Per fare la pizza in casa ogni tanto si usa la pasta pronta cruda che vendono i panettieri e anche alcuni supermercati. Un lettore ci segnala un suo dubbio per il prodotto di Esselunga. Di seguito la risposta della catena di supermercati.
Non è la prima volta che compro la pasta pronta per pizza dell’Esselunga. Ho notato che quando apro la confezione, la pasta si stacca bene dalla pellicola trasparente, mentre in corrispondenza delle etichette (incollate sulla pellicola) la pasta fa fatica a staccarsi (allego 2 foto). Questo mi ha fatto pensare che la colla usata per attaccare le etichette alla pellicola trasparente, in qualche modo, lo oltrepassi, venendo a contatto con la pasta. Questa possibile contaminazione potrebbe essere pericolosa?
Di seguito la risposta della catena di supermercati
La ringraziamo per la sua segnalazione. Entrambe le etichette utilizzate sulle confezioni di pasta per pizza Esselunga presentano una colla idonea al contatto diretto con gli alimenti secondo quanto previsto dal Reg. U.E 10/2011. Inoltre, abbiamo effettuato ulteriori controlli e i risultati non hanno evidenziato alcun rischio per la salute dei consumatori.”
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Intanto l’etichetta è FUORI dalla pellicolanon dentro. Rischio ZERO che qualcosa passi… ameno che non si usi una sparachiodi.
Poi non è che non si stacca a contatto dell’etichetta, non si stacca in mezzo Se mettessero l’etichetta sotto, il risultato sarebbe lo stesso: in mezzo è dove la pasta fa più pressione contro la pellicola e quindi si appiccica di più.
Non è comunque una risposta rassicurante.
E’ vero, hai ragione, si potrebbe aprire un mondo in merito, fanno riferimento ad una conformità al reg 10/11, ma nessun cenno su possibile migrazione di ftalati presenti nella colla Vs la pasta, e gli inchiostri stampati sull’etichetta? Potrebbero migrare alla pasta, come succede per i mosh moah del cartone riciclato che possono passare ad es. la barriere del primario del panettone. Quindi mi sarei aspettato anche una conformità alle regole Eupia per gli inchiostri. Risposta poco trasparente.
E’ vero, mancano riferimenti alla conformità della colla, ad es. nella ev. migrazione di ftalati nell’alimento, oppure degli inchiostri secondo conformità regole Eupia. Un film di quel tipo non è barriera assoluta e collanti e inchiostri possono migrare come succede per i mosh moah dei cartoni riciclati che migrano attaraverso il film del primario dei panettoni/colombe. Il 10/11 fa riferimento al materiale plastico al contatto. risposta poco completa.
Andrea
“possibile migrazione di ftalati presenti nella colla”
Tutti gli elementi delle etichette vengono testati per l’uso alimentare, ossia il supporto (carta, plastica…), gli inchiostri, e ovviamente la colla, e vengono certificati per l’uso a contatto con gli alimenti solo se non contengono inquinanti che possono trasmigrare.
Nel caso in oggetto al massimo si può ipotizzare un’azione meccanica della colla, che aderendo alla sottile plastica trasparente abbia creato delle microincrespature e reso un poco più irregolare la superficie, favorendo l’adesione della pasta da pizza in quella zona.
Infatti non serviva una risposta per rassicurare. Bastava un pizzico di intelligenza per capire che l’etichetta non c’entra nulla e la spiegazione corretta è probabilmente quella di Federico…
Già, il bel tomo citato da te potrebbe aver ragione se fosse sicuro che dalla pellicola non passa niente, la qual cosa mi sconsiglia un atteggiamento alla Muzio Scevola
il Reg. U.E 10/2011 non parla di colla, ma della plastica che viene a contatto con l’alimento (ovvero la pellicola), ripeto: la colla non viene citata. Allego documentazione: https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/PDF/?uri=CELEX:32011R0010&from=it, in descrizione viene indicato l’oggetto del documento: “riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari”.
Perfettamente d’accordo, vedi mio commento sopra.
E cosa c’entra? L’etichetta e la colla vengono a contatto con la pasta? NOOOO
Le norme e le certificazioni sono il prerequisito, ma non bastano a rendere un prodotto sicuro.
Anche i migliori sbagliano certo che sbagliano, forse anche di più di quello che potete pensare.
Senza voler colpevolizzare , e senza alcuna allusione comunque sbagliano.
il problema non è il contatto diretto sull’alimento della colla con cui viene applicata l’etichetta, ma l’ipotesi di migrazione della stessa attraverso la pellicola all’alimento. Cosa che andrebbe accertata con analisi di laboratorio in autocontrollo. Il richiamo al Reg. CE. 10/11 non è pertinente.
Qui si parla del sesso degli angeli . L’ unica logica è quella scritta da Federico . Questi discorsi possono valere per qualsiasi alimento , dalla bustina di mandorle, al pane confezionato, al formaggio in gastronomia .
E quindi ? Limitiamo i contatti . Soluzione : la pasta te la fai a casa da sola e non la compri già fatta .
Il prosciutto già tagliato in vaschetta non lo compri .
Altrimenti puoi sempre provare a portare da casa recipienti di vetro ( sterilizzati ) e farti mettere li la roba sfusa . Scoprirari che per le norme igieniche non è possibile
LUCA “Qui si parla del sesso degli angeli . L’ unica logica è quella scritta da Federico”
A me sembra che si parli di un fatto ben reale, la pasta si appiccica solo sotto dell’etichetta, e l’idea di Federico non sta in piedi, l’etichetta è attaccata sopra alla confezione di pasta da pizza, come fa la pasta da pizza a premere di più verso l’alto, cerca di volare? il peso preme verso il basso non verso l’alto!!! e allora fatica a staccarsi dal fondo no? e se invece gonfia preme dappertrutto….. magari invece è vero che l’etichetta arriccia la pellicola sottile, ci vorrebbe un microscopio per guardarla da vicino.