Siamo ormai abituati a ogni forma di tecnologia, eppure il forno a microonde è un elettrodomestico che suscita ancora dubbi e paure e spesso non viene utilizzato per tutte le sue funzioni, ma solamente per scaldare i cibi già cotti altrove. Un peccato, considerando che si tratta invece di un apparecchio che consente cotture rapide e sane ed evita sprechi energetici. Vi proponiamo quindi in questa pagina i consigli di Altroconsumo per utilizzarlo al meglio, sfruttandone tutte le potenzialità, troppo spesso trascurate e cinque falsi miti da sfatare. Prima di tutto, però, occorre chiarire come funziona questo elettrodomestico: grazie a uno specifico dispositivo che si chiama magnetron, l’elettricità al suo interno viene trasformata in onde elettromagnetiche. Il campo elettromagnetico che si genera nel forno mette in movimento le molecole di acqua, lipidi e carboidrati contenute negli alimenti e il loro strofinamento produce calore.
Sul fronte dell’utilizzo, la cottura attraverso le microonde ha il vantaggio principale di essere particolarmente rapida, ma non è l’unico. I cibi sono infatti cotti in maniera più omogenea, riescono a mantenere intatte le sostanze nutritive e non vengono bruciati. Inoltre, la disponibilità di diverse modalità di cottura, anche abbinabili tra loro, permette in molti casi di sostituire il forno tradizionale. Le opzioni possibili comprendono infatti in molti modelli anche la cottura statica, ventilata o grill uguali a quelle di un normale forno elettrico, ma con quest’apparecchio sono possibili anche dei pratici abbinamenti (ventilato+microonde oppure grill+microonde) che velocizzano la preparazione degli alimenti, offrendo però un risultato finale simile a quello che si ottiene con il forno tradizionale. Infine, la delicata cottura al vapore è realizzabile in ogni forno a microonde con il semplice inserimento di una scodellina d’acqua nel forno, insieme al cibo da preparare.
I rischi e i più comuni errori da evitare sono pochi. Come per ogni forno, la maggior parte riguarda le scottature. Qualche attenzione particolare va dedicata agli alimenti rivestiti di pelle, buccia o guscio, come uova, pomodori, patate, castagne o salsicce, perché potrebbero scoppiare all’interno del forno o durante l’estrazione. Le più pericolose sono le uova, per le quali è necessario utilizzare contenitori ad hoc o preferire una cottura tradizionale. Per tutti gli altri, è sufficiente avere l’accortezza di bucherellare o pelare gli alimenti. Qualche attenzione extra va poi dedicata ai liquidi, che potrebbero andare oltre il punto di ebollizione senza che si formino vapori o bolle, con il rischio che, alla minima agitazione del contenitore, possano provocarsi grosse bolle che scoppiano e la conseguente possibilità di scottature.
I materiali più adatti per la cottura al microonde sono gli isolanti elettrici, come il vetro e la porcellana, che lasciano penetrare quasi completamente le microonde. Le stoviglie di metallo o con decorazioni metalliche vanno invece evitate perché riflettono le microonde e non permettono il riscaldamento dei cibi, inoltre, se troppo vicine alle pareti, possono sviluppare scintille. Per quanto riguarda i materiali plastici, tutti i recipienti che possono essere introdotti senza problemi riportano il relativo simbolo, nel quale il valore numerico indica la potenza massima a cui possono essere sottoposti, mentre la dicitura ‘no lid’ ricorda la necessità di rimuovere il coperchio, per evitare che la pressione all’interno di un contenitore chiuso lo faccia esplodere. A questa considerazione va poi aggiunta quella che alcune plastiche morbide, come quelle dei coperchi di alcuni contenitori ermetici, potrebbero danneggiarsi.
La manutenzione è un altro capitolo importante. Per quanto riguarda la pulizia, dopo la rimozione del piatto girevole, che si lava come un qualsiasi piatto, il forno può essere pulito con due modalità. Se non è molto sporco è sufficiente passare un panno in microfibra o inserire all’interno una tazza di acqua e aceto e farlo andare alla massima potenza per pochi minuti, per poi pulire con un panno le superfici umide. Se invece è molto sporco, può essere utilizzato un detersivo per stoviglie (detersivo per i piatti o sgrassatore), ma occorre poi sciacquare accuratamente. Rispetto alle riparazioni, invece, è importante evitare qualsiasi riparazione fai da te, perché all’interno dei forni è presente un condensatore con una grossa carica elettrica. Inoltre, il rischio di non rimontare correttamente tutti i dispositivi di sicurezza dopo la riparazione, potrebbe renderne l’uso dannoso per la salute.
Altroconsumoricorda quali sono i miti da sfatare su questi forni rispondendo ad alcuni quesiti.
1. Le microonde possono uscire ed essere dannose per la salute? Falso. In normali condizioni non vi sono fuoriuscite né lungo i bordi né a distanza ravvicinata. Piccole perdite di radiazione durante il funzionamento si possono osservare solo in caso di manomissione o evidente ammaccatura della porta.
2. Il forno a microonde è cancerogeno? Falso. Come conferma anche l’Airc (Associazione italiana ricerca sul cancro) quest’ipotesi si deve probabilmente al fatto che l’elettrodomestico funziona attraverso l’impiego di radiazioni, ma si tratta di un tipo di radiazioni che non presentano alcun rischio. I forni a microonde producono radiazioni a bassa energia, che non hanno potere ionizzante e non possono quindi produrre variazioni nel Dna. Inoltre, l’eventuale fuoriuscita è talmente rara e di lieve entità che l’esposizione sarebbe comunque minore a quella dovuta all’uso di un normale telefono cellulare.
3. Dal punto di vista nutrizionale, la cottura al microonde altera gli alimenti? Falso. È vero piuttosto il contrario: rispetto ai metodi tradizionali, questo tipo di cottura danneggia meno le vitamine idrosolubili (C e B) e produce meno sostanze indesiderate come gli idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), che si formano per esempio con la cottura alla griglia.
4. I forni a microonde possono interferire con altri apparecchi? Falso. Non interterferiscono né con le reti wireless né con i pacemaker, a meno che questi ultimi non siano modelli molto vecchi, che però interferirebbero praticamente con tutti gli apparecchi elettronici.
5. Se inserisco il mio cellulare nel microonde e continua a ricevere il segnale, vuol dire che il forno non è schermato? Falso. Il test del cellulare nel forno non è efficace per valutarne la tenuta. La frequenza delle microonde del telefono, infatti, è molto diversa da quella delle onde del forno e le schermature sono ottimizzate per la specifica lunghezza d’onda che devono schermare.
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In effetti il dubbio impera …!!Utilizzo moltissimo il microonde ma solo per riscaldare velocemente un cibo gia’ cotto ,oppure se mi serve scongelare attivo l’opzione scongelamento. Devo dire che non saprei farne a meno perche’ purtroppo sono sempre di corsa.
Ho sempre letto e sentito dire che bisogna stare lontano dal microonde in funzione almeno un metro e mezzo.Nel dubbio (perche’ i dubbi ci sono e fin adesso non me li ha tolti nessuno ) attuo il principio di precauzione.Quando e’ in funzione, velocemente mi allontano qualche minuto..
Tanto non mi costa nulla..
“i cibi (…) non vengono bruciati”
Non è del tutto esatto, in microonde i cibi non bruciano come nel forno ma carbonizzano ugualmente se si sbagliano potenza e/o tempi, o i cibi hanno consistenza diversa a seconda dei punti (un kebab su piadina si riscalda ma la piadina in alcuni punti può annerire), inoltre ci sono zone particolari (“hot spot”) in cui le microonde sono più concentrate e lì facilmente i cibi anneriscono.
“la delicata cottura al vapore è realizzabile in ogni forno a microonde con il semplice inserimento di una scodellina d’acqua nel forno, insieme al cibo da preparare.”
Sconsigliato, intanto riempire di vapore l’intero volume del microonde magari per tre zucchine non è pratico, e inoltre il forno non è a tenuta stagna quindi non è neppure certo che si saturi di vapore, molto meglio mettere i cibi in un recipiente di adatte dimensioni, chiuso col suo coperchio non bloccato, e posati su una griglia apposita che li isoli dall’acqua sottostante.
“Qualche attenzione particolare va dedicata agli alimenti rivestiti di pelle, buccia o guscio”
E ai recipienti e ai barattoli, perché ogni contenitore stagno sigillato (dall’uovo nel suo guscio alla marmellata nel suo vasetto) può raggiungere pressioni interne tali da farlo esplodere nel microonde, con conseguente necessità di ripulirlo e levare i cocci taglienti, ma quel che è peggio è che possono esplodere una volta fuori dal forno o aprendoli provocando brutte ustioni e ferite.
“Per quanto riguarda i materiali plastici, tutti i recipienti che possono essere introdotti senza problemi riportano il relativo simbolo”
Però con qualche cautela, perché le indicazioni d’uso sono sempre riferite a recipienti usati con normale riempimento, ovviamente troppo pieni possono traboccare creando un fiero pasticcio, ma se troppo poco pieni si creano dei punti di alta temperatura che possono fonderli, un caso classico è la manciata di mais da pop corn messa in microonde con un cucchiaio di olio, il contenitore di plastica quasi sicuramente si forerà sul fondo.
Un’altro inconveniente che si verifica sovente è la rottura di piatti, anche adatti al microonde, se vi si cuociono o riscaldano cibi freddi di piccole dimensioni e senza liquidi, un esempio classico sono le polpette surgelate, questo perché il piatto se è asciutto resta freddo, mentre le polpette diventano bollenti, e i punti dove toccano il piatto sono bollenti, provocando delle tensioni interne che creano una crepa lungo i punti di contatto.
Per salvare piatto e polpette c’è un piccolo trucco, mettere prima in microonde il piatto con dentro un mezzo centimetro d’acqua e portarla a bollore, scolare l’acqua, disporvi le polpette, e riscaldare il tutto. In questo modo il piatto è già ben caldo e non risente più dei punti di contatto bollenti delle polpette. Non occorre aciugare il piatto, il velo d’acqua che rimane si asciugherà da sè.
Oramai gli ultimi forni a microonde hanno anche la funzione cottura a vapore. Giusto x chi non lo sapesse ancora..
Visto che il mio, come la maggioranza dei forni attualmente in uso, non ce l’ha, mi sembra che i consigli dati sopra siano utilissimi.
I forni a microonde di ultima generazione non hanno solo la cottura a vapore, ma diverse tipologie di cotture per qualsiasi pietanza si voglia cucinare.Io c’è l ho. Possono infatti fare “cotture combinate” risparmiando tempo ed energia elettrica perché dimezzato i tempi di cottura L unico punto dolente è che i prezzi raggiungono una fascia ancora un po’ alta.. Non essendo quindi obbligatori cambiarli come dovrà succedere per le tv che passeranno a nuove frequenze e nuovo digitale, almeno x i forni a microonde si decide di tenere quelli datati.. . In ogni caso x chi può cambiarli sono da preferire proprio perché più veloci nella cottura e ciò favorisce un risparmio energetico.
Ho un forno a microonde Sharp R898.
È un combinato, con possibilità di cottura a microonde, elettrica tradizionale, sopra e sotto, e grill. Quando l’avevo acquistato, alcuni anni fa, era un top di gamma, come forno non industriale.
Non è danneggiato, non è manomesso.
E ho un analizzatore di alta frequenza, GIGAHERTZ SOLUTION HF 35C, made in Germany, (lettura frequenze 800-2700 Mhz); non è un inaffidabile giocattolino cinese low cost.
Misura tutte le frequenze tra 800 e 2700 Mhz (LTE/4G GSM, GPS, Radar, DAB, DECT, UMTS/3G, Video, Micro-wave, WLAN).
Ebbene, li accendo entrambi, l’analizzatore ed il microonde e, alla distanza di 160 cm dalla porta del microonde, l’analizzatore va quasi costantemente a fuori scala, cioè ben oltre i 1999 µW/m² di lettura massima, come dire sopra i 0,002 W per metro quadrato.
Ma anche a 4 metri di distanza, le sue emissioni si attestano poco sotto i 2000 microwatts, 1000-1700 µW/m².
Poi spengo il microonde e faccio una normale chiamata con uno smartphone Xiaomi Redmi Note 9 Pro, e lo stesso analizzatore RF, con la sua antenna direttiva esterna messa a 3-5 cm dallo smartphone, segnala emissioni RF variabili tra ~100 e 200 microW/m, cioè circa 10-20 volte più basse.
Allora, come la mettiamo?!
…I torni non contano…
E come si può affermare genericamente, che le frequenze di un cellulare sono molto diverse da quelle di un microonde per far intendere che non vale come prova di non tenuta della radiofrequenza chiudendolo nel forno?
I 2,6 Ghz del cellulare LTE/4G sarebbero molto diverse dai 2.45 Ghz del forno a microonde?!
State scherzando?
La frequenza emessa dai forni a microonde è 2450 Mhz, quasi le stesse di una delle due frequenze usate dal WLAN (Wi-Fi), la 2400 Mhz ed è adiacente ad una delle bande di frequenze usate da LTE/4G, la 2600 Mhz.
Ci raccontano forse che la gabbia di Faraday dei forni, cioè quella rete metallica inserita nella sua porta è così selettiva, o ben calibrata, da trattenere esattamente i 2450 Mhz e non le altre vicine nello spettro di radio frequenze?
Bella favoletta, e noi dovremmo crederci se ce la raccontassero?
Certamente le attenua fortemente, ci mancherebbe altro che così non fosse, ma gli spandimenti, le fuoriuscite ci sono eccome!
Il mio smartphone (dentro il forno a microonde) continua sia a ricevere le telefonate che a far funzionare l’hot-spot tramite il suo l’Wi-Fi a 2,4 Ghz ed invia quindi i dati web ad un computer a lui collegato, seppur con una significativa attenuazione del segnale Wi-Fi ricevuto dal computer, che a due metri di distanza mostra (sul computer) 2 tacche invece di 5.
Quant’è la potenza RF dell’Wi-Fi di uno smartphone?
~100 mW (= 0,1 W)
E quella di un forno a microonde domestico?!
700-900 W
C’è da aggiunger altro?
Se veramente rilevi, con uno strumento professionale, un’eccessiva dispersione di microonde, l’unica cosa sensata da fare (data anche la vetustà dell’apparecchio) non è fare illazioni o esperimenti casalinghi ma portarlo in un centro di assistenza e far controllare l’integrità della schermatura.
Se ad esempio la reticella che scherma il vetro non è in contatto con l’interno del forno, magari per una banale ossidazione dei collegamenti, viene a mancare la gabbia di Faraday da quel lato e la schermatura della sola retina scollegata non è certamente sufficiente.
Banale esperimento casalingo.
Serve una bottiglia di acqua frizzante aperta già da qualche ora, anche solo mezza bottiglia.
1. Mettere nel forno una tazza di acqua di rubinetto (qualsiasi cosa va bene, giusto per non farlo andare a vuoto).
2. Posizionare la bottiglia senza il tappo davanti al forno accesso.
Si vedranno molte bollicine uscire dall’acqua; per vedere come il fenomeno si verifica perché la bottiglia viene colpita dalle radiazioni del forno basta spostarla lontano dal forno ed osservare come si riduce di molto il numero delle bollicine.
La conclusioni sono due:
1° le radiazioni ci sono anche fuori;
2° basta allontanarsi -specie dal lato senza vetro- perché il fenomeno sia trascurabile.
Come spiegato nell’articolo, le microonde eccitano le molecole d’acqua, questo accade perché quelle onde elettromagnetiche hanno una lunghezza d’onda vicina alle dimensioni di quella della molecole dell’acqua (questo è il motivo per cui non si riesce a scaldare cracker e simili ed i krapfen hanno la marmellata a temperatura lavica quando la parte in “pane” è appena tiepida).
Il corpo umano è fatto al 99% di acqua; potenzialmente è pericoloso ma basta non starci davanti e guardare dentro il meno possibile (il cristallino della pupilla è pieno di liquido).
“Qualche attenzione extra va poi dedicata ai liquidi, che potrebbero andare oltre il punto di ebollizione senza che si formino vapori o bolle, con il rischio che, alla minima agitazione del contenitore, possano provocarsi grosse bolle che scoppiano e la conseguente possibilità di scottature”
Consiglio di usare SEMPRE dei guanti da forno “lunghi” (che coprono anche il polso, intendo) per estrarre i contenitori
Dopo scaldato un biberon per un paio di minuti, anche se non c’era traccia di vapore nè di “bollicine” nel liquido mi è venuto il dubbio che il vetro potesse essere troppo caldo, quindi ho usato un guanto.
Risultato: appena ho toccato il contenitore c’è stata una piccola “esplosione” ed è schizzata ovunque acqua bollente, riempiendo tutto il volume del forno.
Sono stato fortunato, senza il guanto mi sarei sicuramente ustionato…
Da quel momento uso SEMPRE un guanto per estrarre qualsiasi cosa dal microonde.
Quindi, nel dubbio usate sempre dei guanti adatti, soprattutto se scaldate contenitori contenente liquidi (tazze, biberon, etc)
Giusta osservazione, se permetti aggiungo, alla tua corretta precauzione, quella di non scaldare ***MAI*** oggetti o prodotti sigillati, o comunque chiusi ermeticamente, perché il riscaldamento del liquido al loro interno crea una forte pressione e aprendoli si rischia di essere investiti da un getto di liquido bollente in faccia, non solo sulle mani.
Inoltre bisogna prestare particolare attenzione soprattutto ai contenitori “naturali” a cui non penseremmo, come uova col guscio, pomodori, susine, e altri ortaggi o frutta con buccia perfettamente sana e intatta, e persino salsicce o cotechini con la pelle non bucherellata.
Non ce ne rendiamo conto, ma la resistenza dei loro involucri naturali alla pressione interna è molto alta, e se non esplodono dentro al microonde durante il riscaldamento è sufficiente poi un piccolo urto levandoli bollenti dal forno (basta anche anche solo afferrarli con la mano o posarli sul tavolo) per rompere l’equilibrio e vederli esplodere.
ottimo articolo come sempre, anche se sul fatto che introdurre contenitori di plastica per riscaldare o cuocere puó avere effetti indesiderati causa la migrazione di alcune sostanze dalla plastica al cibo.
Vero altresi come da voi detto che meglio di tutti é il vetro.