Ogni settimana vengono pubblicati studi che dimostrano come il cibo ultra-trasformato faccia ingrassare, oltre alle correlazioni che esistono tra malattie croniche come il diabete (o addirittura il cancro) e uno stile alimentare basato su questi prodotti. D’altro canto non c’è molto da meravigliarsi: basta considerare quanto è cambiata negli ultimi cinquant’anni l’offerta di prodotti alimentari. Una volta, il pasto era un momento conviviale a cui si dedicava molto tempo. Oggi non è più così. Il risultato è che mangiamo sempre più spesso fuori casa, e durante la giornata abbondano le occasioni per consumare merendine e snack. Si tratta di uno stile di vita che spiana la strada al consumo di prodotti pronti trasformati e ultra-trasformati industriali, che spesso contengono troppo sale, zucchero e grassi, a scapito di cibi semplici come frutta, verdura, legumi e cereali integrali.
Ultra-trasformati e obesità
Non c’è quindi da stupirsi se i tassi di sovrappeso, obesità e il numero di malattie croniche correlate crescono in tutta Europa. In Italia la percentuale di bambini affetti da sovrappeso o obesità arriva al 30%. Per gli adulti la percentuale sale addirittura al 45,1%, cioè quasi la metà della popolazione, mentre il diabete colpisce 4 milioni di persone, il 90% affette dal tipo 2.
Il problema è molto sentito anche all’estero, tanto che una Commissione d’inchiesta del Parlamento francese ha pubblicato un corposo rapporto su “Alimentazione industriale: qualità nutrizionale, ruolo nell’emergenza delle patologie croniche, impatto sociale e ambientale”, con 38 raccomandazioni e consigli che dovrebbe essere adottati per migliorare la qualità nutrizionale del cibo ultra-trasformato e ottimizzare la sicurezza e l’etichettatura.
Il dossier de Il Fatto Alimentare
Prendendo spunto da questo rapporto, Il Fatto Alimentare ha realizzato un dossier che riprende alcuni temi trattati, focalizzando l’attenzione sul cambiamento dei modelli alimentari e sulle possibili soluzioni, proponendo alcune delle raccomandazioni francesi che potrebbero essere tranquillamente adottate nel nostro Paese, se non all’Europa intera.
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io mangio pasta, frutta e verdura, pochissima carne ( quasi esclusivamente cavallo) molto pesce , zero prodotti industriali.
E prendo perso lo stesso.
Sig.Federico bisogna tenere in considerazione anche le quantità e associare del movimento fisico.buongiorno
Federico, evidentemente non fai attività fisica. Pure io. L’unico consiglio che posso darti è di diminuire costantemente nel tempo la quantità delle cose che mangi a cominciare dagli intingoli, finchè non ti accorgi che incominci a perdere peso. Così ho fatto io e funziona. Però devi abituarti a finire i pasti con un po’ di fame insoddisfatta. Ci vogliono alcuni mesi, ma pian piano in fisico si abitua ad una minore alimentazione e il sensi di fame a fine pasto lentamente scompare.
Sig. Federico, dicono tutti così! 😀
E senza contare la domanda più scontata, ma fondamentale: quante ore sedentarie vs ore di attività fisica? 😉