bottiglie acqua minerale plastica

Mentre la crisi climatica e la siccità stanno cominciando a mostrare il loro volto più inquietante anche in Italia, risulta quanto mai opportuno fare il punto sull’acqua da bere. Quest’ultimo è infatti probabilmente l’uso primario irrinunciabile della preziosa risorsa idrica. Su tale aspetto occorre prima di tutto chiarire che, nel nostro Paese, abbiamo a disposizione un’ottima acqua fornita dalla rete idrica e chili rubinetto costituisce sicuramente la scelta migliore sia sotto il profilo economico sia per quanto riguarda l’aspetto ambientale. Eppure, con 215 litri a testa all’anno, l’Italia è prima in Europa per consumo di acqua in bottiglia e in testa alla classifica mondiale insieme  agli Emirati Arabi e al Messico.

Il test di Altroconsumo

Ma come sono queste amatissime acque in bottiglia che si trovano tra gli scaffali dei punti vendita? Secondo quanto emerge dagli ultimi test di Altroconsumo, pubblicati sul numero di giugno della rivista Inchieste effettivamente non si riscontrano gravi criticità. Le analisi, realizzate come di consueto da laboratori indipendenti, riguardano 38 acque naturali e confermano l’assenza di problematiche significative, anche se non manca qualche piccolo neo. Per quanto riguarda  la presenza di metalli: ne sono state ritrovate tracce in otto prodotti. Si tratta in particolare di arsenico per sette confezioni e di nichel per una (Lilia Giovane), ma si tratta sempre di residui sempre all’interno dei limiti di legge. Rispetto ai contaminanti, si rileva poi una diffusa presenza di antimonio, possibile cancerogeno. Anche questo, comunque, resta entro quantità molto inferiori ai limiti di legge e non risulta pericoloso per la salute. Quindi in definitiva non esistono problemi di sorta.

Uomo riempie un bicchiere con l'acqua del rubinetto in cucina
Abbiamo un’ottima acqua del rubinetto, che rappresenta la scelta migliore sia sotto il profilo economico sia per quanto riguarda l’aspetto ambientale

L’impatto ambientale dell’acqua minerale

L’ambito nel quale Altroconsumo fa il maggior numero di osservazioni tra un prodotto e l’altro riguarda il materiale con cui viene realizzata la bottiglia con il relativo tappo e, soprattutto, l’etichetta. Per  la bottiglia, la valutazione dell’associazione dei consumatori penalizza l’uso del vetro, scelto da marche come Humana e Fiuggi. Sebbene sia diffusa una visione che considera tale materiale più ‘ecologico’ della plastica, gli esperti di Altroconsumo esprimono un parere contrario.

Sotto il profilo ambientale, e in assenza di un sistema di recupero con il deposito cauzionale, ritengono che sia comunque preferibile il Pet della plastica. Il trasporto di un materiale più pesante e fragile nello stesso tempo abbinato a un sistema di riciclo molto energivoro, determinano maggiori emissioni di CO2. Il Pet, d’altro canto, comincia oggi a essere realizzato anche a partire da plastica riciclata, una scelta che, tra i prodotti testati, si ritrova in otto bottiglie su 38, con percentuali variabili dal 30 al 100%. Si tratta di modifiche attuate in vista dell’adeguamento alla direttiva europea (2019/904) che prevede, a partire dal 2025, per le bottiglie in Pet la presenza di almeno il 25% di materia prima riciclata.

Collo di bottiglia in Pet con tappo tradizionale; Concept: Nuovi tappi Coca-Cola
Dal luglio 2024 i contenitori con tappo in plastica potranno essere immessi sul mercato solo se questi ultimi restano attaccati al contenitore

Le criticità

Tra le bottiglie in plastica, le criticità principali sono state rilevate rispetto alla maneggevolezza e al fatto che alcune, probabilmente a causa della riduzione di quantità di materiale impiegato, tendono a piegarsi quando si versa l’acqua. Riguardo ai tappi, il test evidenzia la difficoltà nello svitarne alcuni. Su questo aspetto dovremo aspettarci presto diverse novità, visto che, in base alla direttiva europea sulla plastica monouso, dal luglio 2024 i tappi in plastica dovranno restare attaccati al contenitore. Come si è già notato i nuovi tappi, mostrano però qualche criticità sul fronte della comodità, soprattutto per quanto riguarda la chiusura dopo l’uso.

La differenza più importante tra le acque considerate nel test riguarda le etichette. Su questo fronte si evidenzia una lacuna da parte di Levissima, che su entrambe le bottiglie (da un litro e da un litro e mezzo) non indica la sorgente. Inoltre, le acque Valmora, Santa Croce e Humana dichiarano di essere adatte per l’alimentazione dei lattanti (per la preparazione del latte artificiale), ma non specificano, come prescrive il ministero della Salute, l’avvertenza che, ove possibile, sarebbe preferibile l’allattamento al seno. Inoltre, solo Evian e Smeraldina riportano la data di imbottigliamento e, in molte, la data di scadenza e il lotto sono poco leggibili.

acqua minerale naturale, test altroconsumo giugno 22
Smeraldina è la ‘Migliore del test’, mentre Guizza risulta il ‘Miglior acquisto’. Qualche problema su Lilia, perché acque molto diverse hanno lo stesso nome

L’acqua migliore del test

Fatte queste doverose premesse: l’acqua premiata da Altroconsumo come ‘Migliore del test’ è la sarda Smeraldina Monti di Deu. Questo prodotto, nella bottiglia in Pet da un litro e mezzo, brilla nelle prove e vanta la presenza della data di imbottigliamento sull’etichetta. Le critiche riguardano il tappo particolarmente difficile da svitare e un prezzo decisamente al di sopra della media (0,39 al litro).

Per trovare i prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo bisogna orientarsi su quelli premiati con la valutazione di ‘Miglior acquisto’. In questo caso abbiamo due marche: l’Alpe Guizza Caudana e la Gran Guizza Valle Reale, rispettivamente di qualità ottima e buona. Questi due prodotti hanno un prezzo medio al litro molto conveniente (0,09 euro) e hanno superato brillantemente tutte le prove del test. Gli aspetti negativi riguardano esclusivamente la mancanza della data di imbottigliamento e dell’indirizzo mail del produttore in etichetta, la maneggevolezza e qualche difficoltà nell’apertura del tappo.

Una nota importante viene fatta sull’acqua Lilia. Questo prodotto, anche quando proviene da sorgenti con caratteristiche estremamente diverse, non presenta nessuna variazione di denominazione sul fronte dell’etichetta. Le due sorgenti considerate nel test sono Giovane, con acqua prelevata in provincia di Potenza, e Primaluna, che arriva da una sorgente della provincia di Lecco. La prima contiene un residuo fisso triplo e una quantità di sodio nove volte superiore rispetto alla seconda. L’acqua lucana, inoltre, contiene sei volte più arsenico rispetto a quella lombarda e si rileva anche la presenza di nichel.

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