Ieri al supermercato Panorama di Roma-Laurentina, una confezione di uova ha attirato la mia attenzione per le diciture in etichetta, “Natura” e “Omega-3” (foto 1). Le ho comprate, anche perchè ricordavo di aver letto qualche notizia riguardante gli Omega-3 proprio sulla vostra rivista.
All’interno della confezione, ho trovato la spiegazione che le uova provengono da galline alimentate con mangimi vegetali arricchiti con gli Omega-3 dei semi di lino. È anche scritto che “gli Omega-3 aiutano ad abbassare il livello di colesterolo e dei trigliceridi nel sangue, contribuendo così a ridurre il rischio di malattie cardiovascolari” (foto 2). Sono contento del mio acquisto, però non capisco quante uova devo mangiare per ridurre il colesterolo e i trigliceridi. Potete aiutarmi a capire?
Manlio
Gentile Manlio,
la sua richiesta di chiarimenti è più che lecita ma, con tutta la buona volontà, non siamo in grado di offrirLe una risposta adeguata. In quanto l’etichetta da Lei fotografata è priva delle notizie essenziali che sono prescritte dal regolamento europeo sulle indicazioni relative alla salute: [1]
– anzitutto, manca un’informazione sul contenuto di acidi grassi Omega 3
– in secondo luogo, manca un’indicazione della quantità di prodotto che deve venire assunta, su base giornaliera o settimanale, per ottenere l’effetto descritto.
Quando nell’informazione commerciale (etichetta, pubblicità) si associa un alimento a un effetto benefico per la salute, l’informazione – oltre a dover essere fondata su “conoscenze scientifiche generalmente accettate” – deve essere chiara per il consumatore medio. E in questo caso, in difetto di dati sulle specifiche caratteristiche del prodotto, neppure un esperto di nutrizione o di medicina preventiva sarebbe in grado di rispondere alla Sua domanda.
Possiamo solo augurarci un ravvedimento operoso e una maggiore attenzione, da parte dell’azienda in questione, al rispetto di regole che sono state realizzate al preciso scopo di favorire scelte informate e consapevoli di acquisto.
Dario Dongo
[1] Reg. (CE) n. 1924/06, recante disciplina dei c.d. ‘nutrition & health claims’
Mi sembra strano e non molto sensato il messaggio che l’azienda produttrice vuole far passare.. Insomma le uova sono una fonte di colesterolo e dubito che contengano una fonte di omega3 soddisfacente per ridurre la quantità di colesterolo che l’uovo stesso fornisce.. Non si ottiene un risultato migliore assumendo meno colesterolo e mangiando direttamente i semi di lino? Anche perchè la maggiorparte di omega3 dato alle galline viene utilizzato dalle galline stesse…
Dal punto di vista medico, ricordiamo che per le dismetabolie legate all’eccesso di trigliceridi, la posologia di integratori omega 3 è in genere, di due compresse da 1.000 mg; in commercio, in Italia, ne esistono di tutti i tipi, purtroppo spesso di bassa qualità , eccetto due marche certificate che per ovvie ragioni non posso citare.Dunque, nel solo caso di ipertrigliceremia, non è consigliabile assumere omega 3 attraverso le uova, ma solo attraverso integratori alimentari, oppure consumando pesce azzurro in discreta quantità . Riguardo al colesterolo, a differenza dei trigliceridi, con gli omega 3 non si ottiene nessun miglioramento significativo. Riguardo ai semi di lino, per esperienza le persone che gli assumono spesso lasciano dopo un breve periodo, non sembrano essere molto graditi. Meglio allora olio di lino conservato a basse temperature, quello stabulato a temperatura ambiente infatti, perde il contenuto di omega 3 in meno di 48 ore.
Simone
Gli acidi grassi omega 3 con il colesterolo non "ci azzeccano " molto……..
E…. perché mangiare semi di lino ? Non abbiamo, da sempre, mangiato noci e pesce ?………
Negli anni 70 si vendeva olio di oliva con… vit.D…. sono aggiunte senza nessun valore, se non commerciale e dirette a persone di nessuna cultura.
In questo caso penso che non siano necessari dati scentifici di riferimento, ma basta il comune buon senso.
Il contenuto di Omega 3 nelle uova non ha alcuna pretesa di abbassare il colesterolo presente nel consumatore, ma molto più semplicemente di ridurre l’accumulo di quello presente nelle uova consumate.
Quindi rende possibile il consumo di piccole quantità occasionali di uova, anche a chi è portatore di dislipidemie.