Le proposte bocciate dall’Europarlamento però non sono però così infondate. Per rendersene conto basta leggere il report pubblicato dall’Alcohol Health Alliance (AHH) che rivela i risvolti critici dovuti alla carenza di informazioni nutrizionali sulle etichette. Lo studio diffuso in questi giorni ha analizzato 30 bottiglie di vino rosso, bianco, rosato, fruttato e frizzante di 10 marche leader nel Regno Unito. Si è così scoperto che il vino può contenere da 0 g a 59 g di zuccheri liberi per bottiglia. C’è di più, solo il 20% delle etichette prese in esame riporta il contenuto calorico, mentre nessuna mostra la quantità di zucchero. Secondo l‘AAH in questo modo i bevitori non vengono informati su quante calorie ci sono.
Le linee guida del governo britannico raccomandano non più di 25 g di zuccheri liberi al giorno per un adulto (con un fabbisogno calorico da 2.000 kcal). È quindi possibile raggiungere quasi tutto il quantitativo bevendo due bicchieri di medie dimensioni scegliendo fra alcuni dei vini dolci più popolari sul mercato. Sir Ian Gilmore, presidente dell’AHA, ha dichiarato: “L’attuale esenzione dell’alcol dalle norme sull’etichettatura di cibi e bevande è assurda. Gli acquirenti che acquistano latte o succo d’arancia hanno contenuto di zucchero e informazioni nutrizionali a portata di mano. Ma queste informazioni non sono richieste quando si tratta di alcol, un prodotto che non solo alimenta l’obesità ma con danni alla salute diffusi e collegato a sette tipi di cancro”.
Va però ricordato che le regole britanniche sono diverse da quelle dell’Ue dove, a partire dal 1 gennaio 2023 (secondo quanto previsto dai regolamenti della nuova Politica Agricola Comune PAC 2023-2027 e al termine di un periodo transitorio nel quale i produttori avranno il tempo di adeguare i loro prodotti) anche le etichette del vino riporteranno i valori nutrizionali e la lista degli ingredienti.
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“Si è così scoperto che il vino può contenere da 0 g a 59 g di zuccheri liberi per bottiglia”; in una lattina di Coca Cola da 330 mL ci sono 36 g di zuccheri…
E’ più facile bersi una (o più) lattine di Coca Cola che una bottiglia di vino. Poi quei vini con “59 g di zuccheri” devono essere dei passiti o dei marsala, e voglio vedere bersene una bottiglia. Di solito sono vini che si accompagnano a pasticceria secca e se ne beve un bicchierino. Falso problema.
Certo quello che dice lei è corretto, ma trattandosi di un prodotto alimentare secondo me dovrebbe seguire le regole di tutti gli altri prodotti alimentari confezionati e quindi avere un’etichetta con l’elenco degli ingredienti e degli allergeni.
Concordo con entrambi i commenti .
Dire che l’alcool sia cancerogeno è una verità scientifica. Il consumatore deve imparare a leggere sempre le etichette,che dovrebbero però essere scritte in modo più comprensibile,e che il cosidetto semaforo vada spiegato bene. Altrimenti i ns. politici patrioti avranno sempre buon gioco sui luoghi comuni storici e inviolabili.
A parte l’ossessione sugli zuccheri, che sta raggiungendo livelli parossistici (25 grammi al giorno? in pratica due cucchiai da tavola?) che gli inglesi si occupino del vino è un po’ come se gli eskimesi si interessassero del latte di cocco… non è ESATTAMENTE il loro campo, e comunque a casa loro facciano un po’ come vogliono, vorrà dire che “il continente resterà isolato” una volta di più.
Quanto all’alcol, è classificato cancerogeno, ma le cause del cancro sono multifattoriali, tra predisposizione genetica, ambiente, stile di vita, e il fatto che una sostanza aumenti il RISCHIO di contrarre alcune forme di tumore significa solo che quella sostanza deve essere trattata con attenzione, NON significa affatto che causerà CERTAMENTE un cancro.
Si parla dell’aumento del RISCHIO, che per la maggior parte dei tumori nel corso della vita di un individuo è dell’1% (una persona su 100 contrarrà un cancro), nei casi di forti bevitori l’aumento del rischio del 10% porterebbe i casi a 1,1 ogni 100… un aumento minimo, mentre nei casi di consumo moderato l’aumento del rischio è di molto inferiore e lo scarto sarebbe di fatto insignificante.
Mi auguro che invece non venga toccata l’immagine con il divieto di consumo in gravidanza, un problema non ancora sufficientemente noto. Secondo i dati sono ancora tantissime, troppe le donne che consumano alcol in gravidanza perché non adeguatamente informate dei rischi che corrono. I disturbi dello spettro fetale alcolico sono un problema reale e più diffuso di quanto si creda che comprende disturbi del comportamento e alterazioni morfologiche dei bambini affetti. Spesso non viene diagnosticato e a volte le manifestazioni comportamentali vengono confuse con lo spettro autistico. L’unico rischio zero si ha evitando l’alcol fin dal concepimento. Di questo si dovrebbero preoccupare anche i molti colleghi medici, specialisti e non, che ancora dicono erroneamente che ‘qualche bicchiere è consentito’.
concordo, senza dimenticare i ragazzi e, naturalente, i ragazzini, per permettere uno sviluppo armonioso e completo del sistema nervoso
Concordo con Valentina: l’UNICO vero problema legato al vino (ed alcolici in genere) è quello legato al consumo in gravidanza.
Ho visto pochissime bottiglie riportare in etichetta il diagramma rappresentato da una donna stilizzata con il pancione e sopra una barratura trasversale.
Parlando di prevenzione primaria, questa sconosciuta, mettere una singola fonte scientifica è inutile tante sono……..
—Qualunque sia il livello di consumo, “less is better”: meno è meglio è. E se si vuole fare prevenzione del cancro, non bere è la scelta migliore. —
Sulle etichette e sulla loro efficacia dissuasiva non so bene ma cosa stiamo difendendo?
Devo entrare a gamba tesa sui numeri della incidenza del tumori/cancro ( che non sono la stessa cosa ) nelle persone, di cui l’alcool è uno dei corresponsabili, i numeri dicono questo:
https://www.epicentro.iss.it/tumori/pdf/2020_Numeri_Cancro-pazienti-web.pdf
——A conti approssimati ci sono in Italia circa 380mila nuovi casi all’anno ( 0,64% sulla popolazione totale )—–
https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/cose-il-cancro/numeri-del-cancro ( dati 2021 )
——-Nel corso della vita circa un uomo su 2 e una donna su 3 si ammalerà di tumore.——-
——-Nella popolazione italiana vi sono circa 3.600.000 persone (il 5,7 per cento circa della popolazione) che hanno avuto una diagnosi di tumore.——-
Anche ammettendo che altri fattori sono o possono essere più rilevanti ma si tratta di persone non numeri, vite spezzate con sofferenze e altre disgrazie allegate.
Qualcuno dirà che qualsiasi cosa mangiamo, beviamo o facciamo in particolari circostanze può danneggiarci, infatti le indicazioni di precauzione ci sono dovunque, perchè non in questo caso?
Il consumo sarà comunque libero nei limiti di legge, che comprende anche il divieto ai minori, praticamente lettera morta.
In che senso, il divieto ai minori sarebbe lettera morta?
In Italia non è consentita la vendita ai minori di ogni tipo di alcolico, lo sanno e lo rispettano tutti gli esercenti.
Ovvio che se l’acquisto lo fa un maggiorenne e poi passa il litrozzo al ragazzino il divieto è evitato.
Ma cosa dovrebbe fare lo Stato, secondo te, assegnare a ogni neonato un carabiniere che lo seguirà H24 sino ai 18 anni?
Quanto all’aumento del rischio di tumore ne ho già parlato prima, per la maggior parte dei tumori è dell’1%, nei casi di forti bevitori il rischio aumenterebbe allo 1,1%.
Ovvio che anche un singolo caso su 8miliardi di terrestri è una vita spezzata, ma cosa suggerisci, di ibernarci tutti per un 5miliardi di anni, in attesa che esploda il Sole e ci levi il rischio di vivere?