Forse non tutti lo sanno, ma i negozi di elettrodomestici, grandi e piccoli, sono tra i pochi che possono restare aperti durante l’emergenza. Molti di loro sono effettivamente operativi, anche se in qualche caso adottano orari ridotti, ma sono comunque disponibili a effettuare interventi di riparazione. Lo ricorda una lettera diffusa da Aires Confcommercio Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati.
Come prescritto dal Governo (fin dal DPCM 11 Marzo 2020 e più recentemente confermato dal DPCM 10 Aprile 2020), scrive l’associazione, il settore garantisce la disponibilità nei punti vendita e online di beni essenziali come telefoni, computer, TV, tablet, elettrodomestici grandi e piccoli. Aires precisa che la quasi totalità dei negozi è aperta, e che “resta assolutamente consentito uscire di casa per recarsi nei nostri punti di vendita e anche uscire dal proprio Comune se questa è l’unica possibilità per trovare il bene del quale si ha bisogno.”
È possibile quindi recarsi in negozio per comprare una cucina o un frigorifero e chiedere di intervenire per riparare un guasto, visto che, come spiega il direttore generale di Aires Davide Rossi, “è una delle attività fondamentali per i consumatori, per cui ci stiamo impegnando a garantire le aperture sul territorio”. Le normative prevedono che il primo riferimento per l’acquirente in caso di malfunzionamento sia il rivenditore, “anche se è sempre possibile, per chi lo preferisce, rivolgersi direttamente ai numeri verdi dei centri assistenza delle diverse aziende”.
Non tutti i punti vendita però hanno scelto di restare aperti. Per capire le ragioni, bisogna conoscere meglio questo settore, che nel nostro paese ha caratteristiche particolari. “Da noi, accanto alle vere e proprie catene ci sono insegne di gruppi di acquisto che riuniscono sotto una stessa sigla società diverse e ognuna mantiene una certa autonomia. In questo caso – spiega Rossi – è possibile che punti vendita con la stessa insegna abbiano comportamenti diversi nelle regioni”. In effetti, ci sono negozi aperti poche ore al giorno, e altri che nelle piccole realtà hanno appeso un cartello con il numero di telefono cui rivolgersi per un appuntamento.
“L’unica catena affiliata ad Aires è Unieuro, con circa 250 punti vendita che in effetti è rimasta aperta – anche se con orario più breve” spiega Rossi, – a questa realtà si aggiungono 250 negozi affiliati aperti al 90%”. L’altra catena importante in Italia è MediaWorld che non aderisce ad Aires, e ha scelto la chiusura anche se sta programmando la riapertura.
Le altre sigle di negozi di elettrodomestici, Trony, Euronics ed Expert, non rappresentano società ma gruppi di acquisto: Trony è nata nel 1972 da otto imprenditori che si sono riuniti per ottimizzare la capacità di acquisto e organizzare una strategia di comunicazione comune. Attualmente ha circa 200 punti vendita, oltre a una catena di negozi affiliati con il marchio Sinergy. Per quanto riguarda Euronics ed Expert, si tratta di un’associazione tra imprenditori e rivenditori indipendenti (Euronics ha oltre 470 negozi oltre a trentasei negozi a insegna Expert e altri 261 affiliati). Per questo motivo l’orario legato all’emergenza Coronavirus varia da regione a regione, e anche da punto vendita a punto vendita. “Si tratta di un’organizzazione tipica del mercato italiano, in cui un gruppo di imprenditori si riunisce sotto un marchio unico che permette di legarsi a una compagine internazionale. In questo modo vengono centralizzati una parte degli acquisti, la pubblicità e le offerte, oltre a impegnarsi a garantire uno standard qualitativo uniforme per quanto riguarda le promozioni e i servizi forniti. Ma i negozi mantengono autonomia e caratteristiche individuali”.
Gli orari o la scelta di tenere aperti i battenti nei festivi sono quindi decisioni autonome, e variano da regione a regione tanto che alcuni punti vendita hanno mantenuto, accanto al marchio del gruppo, quello originario del vecchio negozio familiare, “come avviene ad esempio nel Veneto per i punti vendita Trony Schiavotto” spiega Rossi.
© Riproduzione riservata
[sostieni]
giornalista scientifica