La lattuga cresce benissimo sulla Stazione spaziale internazionale (ISS), ma questo si sa già da qualche anno. La novità è che la qualità nutrizionale è equivalente a quella di quella coltivata sulla Terra, se non addirittura superiore, anche perché la versione spaziale non presenta rischi microbiologici.
Le notizie relative alla lattuga romana rossa coltivata nelle camere di crescita Veggie fin dal 2014 giungono da uno studio molto accurato, pubblicato dai ricercatori della Nasa su Frontiers in Plant Science. Nella ricerca è stato analizzato ogni possibile aspetto dei campioni di lattuga cresciuta per periodi variabili da 33 a 56 giorni in Veggie tra il 2014 e il 2016. L’insalata è stata in parte mangiata dagli astronauti e in parte congelata per essere riportata sulla Terra per le analisi un confronto con le piantine coltivate nelle stesse identiche condizioni nella sede terrestre della Nasa, in presenza di gravità normale e senza l’esposizione ai raggi cosmici che ci sono sulla navetta spaziale.
I risultati mostrano che nutrienti essenziali quali: potassio, sodio, fosforo, zolfo, zinco e i fenoli tendono a essere più concentrati rispetto a quanto accade alle piantine gemelle cresciute sulla Terra. Sono invece simili le concentrazioni di antocianine, un’altra classe di sostanze ad attività antiossidante e antinfiammatoria, particolarmente importanti nello spazio per la protezione dai radicali liberi formati dalle radiazioni cosmiche.
Le buone notizie non finiscono: anche la flora batterica è sovrapponibile nei due tipi di piante. Sono state identificate geneticamente una quindicina di famiglie di batteri tra le foglie e una ventina tra le radici, del tutto simili a quelle terrestri, e nessuna pericolosa per l’uomo. Questo dato ha sorpreso i ricercatori, che si aspettavano lo sviluppo di specie diverse, nello spazio e sulla Terra.
I risultati di Veggie sono particolarmente importanti, perché si avvicina l’avvio di missioni spaziali che richiedono la coltivazione di piante edule. Entro il 2024 si prevede di costruire la stazione lunare Artemis III, che dovrebbe servire anche come base per le missioni verso Marte, con presenza di equipaggi.
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Giornalista scientifica
Esistono al momento una ventina almeno di progetti in corso di studio su coltivazioni di prodotti vegetali sia in bassa gravità , che in assenza e anche in condizioni sovrapponibili a quelle riscontrabili su Marte e sulla Luna.
Le piante sono la nostra più importante risorsa e quello che gli forniamo loro lo sfruttano per il meglio , sempre.
Paradossalmente siamo noi stessi ad essere però il maggiore pericolo ed incognita perchè noi possiamo sterilizzare e selezionare in maniera corretta l’ambiente, il substrato , le sementi e le fonti di illuminazione ma il corpo umano è portatore di virus , batteri e parassiti quasi impossibili da controllare , per la maggior parte buoni ma alcuni pericolosi se lasciati liberi, e quindi nel medio periodo le piante acquisiranno i nostri stessi ospiti e allora si vedrà veramente se le cose continueranno ad andare per il verso giusto.