La rivista Il Salvagente ha condotto un test su 15 integratori anti colesterolo scoprendo che quattro prodotti a base di riso rosso fermentato non superano la prova di disaggregazione. Si tratta delle compresse di Matt divisione Pharma “Fitosteroli e riso rosso colesterolo”, Pharm Extracta “Berberol K”, Cisbani Pharma “Farma Colest” e per ultimo Guidotti “LevelipDuo”(va etto che la Guidotti appena ha avuto la notizia ha ritirato dal mercato sette lotti di LevelipDuo per verifiche. La questione è importante. Se l’integratore non si scioglie nei tempi previsti dalla farmacopea europea (30 minuti dopo l’ingestione), la monacolina k – principio attivo considerato una vera e propria “statina” naturale –, non viene assorbita come dovrebbe. Va subito chiarito che le prove di disaggregazione non sono obbligatorie per gli integratori alimentari ma sono richieste solo per i farmaci. Ciò non toglie che il ritardo nella disaggregazione vanifica in parte l’effetto del principio attivo.
Segnalazione al Ministero sugli integratori anti colesterolo
Il Salvagente dopo avere visto i risultati ha informato il Ministero della Salute che ha preso subito posizione. “La questione della disaggregazione delle compresse –precisa il ministero – pur non essendo richiesta obbligatoriamente dalla normativa Ue, è importante per garantire sia la disponibilità del contenuto dell’integratore sia per evitare eventuali problematiche di salute legate al permanere di compresse non sciolte”.
Il Ministero, alla luce dei risultati delle indagini scientifiche svolte, dopo avere chiesto chiarimenti agli operatori, ha provveduto ad emanare una circolare. La circolare emanata (scaricala qui) precisa che “Pur consapevoli che il test di disaggregazione presente nella Farmacopea europea è applicabile al campo farmaceutico e non a quello alimentare, si ritiene che la capacità delle compresse di disaggregarsi debba essere monitorata dagli operatori per garantire il consumatore e tutelarne anche la sicurezza.”Si tratta di una decisione importante, a tutela dei consumatori, che apre all’obbligatorietà di questi importanti test, in un settore che vale 3,5 miliardi all’anno e che ha visto gli integratori per contenere il colesterolo registrare una crescita del 39% subito dopo il lockdown del 2020.
© Riproduzione riservata Foto: AdobeStock (copertina), Il Salvagente
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giornalista redazione Il Fatto Alimentare