Activia, Danacol, Actimel perché l’etichetta francese è diversa? Anche i bastoncini Findus. La differenza è il Nutri-Score, che in Italia non c’è
Activia, Danacol, Actimel perché l’etichetta francese è diversa? Anche i bastoncini Findus. La differenza è il Nutri-Score, che in Italia non c’è
Roberto La Pira 6 Marzo 2019In Europa, le normative sulle etichette alimentari sono uguali per tutti i Paesi, ma ci sono multinazionali come Danone e Findus, e catene di supermercati come Carrefour e Auchan che usano criteri diversi, penalizzando i cittadini italiani. Basta confrontare le etichette dello yogurt Activia di Danone o dei bastoncini Findus per notare una differenza: sulla confezione francese campeggia il riquadro dell’etichetta a semaforo Nutri-Score, assente nei vasetti venduti in Italia. Il semaforo indica la qualità nutrizionale globale del prodotto con cinque colori e cinque lettere, da A-bollino verde, per i prodotti più equilibrati, a E-bollino rosso per quelli sbilanciati, da consumare con moderazione.
Quali sono i motivi di questa assenza? Abbiamo chiesto a Danone perché in Italia non compare il semaforo, la risposta è stata che “l’azienda contribuisce al confronto sulla promozione di corretti stili di vita partecipando attivamente con Federalimentare, Unione Italiana Food e Assolatte, al dibattito sulla corretta alimentazione nelle sedi istituzionali, scientifiche ed associative del nostro Paese”! Belle parole che non spiegano come mai Danone, pur essendo una delle aziende che in Francia ha sostenuto con decisione l’utilità del semaforo, tanto da inserirlo progressivamente su tutti i prodotti delle linee Activia, Actimel, Danacol, Taillefine (che da noi corrisponde a Vitasnella), Danette, Danonino (il Danito, non più in commercio in Italia), Gervais, Velouté, Fjord, Gervita, Jockey, Danio, Dany e Recette Crémeuse, abbia deciso di non adottare questa soluzione in Italia. L’altro aspetto da considerare è che la multinazionale ha deciso di adottare l’etichetta a semaforo anche in Germania, Belgio e Svizzera, ma non in Italia.
Qual è la differenza tra i consumatori italiani di Activia, Danacol, Actimel, Vitasnella e gli altri cittadini europei? Qualcuno avanza l’ipotesi che lo yogurt Activia venduto nei nostri supermercati sia diverso da quello venduto in Francia o in Germania. Se così fosse Danone dovrebbe dirlo. Ci sembra legittimo sapere quali sono i motivi di questo comportamento che penalizza gli italiani. Le norme europee prevedono la possibilità di aggiungere il semaforo in etichetta e questo viene fatto in mezza Europa, ma non in Italia. Non servono leggi nazionali per farlo, non servono autorizzazioni, solo la buona volontà che Danone dimostra di avere in altri Paesi. Gli italiani sono perfettamente in grado di distinguere il significato dei colori al pari dei francesi, dei tedeschi o dei belgi e non ci sono ragioni valide per discriminarci né tanto meno per adottare etichette differenziate. Aspettiamo una risposta adeguata da parte di Danone.
Anche Findus in Francia ha iniziato ad adottare il semaforo nell’ambito di una politica “trasparente nei confronti dei consumatori” e per questo ammette di usare il semaforo Nutri-Score anche in Germania, mentre nel Regno Unito e in Svezia applica altri modelli. “Per quanto riguarda l’Italia – dichiara Findus – valuteremo l’evoluzione del dibattito attualmente in corso con l’intenzione di fornire su questo tema un’informazione trasparente ai nostri consumatori in coerenza con il contesto legislativo e distributivo del nostro paese.” Anche in questo caso la risposta non sta in piedi, in quanto il contesto legislativo italiano ed europeo è identico e la decisione di utilizzare il semaforo può essere presa liberamente da chiunque. Quello che non dice Findus è la difficoltà di portare avanti un discorso di trasparenza nei confronti dei consumatori in contrasto con il parere di lobby come Coldiretti, di ministri e associazioni di categoria schierate contro il semaforo.
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[sostieni]
Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Forse perche’ al parmigiano come ad altre eccelenze italiane il semaforo sarebbe rosso….e qui il dibattito in coldiretti e non solo sarebbe in salita….certo come evidenziato nell’articolo le case possono inserirlo senza problemi…..e speriamo lo facciano.
A mio avviso se Danone utilizzasse il Nutriscore in Italia così com’è sarebbe probabilmente sanzionata dall’Autorità Garante, o da altra autorità di controllo, o almeno caldamente incoraggiata a rimuoverlo o modificarlo.
Del resto la posizione italiana è che Nutriscore non è uno schema lecito secondo il diritto europeo; dunque chi lo usasse, seguendo logicamente questa interpretazione, agirebbe in violazione della legge.
Chi poi abbia ragione, anche sul piano giuridico, è un discorso complesso; ma il rischio per l’impresa c’è. Oltre ovviamente allo scontro con il consenso industriale, mediatico e istituzionale.
Il Nutri- Score come le altre etichette a semaforo sono previste nella legge europea n°1169/2011 all’articolo 9. Fino a prova contraria, la norma europea in Italia come negli altri Paesi prevale su tutte le norme nazionali. Queste sono le regole, il resto sono parole o ragionamenti in libertà
Capisco la vostra battaglia, ma non è così semplice. I rischi legali ci sono eccome. Si veda per esempio il recente provvedimento AGCM AUCHAN La vita in blu. Lo schema era certamente diverso, ma gli argomenti sono simili. La comunità scientifica italiana è generalemente contraria al Nutriscore; forse hanno torto, forse sono in conflitto di interesse, ma l’autorità non partirebbe dal loro punto di vista?
Il provvedimento dell’Agcm ha corretto il tiro sul bollino blu che comunque cambia nome ma resta . Ribadisco il Nutri-Score non può essere in alcun modo contestato o ostacolato ed è il milgior modo di informare il consumatore attraverso l’etichetta
Magari la ricetta dei prodotti Danone menzionati sopra non é diversa dagli stessi rivenduti in Germania, Belgio e Svizzera; si tratta forse di questioni “logistiche”, tipo approvvigionamenti di imballi diversii e quando li avranno terminati passeranno all’etichetta Nutriscore anche in Italia. Chissa’…
Danone ha dichiarato che in Italia non adotterà il Nutri-Score
Vedo che i bastoncini Findus e le crocchette di pollo risultano come Nutriscore “B”.
Ma risulterebbero “B” anche dopo averli fritti in padella come suggerito in etichetta?