Nei mercati rionali solo 4 bancarelle su 10 tra quelle che vendono ortofrutticoli e pesce indicano la provenienza del prodotto sul cartellino come prescrive la legge. E’ quanto emerge dal rapporto presentato oggi dal Movimento difesa del cittadino. Nel caso dell’ortofrutta solo il 26% dei banchi rispetta la legge (l’8% in meno rispetto al 2009), mentre per i prodotti ittici i venditori corretti sono il 34% ( tre punti in meno rispetto al 2009). L’indagine è stata condotta nel mese di novembre in otto regioni (Basilicata, Calabria, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche e Toscana) su 450 banchi. Dal punto di vista geografico le migliori perfomance si sono registrate in Lombardia per le bancarelle di prodotti o ortofrutticoli e in Liguria per la vendita del pesce. Nel caso della Lombardia è stato rilevato un 71% di positività. Come negli anni passati la Liguria si conferma la più virtuosa per la filiera ittica: (80% di banchi è risultata in regola) . In Calabria invece nessuno dei banchi visitati rispetta la normativa di legge per il settore ittico e solo l’1% utilizza etichette chiare e complete per frutta e verdura.
L’informazione più presente in etichetta è il prezzo (83% per l’ortofrutta e 80% per il pesce), mentre l’anonimato regna per quanto riguarda l’origine dei prodotti: solo 4 banchi su 10 indicano la provenienza di frutta, verdura e pesce. Scarsa anche le informazioni sulla categoria di appartenenza per l’ortofrutta (28%) e sul metodo di cattura ( allevamento o mare) per il pescato (43%). Secondo Silvia Biasotto, responsabile del Dipartimento Sicurezza Alimentare del Movimento difesa del cittadino, la situazione è peggiorata rispetto agli anni passati.
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