Pubblicato in questo giorni il nuovo Rapporto Coop che rivela consumi e stili di vita degli italiani, realizzato dall’Ufficio Studi di Ancc-Coop. Il documento dipinge una situazione abbastanza critica in cui dominano preoccupazione economica e insicurezza sociale con un poco invidiabile primato: siamo il popolo più pessimista d’Europa. Ma se i consumi in genere calano per la prima volta dal 2013, gli italiani si riscoprono più green, anche negli acquisti. Infatti, oltre all’aumento della mobilità sostenibile e all’armadio eco compatibile, quando si parla di valori del cibo, ricopre sempre più importanza la sostenibilità ambientale e sociale.
Una tendenza virtuosa che forse non è seguita da comportamenti analoghi visto che torna alla ribalta la carne (+3,5% le vendite nel 2019) mentre calano i suoi sostituti vegetali. Proprio nel rapporto si trovano i dati aggiornati rispetto l’impatto ambientale dei singoli alimenti, che vede sempre in cima alle classifiche, sia per emissioni di CO2 che per consumo di acqua, la carne bovina e avicola.
L’apporto proteico assilla a tal punto gli italiani che nel 2018 su Google alla parola “proteina” sono associate 64 milioni di ricerche. E così la dieta si riempie di proteine e fibre a scapito di grassi e carboidrati, purché si tratti di prodotti 100% di origine italiana, un valore ritenuto più importante addirittura della sicurezza alimentare. Con un occhio alla salute e uno alle mode, gli italiani abbandonano le bibite gassate, per la nuova tendenza delle acque aromatizzate che dominano (negli ultimi 12 mesi le vendite a valore registrano un +164,7%).
Anche “il fresco” è in ripresa, in particolare la verdura con un più 8%, e il cibo pronto che oltre ai canali tradizionali del take-away e delle consegne a domicilio, guadagna spazio sugli scaffali dei supermercati, in particolare frutta e verdure IV gamma (quella lavata e asciugata, pronta al consumo) e tutta l’offerta dei primi piatti pronti con una nuova tendenza in ascesa, gli snack dolci a base di frutta.
Tra gli impegni lavorativi e i momenti liberi da gestire, si dedica sempre meno tempo alla cucina, dimezzato vent’anni (oramai appena 37 minuti al giorno trascorsi a cucinare), mentre aumenta la spesa per la ristorazione extradomestica soprattutto per colazione o brevi spuntini.
Una nota curiosa del report riguarda il boom di vendite di pentole elettriche, le “instant pot”, (+72,8% le vendite nei primi 7 mesi dell’anno), che promettono successi culinari istantanei unicamente impostando il programma di cottura desiderato sullo schermo digitale del coperchio.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
le trasformazioni dei tempi che viviamo ci portano a considerare sempre più un fastidio dedicare tempo alla cura della nostra alimentazione fatta con le nostre mani. le nuove generazioni sono interessate ad altro e le tradizioni culinarie sono sempre meno diffuse e sempre più ristrette a specifiche categorie di persone. se da un lato ciò libera più tempo per molti per affrontare nuove necessità, da un altro pone delle domande sulla effettiva bontà di delegare ad alcuni professionisti, veri o improvvisati, l’attenzione sulla qualità della propria nutrizione.
Mah. A giudicare dal successo delle trasmissioni TV di cucina, riviste ecc., non è mica detto che le cose stiano come dice lei.
Questo é quel che succede quando si dà troppa importanza al LAVORO e non alla propria SALUTE.