Il sito si chiama www.chepescipigliare.eu ed è nato per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla riduzione delle riserve ittiche a causa dell’esagerata quantità di catture. La situazione è grave visto l’82% circa delle riserve ittiche europee e più della metà (il 63%) di quelle atlantiche si possono considerarsi esaurite. Per questo motivo l’Europa è costretta a importare i due terzi del pesce che consuma. La proposta di riforma, pubblicata nello scorso mese di luglio prevede un piano di ripopolamento e ‘introduzione di modelli sostenibili. In particolare:
- tutti gli stock ittici devono essere portati a livelli sostenibili entro il 2015, in linea con quanto previsto a livello internazionale;
- per le varie tecniche di pesca verrà adottato un approccio ecosistemico, con piani di gestione basati su pareri scientifici;
- verrà progressivamente eliminata la pratica dei rigetti (ributtare in mare le catture accidentali di pesce non commerciabile) considerata uno spreco di risorse alimentari e una fonte di perdite economiche (i pescatori dovranno sbarcare tutto il pesce catturato);
- proposte concrete per porre fine al sovrasfruttamento attraverso l’adozione di quote individuali di cattura, misure di sostegno della pesca artigianale, migliore raccolta dei dati e promozione di un’acquacoltura sostenibile europea;
- migliori informazioni per i consumatori su qualità e sostenibilità del pescato;
- gli Stati membri devono definire misure appropriate per realizzare il programma di protezione
- gli operatori devono adattare le dimensioni delle flotte alle possibilità di pesca.
- il sostegno finanziario verrà concesso unicamente a iniziative ecocompatibili in linea con una crescita intelligente e sostenibile.
- Queste riforme costituiscono un pacchetto che dovrà essere adottato secondo la procedura legislativa ordinaria e dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2013.
Nel frattempo, per sensibilizzare l’opinione pubblica è stato lanciato il sito www.chepescipigliare.eu dove si spiega che cosa sono i rigetti, che cosa è la pesca sostenibile, evidenziando i vantaggi dell’acquacoltura. C’è anche uno spazio dedicato al dettagliante e al consuamtore che acquista per consumo personale. Il decalogo prevede di variare spesso specie, di scoprire nuovi sapori e di informarsi sulla provenienza.
Il sito, insieme alle iniziative delle aziende conserviere di tonno come: As do Mar, Mareblu, Coop … e alcune catene di fast-food in attesa attesa di verifiche, che hanno scelto di commercializzare solo pesce proveniente da zome dedicate e catturato con alcuni criteri, attestano l’attenzio ne dell’opinione pubblica verso la sostenibilità e la trasparenza.
Forse, al di là delle nuove norme che verranno adottate, siamo di fronte ad un ripensamento generale del cittadino sui metodi di pesca e sulle modalità di cattura.
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Giornalista scientifica
Ottima iniziativa, anche se va a sovrapporsi ad altre identiche portate avanti da anni, come quelle dei siti http://www.biologiamarina.eu e la sezione ‘pesca sostenibile’ di http://www.slowfood.it.