Nella settimana n°30 del 2019 le segnalazioni diffuse dal Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) sono state 76 (9 quelle inviate dal Ministero della salute italiano).
L’elenco dei prodotti distribuiti in Italia oggetto di allerta comprende otto casi: idrocarburi policiclici aromatici in olio di palma del Ghana, attraverso i Paesi Bassi; mercurio in lombate di pesce spada (Xiphias gladius) confezionato sottovuoto dalla Spagna; mercurio in pesce spada congelato dal Portogallo; conteggio troppo alto di Escherichia coli in vongole veraci (Chamelea Gallina) dall’Italia; migrazione di formaldeide e di melammina da ciotole di legno dalla Cina; aflatossine in burro di arachidi biologico dai Paesi Bassi, con materie prime dalla Germania (prodotto: Crema di arachidi crunchy bio e Crema di arachidi con sale himalayano bio; marca: Terra Sana; confezioni in vetro da 250 e 500 grammi; Tmc: 2021/03/24; 2021/03/25; 2021/03/26); Salmonella enterica (ser. Mapo) in prodotti da masticare per cani dalla Polonia; contenuto troppo alto di vitamina D3 in mangimi per conigli dai Paesi Bassi.
Nella lista delle informative sui prodotti diffusi in Italia che non implicano un intervento urgente troviamo: presenza di DNA di ruminanti in mangime per pesci proveniente dalla Germania, fabbricato in Italia; presenza di Salmonella e alto numero di Enterobacteriaceae in farina di carne per alimenti per animali domestici dalla Spagna; infestazione parassitaria da anisakis in filetti di sgombro refrigerati dalla Francia; mercurio in tonno (Thunnus alalunga) dalla Grecia.
Tra i lotti respinti alle frontiere od oggetto di informazione, l’Italia segnala: aflatossine (B1) in arachidi dell’Egitto.
Questa settimana tra le esportazioni italiane in altri Paesi che sono state ritirate dal mercato la Danimarca segnala accumulo di gas in spumante (Moscato d’Asti; Numero di lotto: 029065; Codice a barre EAN: 8003895121005; Tipo di imballo: Bottiglia con tappo a vite); la Croazia segnala istamina in filetti di tonno scongelati.
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Giornalista, redattrice de Il Fatto Alimentare, con un master in Storia e Cultura dell’Alimentazione
Vorrei sapere come mai esistono in commercio, ormai da troppi anni, le lattine di bibite, birra e quant’altro, con la linguetta di apertura che si immerge direttamente nel liquido della lattina stessa. Questo è fonte sicura di contaminazione dall’esterno. Non mi è mai capitato, in tutti questi anni in cui è appunto cambiata l’apertura delle lattine, di leggere o sentire nessuna lamentela in merito.
Buongiorno Rita, si tratta di una questione ambientale e di sicurezza.
Una volta le lattine avevano la linguetta a strappo, che lasciava bordi molto taglienti e la stessa linguetta era piuttosto pericolosa e inquinante anche perché veniva gettata così come i mozziconi di sigaretta.
C’è stato un momento in cui alcune aziende usavano proteggere le lattine con un cappuccio in plastica o alluminio.
Ci sono diverse soluzioni (sono volutamente provocatoria!) 1.pulire la linguetta prima dell’apertura; 2.comprare bibite in vetro; 3.comprare bibite in plastica (non molto ecologico); 4.smettere di bere bibite.