Il Ministero della salute ha pubblicato il richiamo di alcuni lotti di pollo biologico prodotti dall’azienda agricola Viustino 65 per la presenza di livelli oltre i limiti di Salmonella enteritidis. La contaminazione è stata scoperta in sede di analisi di autocontrollo nei lotti 260617 e S270617. I lotti 030717 e S040717 sono stati richiamati a scopo precauzionale.
I prodotti della linea Pollo Family Bio interessati dal provvedimento di richiamo sono: pollo a busto, mezzo petto, petto intero, petto a fette, cosce anatomiche, sovracosce, fuso, bocconcini e alette. Le scadenze dei prodotti vanno dal 05/07/2017 al 27/07/2017.
I prodotti in questione hanno una distribuzione locale, attraverso lo spaccio dell’azienda agricola Viustino 65 a San Giorgio Piacentino (provincia di Piacenza). Si raccomanda a chi ha acquistato i prodotti della linea Pollo Family Bio con i numeri di lotto in questione di non consumarli e restituirli presso lo spaccio, dove i prodotti saranno rimborsati.
Per ulteriori informazioni, è possibile contattare l’azienda al numero 0523530169
Questo è il richiamo numero 43 segnalato da Il Fatto Alimentare nel 2017.
Per capire come funziona il servizio di allerta alimentare e come viene effettuato il ritiro dei prodotti dai punti vendita leggi il libro “Scaffali in allerta” edito da Il Fatto Alimentare. È l’unico testo pubblicato in Italia che rivela i segreti e le criticità di un sistema che funziona poco e male. Ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei punti vendita almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 10-20% dei casi si tratta di prodotti che possono nuocere alla salute dei consumatori, e per questo scatta l’allerta. La questione riguarda grandi aziende come Barilla, Mars…, catene di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i loro marchi (Esselunga, Coop, Carrefour, Auchan, Conad, Lidl, Eurospin…), e anche piccole e medie imprese. Il libro di 169 pagine racconta 15 casi di richiami che hanno fatto scalpore.
I lettori che hanno fatto una donazione riceveranno in omaggio il libro “Scaffali in allerta”, scrivendo in redazione all’indirizzo ilfattoalimentare@ilfattoalimentare.it
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