Come riprogettare i prodotti agroalimentari italiani in modo che possano coniugare una maggiore sostenibilità e una migliore qualità? L’evento, organizzato lo scorso 13 dicembre dal Crea Alimenti e Nutrizione con il titolo Italian Food Design – Ridisegnare il cibo italiano in un’ottica di sostenibilità, è stato l’occasione per presentare esperienze e progetti finora inaugurati in Italia in questa direzione e promuoverne ulteriori. Durante la giornata, svoltasi all’insegna del confronto tra il mondo della ricerca e i rappresentanti dei giovani produttori delle piccole e medie imprese italiane, è stato presentato l’hub Sustainable Food Design, creato da Stefania Ruggeri, ricercatrice Crea Alimenti e Nutrizione.
L’intento di questo progetto è promuovere concretamente una nuova visione della qualità alimentare che sappia coniugare, da una parte, i valori di gusto, territorio e tradizione e, dall’altra, quelli della sostenibilità sociale e ambientale. Tale processo è sostenuto e agevolato, in particolare per le piccole e medie imprese che costituiscono il tessuto principale dell’agroalimentare italiano, da questo hub: un centro d’incontro nel quale si intrecciano varie discipline. Biotecnologie, agronomia, ecologia, nutrizione, chimica degli alimenti, design, gastronomia, comunicazione e scienze sociali: tutte le competenze legate a queste discipline possono essere messe al servizio delle imprese agroalimentari impegnate a declinare, nel contesto italiano, il paradigma verde proposto dall’Europa con il Green Deal.
“Vogliamo aiutare la transizione delle nostre piccole e medie imprese verso una sostenibilità che sia al contempo ecologica, sociale ed economica – ha spiegato Stefania Ruggeri –, supportandole anche sul fronte della comunicazione, in modo che riescano a trasferire ai consumatori il valore rinnovato dei loro prodotti”. Nel corso dell’evento sono stati presentati alcuni progetti già realizzati. Tra questi, nell’ambito del Programma di sviluppo rurale della regione Lazio, la promozione della micro-irrigazione, della riduzione di farmaci e pesticidi e della produzione di pack innovativi in grado di raccontare meglio i prodotti. “Un’altra iniziativa, inaugurata solo qualche giorno fa alla reggia di Caserta – ha continuato Ruggeri –, prevede la realizzazione di menu mediterranei sostenibili presso la ristorazione, che saranno evidenziati da un logo creato ad hoc”.
Tra le iniziative citate nel corso dell’evento, spicca anche il sostegno allo sviluppo della coltivazione idroponica, presso Ferrari Farm, azienda agricola certificata biologica in provincia di Rieti, che vanta l’unico impianto in Europa per coltivazioni idroponiche in serre sterili ed ermetiche. I numerosi interventi che si sono susseguiti hanno poi permesso di illustrare l’attività svolta da altre realtà impegnate nel food design, come il Centro d’innovazione tecnologica dell’Università di Siena Santa Chiara Lab, che sperimenta sul campo ed è stato presentato dal suo direttore Fiorino Pietro Iantorno.
Carlo Hausmann, di Agro Camera, ha illustrato le attività a sostegno dei piccoli imprenditori che da soli non avrebbero i mezzi per realizzare progetti di ricerca e sviluppo. Mentre Alex Giordano, dell’Università degli Studi di Napoli, ha parlato di Rural Kack, hub da lui fondato nel 2003, proprio con l’intento di promuovere la digitalizzazione delle piccole e medie imprese dell’agroalimentare in una logica di sistema.
Infine, nella seconda parte dell’evento, sono intervenuti Alessandra Pesce, del Crea Politiche Bioeconomia, che ha spiegato come sta cambiando il paradigma nelle politiche agricole comunitarie. La giornata si è chiusa con gli interventi di alcuni giovani produttori italiani alle prese con la sfida dei mercati per conciliare sostenibilità e competitività, che hanno evidenziato quali sono le loro esigenze principali per essere sostenuti verso l’innovazione.
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