Eliminare progressivamente nitriti e nitrati dai salumi entro il 2025. È la raccomandazione di un rapporto parlamentare francese presentato lo scorso 13 gennaio. Al centro del documento, non ancora pubblicato ma visionato dall’agenzia AFP, l’uso in salumi e affettati di questi additivi alimentari utilizzati come conservanti, da tempo sospettati di essere cancerogeni. Il rapporto, stilato in seguito all’audizione di esperti, raccomanda in primo luogo di vietarne l’impiego nella carne lavorata non trattata termicamente, come il prosciutto crudo, dal primo gennaio 2023 e nella totalità dei salumi dal 2025. Lo riportano i media francesi, come Le Parisien.
“Questo divieto, che richiede una vera e propria transizione della filiera, deve essere accompagnata dai poteri pubblici, in particolare sul piano economico” affermano gli autori del rapporto, i deputati Richard Ramos, Barbara Bessot-Ballot e Michèle Crouzet, che propongono la creazione di un fondo per sostenere il settore durante la transizione.
Le associazioni di categoria, contrarie al divieto, paventano la possibilità di un aumento dei casi di botulismo e infezioni alimentari, che secondo il rapporto possono essere scongiurate dal miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie durante la produzione. Prima di qualsiasi decisione, l’industria chiede che il Parlamento attenda il parere dell’Agenzia nazionale per la sicurezza alimentare (Anses) in materia, già richiesto dal Governo.
Linee di salumi e affettati senza nitriti e nitrati sono già in commercio in Francia con i marchi delle grandi aziende della salumeria come Herta e delle maggiori catene di supermercati come Carrefour. Ma anche in Italia negli ultimi anni hanno cominciato a spuntare i primi prodotti senza i contestati additivi, come quelli di Rovagnati, che prima aveva lanciato la linea Naturals (che non ha avuto il successo sperato) e poi ha rimosso nitriti e nitrati dalla popolare linea Snello (ne abbiamo parlato qui).
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La Francia, tra il divieto d’uso del diossido di titanio e questa proposta futura è avanti un passo rispetto a noi, che aspettiamo sempre le decisioni europee per poi neanche gradirle o rimandarne l’applicazione.
Sarei soddisfatto se trovassi l’indicazione del quantitativo usato.
Poi, in un secondo momento, non mi dispiacerebbe l’idea di una filiera controllata, parallela, senza nitriti e nitrati. Tra l’altro sarebbe anche commercialmente interessante!