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L’alluminio è in questi giorni si trova al centro di un vivace dibattito tra chi lo reputa un materiale sicuro, se usato correttamente, è chi invece, preoccupato, invoca le istituzioni e ne chiede il bando. In risposta al servizio dai toni allarmistici di Striscia la Notizia della scorsa settimana, avevamo pubblicato un articolo in cui Luca Foltran, esperto di packaging e sicurezza dei materiali de Il Fatto Alimentare riportava la discussione su un piano di realtà. La redazione del programma Mediaset non ha gradito e ci ha scritto ribadendo quanto detto durante il servizio televisivo (leggi la lettera integrale).

Di seguito pubblichiamo la risposta, punto per punto, di Foltran a Striscia la notizia

1. Striscia la notizia. Lei parla di “marasma” sollevato dal nostro servizio e per rafforzare il concetto cita sia il Ministero della Salute sia un precedente articolo de il Fatto Alimentare, scrivendo «L’alluminio non è un materiale che comporta danni alla salute. È l’utilizzo scorretto che può comportare rischi». Peccato che proprio il documento del ministero da lei citato riporti: « L’Alluminio, onnipresente nella nostra vita quotidiana, è uno dei metalli con riconosciuta potenziale pericolosità per la nostra salute, anche considerando la presenza diffusa in molti alimenti e in molti altri prodotti di consumo. L’alluminio interferisce con diversi processi biologici (stress ossidativo cellulare, metabolismo del calcio, etc.), pertanto può indurre effetti tossici in diversi organi e sistemi: il tessuto nervoso è il bersaglio più vulnerabile».

1. Foltran. Ribadisco che in un contesto ben specifico come quello relativo a pellicole e contenitori di alluminio per alimenti (a questo fa riferimento il mio articolo così come il comunicato del Ministero della Salute- Campagna informativa sul corretto uso dell’alluminio in cucina) è l’utilizzo scorretto a comportare rischi. Nella parte successiva da Voi citata si sta facendo riferimento all’alluminio come elemento chimico dal punto di vista tossicologico, non a manufatti o prodotti specifici realizzati con tale materiale.
Tant’è che il soggetto è “L’alluminio”.

Dal comunicato del Ministero della salute

2. Striscia la notizia. Entrando poi nello specifico delle sue contestazioni al servizio di Striscia occorre una doverosa precisazione: nei nostri servizi emerge chiaramente che ciò che può provocare problemi alla salute è la somma totale delle varie quantità di alluminio che quotidianamente ingeriamo, sia tramite la cessione della carta d’alluminio sia tramite le dosi di alluminio naturalmente contenute negli alimenti.

2. Foltran. Probabilmente non abbastanza chiaramente visto che nessuno, ivi incluse diverse testate giornalistiche che hanno tratto informazioni dal Vostro servizio, ha mai parlato di alimenti contaminati da alluminio ma piuttosto di fenomeni di migrazione. C’è solo un breve accenno, della durata di qualche istante nel Vostro servizio, da parte della Dottoressa dell’Università di Milano incaricata alle analisi.
Ma c’è di più. All’interno dei grafici che proponete nel servizio sembra (e ripeto sembra in quanto nessuno dei dati da Voi diffusi è rintracciabile né in rete, né sul Vostro sito, né si tratta di dati di dominio pubblico in altre sedi) che gli alimenti prima di essere cotti nell’alluminio, contengano alluminio pari a zero. Se così fosse, probabilmente la ricerca di quegli alimenti è stata il frutto di un’estenuante e meticolosa ricerca sul mercato in ragione del fatto che, come sostengono autorevoli istituti quali il BfR (Istituto tedesco di valutazione del rischio) e lo stesso ISS, generalmente la quantità contenuta in ogni alimento (lavorato e non) varia da 1 a 5 mg/Kg (con alcune eccezioni, ma in negativo).

Anche per il pomodoro, a fronte di una seppur modesta migrazione derivante dalla pellicola in alluminio (miliardesimi di grammo) non avete parlato della presenza di alluminio nell’alimento originale evidenziando tuttavia la quantità attribuibile a fenomeni di migrazione.
Secondo l’EFSA, i vegetali contengono in media oltre 5 mg/Kg di alluminio con un range variabile da 0.7 mg/Kg fino a 33 mg/Kg.
La quantità che voi rilevate (e segnalate) migrare dalla pellicola di alluminio nel pomodoro è pari a 0.3 mg/Kg (300 ng/g).

Safety of aluminium from dietary intake1 Scientific Opinion of the Panel on Food Additives, Flavourings, Processing Aids and Food Contact Materials (AFC) (Question Nos EFSA-Q-2006-168 and EFSA-Q-2008-254)

3. Striscia la notizia. Il Fatto alimentare ci contesta l’esempio del pomodoro e del panino imbottito, ma non quello del pesce cotto nella carta alluminio. Bene, facciamo allora questa considerazione: se in una settimana un bambino che pesa 20 kg mangia per l’appunto un panino imbottito, un pomodoro e un pesce al cartoccio avvolti nella carta d’alluminio, supera abbondantemente la dose settimanale massima consigliata da EFSA. Il solo pesce al cartoccio contribuisce per una migrazione di quasi 40mg (come evidenziato dalle analisi dell’Università di Milano nel nostro servizio); basta soltanto questo valore per superare, praticamente del doppio, la dose massima settimanale consigliata da EFSA (infatti un bambino di 20 kg può assumere in una settimana al massimo 20 mg di alluminio). Altro che allarmismo.

3. Foltran. Mentre tornate sull’esempio del panino imbottito per cui, ribadiamo, non esistono dati numerici pubblici a disposizione, né provenienti da studi ISS né provenienti dal Vostro servizio (e la domanda resta: quanto ne è migrato in questo caso? E in quali condizioni, se è lecito chiedere?) vi avventurate su un percorso molto tortuoso, ragione per cui è stato da noi evitato: la cottura al cartoccio.
È dimostrato che quel tipo di cottura non presenti risultati sperimentalmente uniformi. In particolare:

DATI ISS (ISTISAN 19/23)

* Filetto di pesce al cartoccio (Pellicola 20 min a 200°C) à 17.57 mg/Kg

* Filetto di pesce al cartoccio (Pellicola 20 min a 200°C) à 2.77 mg/Kg

* Filetto di pesce al cartoccio (Pellicola 20 min a 200°C) à 6.00 mg/Kg

Più ulteriori 2 dati ottenuti da non considerare perché il vassoio su cui era posto il foglio di alluminio presentava danni che hanno accentuato il fenomeno della migrazione:

* Filetto di pesce al cartoccio (Pellicola 20 min a 200°C) à 65.16 mg/Kg

* Filetto di pesce al cartoccio (Pellicola 20 min a 200°C) à 66.89 mg/Kg

Ma atteniamoci al Vostro dato (comunque evidentemente più alto dei dati ottenuti dall’ISS in condizioni controllate): 40 mg/Kg. Il dato che Voi citate nella lettera inviataci è “40 milligrammi” netti ma, in realtà, sempre attenendoci alle microscopiche immagini dei numeri che passano nel Vostro servizio (ribadiamo che dispiace non avere dati sperimentali chiari a disposizione su cui confrontarsi) si tratta di milligrammi per chilogrammo di alimento. Ovvero il consumatore assume 40 mg SOLO mangiando 1 chilogrammo di pesce cotto al cartoccio.  Il buon senso ci porta a pensare che nemmeno il più affamato dei bambini potrebbe mangiarsi un chilogrammo di pesce.

Più realistico invece pensare che il peso del pesce cotto al cartoccio e mangiato si aggiri sui 150 grammi. Facendo un rapido calcolo ci si accorge che mangiando 150 grammi di pesce si assumono 6 mg: non certo il doppio della dose massima ammessa bensì nemmeno la metà.  Addirittura, la cottura al cartoccio, sempre secondo i dati ISS, in alcuni casi non ha nessun impatto sull’alimento e non vi sarebbe migrazione di alluminio:

* Patate al cartoccio (Pellicola 1 ora a 230°C) à 0.023 mg/Kg

4. Striscia la notizia. Se si considera inoltre che, come abbiamo sottolineato nel servizio, la cottura al cartoccio è addirittura consigliata in alcune confezioni di carta d’alluminio… Viene da sé che il problema è reale ed esiste.

4. Foltran. Morale, la cottura al cartoccio POTREBBE esporre il consumatore a rischi viste le molteplici variabili in gioco (tempi, temperature, natura degli alimenti, condimenti, quantità di pellicola effettivamente a contatto) ed è per questo che, sulla base del principio di precauzione, non è consigliabile cuocere alimenti al cartoccio usando alluminio a contatto diretto e, dal nostro punto di vista, non andrebbe consigliato nemmeno sulle confezioni.
Preciserei però che, mentre per alcune modalità d’uso la legge oggi in vigore in Italia si espone chiaramente, obbligando i produttori ad etichettare i propri prodotti per un uso corretto ovvero:

a) non idoneo al contatto con alimenti fortemente acidi o fortemente salati;
b) destinato al contatto con alimenti a temperature refrigerate;
c) destinato al contatto con alimenti a temperature non refrigerate per tempi non superiori alle 24 ore;
d) alimenti a basso potere estrattivo** possono essere conservati a temperatura ambiente anche per tempi superiori alle 24 ore.

**alimenti a basso potere estrattivo indicati nel decreto: Prodotti di cacao e cioccolato, Caffè, Spezie ed erbe infusionali, Zucchero, Cereali e prodotti derivati, Paste alimentari non fresche, Prodotti della panetteria, Legumi secchi e prodotti derivati, Frutta secca, Funghi secchi, Ortaggi essiccati, Prodotti della confetteria, Prodotti da forno fini a condizione che la farcitura non sia a diretto contatto con l’alluminio.

Fish foil alluminioSul tema cartoccio non esiste ad oggi una misura nazionale (né tantomeno comunitaria) che imponga, a chi commercializza pellicole in alluminio, di invitare ad evitare questo tipo di cottura nelle sue diverse forme.
Anzi, il parere del CNSA (Comitato nazionale per la sicurezza alimentare) del 2017 (Parere N. 19 Del 3 maggio 2017 “Esposizione del consumatore all’alluminio derivante dal contatto alimentare”: elementi di valutazione del rischio e indicazioni per un uso corretto dei materiali a contatto con gli alimenti” precedente all’attuale) chiudeva come segue sul tema:Il consumo di singoli alimenti cucinati in foglio di alluminio, dunque, non costituisce un rischio elevato per la salute del consumatore; comunque non va dimenticato che un eccessivo consumo di più preparazioni di questo tipo può dare luogo ad effetti cumulativi dannosi per la salute.

Più che di allarme sarebbe corretto parlare di allarme a intermittenza. L’alluminio in cucina deve essere usato correttamente, in modo consapevole e non in situazioni particolarmente stressanti per il materiale (alte temperature, contatto con alimenti fortemente acidi e molto salati): non è un materiale che comporta danni alla salute. È l’utilizzo scorretto che può comportare rischi. Per fasce di popolazione particolarmente vulnerabili (rappresentate da bambini sotto i 3 anni, anziani sopra i 65 anni, donne in gravidanza, persone con funzionalità renale compromessa) il livello di attenzione deve essere ancora maggiore.
Vero è che Striscia la Notizia nel corso del tempo, in molte occasioni, ha fornito buone basi per smascherare truffe e irregolarità e che ha ricevuto grande attenzione, non solo dal pubblico, ma anche da parte di media e istituzioni, che spesso hanno utilizzato i servizi del Tg satirico di Antonio Ricci come input per approfondimenti e indagini.
Un onere oltre che un onore.  Ma esistono argomenti talmente vasti e con risvolti talmente specifici da non poter essere sintetizzati in un servizio della durata di qualche minuto.

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Massimo
Massimo
24 Gennaio 2020 13:05

Mi piacerebbe conoscere il parere di un medico, piuttosto che di un “esperto di packagin”…
Delle famigerate capsule di caffè in un alluminio, ancora una volta, non se ne parla…

Simona
Simona
24 Gennaio 2020 13:32

Bellissimo articolo , grazie

gianni
gianni
24 Gennaio 2020 14:52

Premesso che sulla pericolosità dell’alluminio in alte dosi non ci sono dubbi direi che la sfilza di articoli sull’argomento e in particolare questo dibattito hanno chiarito molti aspetti della vicenda , ma alcuni forti dubbi mi rimangono.
Per prima cosa paragonare l’alluminio contenuto nei cibi vegetali e animali ( proveniente dai vegetali che tali animali mangiano) e quello da metallo inorganico o minerale mi sembra un grosso malinteso.
Prendiamo ad esempio il ferro necessario a tante persone che ne sono carenti ,dopo aver fatto le opportune verifiche sistemiche si consiglia a questi malati l’assunzione di cibi ( o integratori per me non convincenti) che ne contengono invece non si consiglierà mai di ingerire polvere o limatura di ferro che farebbero venire mal di stomaco vomito e diarrea essendo materiale da eliminare immediatamente.
Voglio dire che i metalli “organicati” cioè inseriti nelle giuste quantità in complessi organici come sanno fare i vegetali vengono assorbiti dal metabolismo e utilizzati correttamente, i metalli provenienti da abrasioni o distacco da oggetti metallici sono assolutamente rifiutati dall’organismo umano.
Aggiungerei poi , e mi spiace ma devo ripetermi , che alcuni studi dimostrano che il metallo non viene completamente espulso e si accumula in organi importanti danneggiandoli , i numeri che vengono dati sulla età delle categorie a rischio sono puramente indicativi , è aleatorio che sopra i 3 anni o sotto i 65 le persone possano ritenersi pregiudizialmente più al sicuro.
Nel mio freezer , nonostante i miei 70 anni , ci sono vaschette di alluminio molto comode per conservare alcune preparazioni alimentari , ciò non toglie che mi sto impegnando a seguire il consiglio del CNSA 2019 nel paragrafo che consiglia di cercare alternative più sicure , che esistono già attualmente.

Luca
Luca
4 Febbraio 2020 09:05

Bravo sig. Gianni, quando si vuole difendere l’indifendibile ci si appiglia sempre a questi equivoci superficiali.
E’ evidente, e sottolineato da tutti, che l’alluminio lavorato industrialmente (da non confondere con quello contenuto naturalmente nei cibi) è un materiale dannoso per la salute. Non ha senso dire che lo è soltanto se si supera una certa dose, questo si potrebbe dire di qualsiasi cosa, persino della stricnina! Ma nessuno si sognerebbe di dire che la stricnina non è dannosa per la salute…
Più corretto e onesto dire: l’alluminio è un materiale dannoso per la salute, perciò va usato con cautela e rispettando direttive d’uso corrette. Ma ovviamente, per stare sicuri (io non farei tanto il “matematico” puntiglioso con la salute degli altri) è ampiamente meglio passare a materiali più sicuri con cui si può stare tranquilli senza usare la calcolatrice.

Roberto La Pira
Reply to  Luca
4 Febbraio 2020 09:47

Ma questo discorso dei limiti e dell’uso corretto vale per tutti gli additivi, i fitofarmaci i sali minerali, le vitamine e quant’altro

Carlo
Carlo
Reply to  Luca
4 Febbraio 2020 13:24

L alluminio non è contenuto naturalmente nei cibi ma x inquinamento. Possibile che ognuno deve sparare a caso un concetto?

Gianpaolo
Gianpaolo
4 Febbraio 2020 10:17

che dire? complimenti vivissimi a Foltran per come ha smontato pezzo pezzo la risposta e il servizio di Striscia.
Il pezzo che mi è piaciuto di più è “il consumatore assume 40 mg SOLO mangiando 1 chilogrammo di pesce cotto al cartoccio. Il buon senso ci porta a pensare che nemmeno il più affamato dei bambini potrebbe mangiarsi un chilogrammo di pesce.”
Striscia, per la serie prendiamo dei numeri a caso e buttiamoli nel mucchio che fanno audience.

michele
michele
4 Febbraio 2020 10:44

concordo col sign. Luca. Dire “non è un materiale che comporta danni alla salute. È l’utilizzo scorretto che può comportare rischi” e’ davvero ambiguo, per le ragioni gia’ esposte. Si dovrebbe invece dire chiaramente che l’alluminio e’ da sconsigliare negli usi alimentari, perche’ facilmente possono verificarsi condizioni che ne determino il rilascio in quantita’ da considerarsi nocive, tenendo conto degli accumuli e di molti parametri scarsamente controllabili nella vita reale. Non viviamo in un laboratorio col bilancino e lo spettroscopio al seguito. Se deve valere il principio della massima precauzione, l’alluminio e’ da sconsigliare tout court nella catena alimentare.

Leonardo
Leonardo
4 Febbraio 2020 13:21

Chi non vuole capire non lo capirà mai. Negli alimenti c’è ben più alluminio di quello proveniente dalle pellicole. Non è un metallo naturalmente presente ma dovuto a inquinamento. Per esempio nelle spezie e nel cioccolato ci sono valanghe di alluminio.

Guido
Guido
Reply to  Leonardo
4 Febbraio 2020 21:16

Ahí, ahí, ahí… sono un diversamente giovane (69) ed ho appena surgelato sei magnifici hamburger da 150 gr l’uno avvolgendoli individualmente con del foglio di alluminio. Quando li scongelerò quanto alluminio “migrante” surgelato per lunghe settimane avranno acquisto? Li potrò ancora mangiare? Potrebbe per favore Striscia la Notizia scendere nuovamente in campo e fare un servizio supplementare? L’audience sarebbe sicuramente garantita! P.S. li mangerò, ovviamente. Buon appetito!

mirco
4 Febbraio 2020 16:53

la vostra esperienza e il vostro parere puntuale su ogni contenzioso è assolutamente fondamentale per avere più senso di responsabilità in ogni momento difficile dell’alimentazione quotidiana , non ho mai fatto un uso smodato di cottura alimenti a contatto con carta alluminio , penso che quelle poche che ho fatto siano state comunque le ultime , ho sempre avuto dei dubbi su questa pratica …..grazie ancora una volta e buon lavoro.

Alfredo
Alfredo
4 Febbraio 2020 17:37

Argomento molto delicato. Senza addentrarmi troppo ed accendere discussioni più profonde (pur essendo nel settore packaging alimentare con l’azienda di famiglia da 50 anni) però mi viene da pensare…Siamo cresciuti con il latte fatto nei bollitori di alluminio, le uova fatte nei tegami di alluminio, il caffè fatto nella Moka in alluminio, e non vogliamo parlare dei colapatsa o dei passaverdure in alluminio….e le famose gamelle in alluminio ed il bollitore delle siringhe di alluminio??? Personalmente mi fa molta più paura il rivestimento antiaderente odierno (per citarne una) Purtroppo si cerca in tutti i modi di trovare il sistema di fare lo scaricabarile…domani toccherà al vetro che sarà visto come Satana.

enciclopivo
enciclopivo
4 Febbraio 2020 18:00

Basta, per carità! e prima c’era la plastica, poi la carta, ora l’alluminio: piantiamola di voler vedere in tutto un pericolo! Anche vivere può rappresentare un pericolo, perché si può morire. Si sa che i giornalisti (carta, audio o video) devono ingigantire le notizie, per attirare audience. Qualche volta ci si inventa la notizia. Qui siamo nel caso di una non notizia, cioè che la migrazione di alluminio nei cibi è infinitesimale, e la si trasforma in un allarme inesistente e inopportuno, che crea panico in molte persone. Bisognerebbe introdurre, se non c’è già, il reato di frode scientifica: chiunque racconti qualcosa non comprovato, al momento, dalla letteratura scientifica, dovrebbe essere punito ecc. ecc. Quello che fa più danno non è l’alluminio, ma la notizia farlocca.

Mauro
Mauro
5 Febbraio 2020 02:29

Striscia la notizia ogni tanto esagera, ma ovviamente non lo ammetterà mai, il loro interesse è fare audience e chi se ne frega della realtà dei fatti e dei numeri, queli sono per i pignoli che preferiscono rivolgersi a fonti più valide di un programma satirico.

Mauro

Andrea
Andrea
9 Febbraio 2020 16:09

Purtroppo credo nella scienza e non nei programmi di certo giornalismo da bar (difficile di trovarne di diverso) che per informarsi su questioni scientifiche o travisa la pubblicazione scientifica pro domo sua o legge di articoli da sciamani.