubinelli sono tutte corrette, aggiungerei anche che andrebbero considerati anche i prezzi promozionali.
Sapere dove fosse più conveniente fare la spesa 6 mesi fa è interessantissimo, senza dubbio. Specie riguardo la dinamica dei prezzi degli ultimi mesi.
Altroconsumo descrive il trend dei supermercati più convenienti facendo riferimento a una rilevazione di alcuni mesi fa. Il dato sulla catena più “risparmiosa” in tempo reale probabilmente è un dato che Nielsen o Iri Infoscan o altre società di ricerca di mercato potrebbero estrapolare. Questo per non viene fatto perché sono dati”sensibili” . Per questo bisogna accontentarsi della rilevazione di Altroconsumo che secondo me non si discosta molto dalla realtà ed è comunque un buon indice di riferimento.
Concordo con quanto detto dal Dott. La Pira
Bah, ha ragione Rubinelli.
Altroconsumo per esempio premia ancora Eurospin come miglior discount ma oggi i prezzi di questa insegna sono aumentati notevolmente rispetto agli altri competitors. E noi che andiamo a fare la spesa in diversi posti dove troviamo convenienza, notiamo che ad esempio oggi i prezzi della linea Smart di Esselunga sono di gran lunga migliori di quelli di Eurospin.
Permettere alle insegne di fregiarsi del titolo di “miglior…” fino al prossimo aggiornamento lo trovo abbastanza fuorviante della realtà.
Inoltre Altroconsumo, anche che sia una associazione autorevole, non è la sola associazione dei consumatori sulla piazza e di certo non la SOLA più autorevole: purtroppo anche le associazioni dei consumatori si muovono in ordine sparso senza comunione di intenti (si veda anche la posizione diversa sul Nutriscore applicato in Italia!)
Un problema della classifica è che il rilevamento prezzi risale a un mese fa e nell’ultimo trimestre i prezzi sono cambiati molto.