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ricotta latticini formaggio piattoAggiornamento del 22 gennaio 2021: il ministero della Salute ha revocato il richiamo dei formaggini freschi Cuor di Capra Fiorone del Caseificio Cattaneo per la scadenza del prodotto.

Aggiornamento del 14 novembre 2019: secondo i risultati delle analisi richieste dall’azienda Caseificio Cattaneo all’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, non sono state rilevate sostanze inibenti nei formaggini freschi di capra appartenenti al lotto richiamato dal ministero della Salute nei giorni scorsi. Il nuovo risultato delle analisi è già stato trasmesso all’Asl di competenza: è probabile che il provvedimento sia revocato nei prossimi giorni.

Aggiornamento del 13 novembre 2019: in merito al richiamo di un lotto di formaggini di capra pubblicato dal ministero della Salute il 12 novembre, il Caseificio Cattaneo precisa che sono ancora in corso verifiche. L’azienda, in un comunicato a Il Fatto Alimentare, spiega che le analisi sul latte risultate positive alla presenza di sostanze inibenti sono state effettuate dall’Istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia, ma che “di contro dall’analisi interna e da quella del fornitore di latte risulta invece l’assenza delle sostanze inibenti”. Il Caseificio Cattaneo, inoltre, sta “procedendo con l’analisi sul prodotto finito e commercializzato per una ulteriore verifica della non conformità”.

Il ministero della Salute ha pubblicato l’avviso di richiamo di un lotto di formaggini freschi Cuor di Capra Fiorone del Caseificio Cattaneo per la presenza di sostanze inibenti (*) nel latte di lavorazione. Il prodotto interessato è venduto in scatole con il numero di lotto L.2210 e le date di scadenza 08/12/2019 e 09/12/2019.

I formaggi richiamati sono stati prodotti dal Caseificio Cattaneo Srl, nello stabilimento di via Marco Biagi 18, a Lomagna, in provincia di Lecco (marchio di identificazione IT 03 1881 CE).

Per precauzione, si raccomanda di non consumare i formaggini di capra con il numero di lotto segnalato e restituirlo al punto vendita d’acquisto.

(*): Secondo la definizione dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e Emilia-Romagna, le sostanze inibenti sono un “Parametro sanitario per eccellenza e direttamente collegato alla salute pubblica, rispetto agli altri parametri normativi, costituisce da sempre il sistema di controllo di screening della presenza di residui di farmaci ad azione antibatterica nel latte (antibiotici e sulfamidici); rilevante anche per le interferenze che può determinare in fase di caseificazione sulla vitalità dei microrganismi componenti la flora lattica filocasearia.

Dal 1° gennaio 2019, Il Fatto Alimentare ha segnalato 138 richiami, per un totale di 195 prodotti, e 7 revoche. Per vedere tutte le notifiche clicca qui.

Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che ogni anno riguarda  almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore. I lettori interessati a ricevere l’ebook, possono fare una donazione libera e ricevere in omaggio il libro in formato pdf  “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it

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Luca CODELUPPI
Luca CODELUPPI
14 Novembre 2019 11:04

Chiedo scusa, ma a cosa ci si riferisce esattamente con “sostanze inibenti”? E’ la prima volta che sento parlare di questa categoria! Un termine molto generico onnicomprensivo?

Valeria Nardi
Reply to  Luca CODELUPPI
14 Novembre 2019 11:59

Abbiamo riportato la dicitura dela ministero della Salute. Qui la definizione dell’Istituzo Zooprofilattico della Lombardia e Emilia-Romagna. “Parametro sanitario per eccellenza e direttamente collegato alla salute pubblica, rispetto agli altri parametri Normativi, costituisce da sempre il sistema di controllo di screening della presenza di residui di farmaci ad azione antibatterica nel latte (antibiotici e sulfamidici); rilevante anche per le interferenze che può determinare in fase di caseificazione sulla vitalità dei microrganismi componenti la flora lattica filocasearia.”…. https://www.izsler.it/pls/izs_bs/v3_s2ew_consultazione.mostra_pagina?id_pagina=530