Anche le confezioni del cibo che acquistiamo per i nostri animali domestici riportano una lista di ingredienti, delle informazioni nutrizionali e una quantità impressionante di claim e indicazioni. Alla fine l’etichetta della scatoletta per il cane diventa difficile da decodificare. Per questo motivo, Fediaf, la Federazione europea delle aziende produttrici di pet food, ha creato una breve guida alla lettura (e interpretazione) delle etichette, tradotta in italiano da Assalco.
Proprio come accade per le etichette del cibo destinato all’alimentazione umana, anche sulle confezioni dei prodotti per gli animali ci sono diciture obbligatorie come la lista degli ingredienti, che compare sotto il termine ‘composizione’, le informazioni nutrizionali (‘componenti analitici’), gli additivi usati e il modo di utilizzo.
Prima di scendere nei dettagli bisogna capire che tipo di cibo per animali si compra. Un “alimento completo” è diverso da uno “complementare”. Il primo è formulato per coprire tutti i bisogni nutrizionali del cane o del gatto, mentre il secondo deve essere associato ad altri alimenti, oppure si tratta di uno snack o un premio.
A differenza della lista degli ingredienti del cibo per l’uomo, le indicazioni sul pet food possono riportare gli ingredienti per categoria oppure per singolo componente. Sulle crocchette per gatti al pollo, quindi, ci sarà l’indicazione “carni e derivati”, oppure “pollo”. Se sull’etichetta compare una dicitura del tipo “con carote” o “ricco in manzo” allora le quantità devono essere specificate.
- Se c’è scritto “gusto…” o “aromatizzato con…”, vuol dire che l’ingrediente è presente in quantità inferiore al 4%
- La preposizione “con…” indica un contenuto superiore al 4%
- L’indicazione “ricco in…” impone un quantitativo di almeno il 14%
- Quando compare la parola “menu…”, l’ingrediente specificato deve costituire almeno il 26% del prodotto.
Anche nel caso del pet food, soprattutto quando si tratta di cibo speciale per animali con esigenze particolari, possono comparire claim nutrizionali. Se un alimento è “a ridotto contenuto di…”, la quantità deve essere inferiore almeno del 15% rispetto al prodotto standard. Lo stesso vale per i cibi ad “elevato contenuto di…” che devono contenerne almeno il 15% in più del nutriente.
Come un qualsiasi alimento, anche il cibo per animali può contenere additivi. Nelle etichette di alcuni troviamo anche vitamine, minerali e amminoacidi aggiunti per assicurare le esigenze nutrizionali degli animali (pensiamo alla taurina, amminoacido essenziale per i gatti). Tuttavia possono essere presenti anche conservanti, coloranti e aromi.
Le informazioni nutrizionali sono obbligatorie solo sulle confezioni di cibo per cani e gatti, mentre per gli altri animali da compagnia sono facoltative. Sull’etichetta va indicato il contenuto di proteine (grezze), grassi, fibra (grezza), ceneri (anche residuo incenerito o materia inorganica) e il livello di umidità. Insomma un elenco di “componenti analitici” diverso rispetto alla dichiarazione nutrizionale a cui siamo abituati.
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Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.