Gli Usa attaccano le politiche asiatiche per l’allattamento al seno e quelle sudamericane contro l’obesità, giudicate barriere al commercio. Sotto accusa Hong Kong, indonesia, Malesia e Thailandia
Gli Usa attaccano le politiche asiatiche per l’allattamento al seno e quelle sudamericane contro l’obesità, giudicate barriere al commercio. Sotto accusa Hong Kong, indonesia, Malesia e Thailandia
Beniamino Bonardi 19 Maggio 2017Il governo degli Stati Uniti ritiene che le politiche di alcuni paesi asiatici (Hong Kong, Indonesia, Malesia e Thailandia) a favore dell’allattamento al seno e quelle di paesi latino-americani contro l’obesità (Cile e Perù) costituiscano delle “significative barriere” al commercio e quindi si riserva di sollevare il problema all’interno dell’Organizzazione internazionale per il commercio (Omc). L’organizzazione Public Citizen ha analizzato il documento pubblicato dal Rappresentante Usa per il Commercio che contiene queste valutazioni, che non sono una novità dell’Amministrazione Trump ma che erano state sollevate anche durante la presidenza di Barack Obama.
Nell’ottobre 2012, Hong Kong ha pubblicato la bozza di un regolamento sul marketing del latte e dei prodotti alimentari per neonati e bambini piccoli, la cui versione definitiva è in fase di approvazione. Il governo Usa afferma che, se fosse emanato nella sua versione originaria, il regolamento costituirebbe una barriera tecnica al commercio, che avrà un “significativo impatto negativo” sulle vendite di questi prodotti, perché sarebbe più restrittivo rispetto agli standard internazionali. Per questo, il governo di Washington continua a fare pressione su quello di Hong Kong per una sua modifica rispetto alla bozza iniziale.
Una barriera tecnica al commercio è ritenuta dal governo Usa anche la revisione del codice etico per il marketing dei prodotti per neonati e bambini piccoli, annunciata dal ministro della Salute della Malesia nel 2015. Il nuovo codice etico, non ancora emanato, prevede restrizioni all’utilizzo di simboli e marchi registrati sulle etichette e le confezioni, oltre che sulle attività informative, promozionali e di marketing. Gli Stati Uniti hanno chiesto alla Malesia di conoscere sulla base di quali prove abbia sviluppato il nuovo codice etico. Anche l’Indonesia ha pubblicato una bozza di regolamento che proibisce la pubblicità dei prodotti a base di latte per i bambini fino a due anni, e ogni dichiarazione sui benefici per la salute dei prodotti per bambini fino a tre anni. Gli Usa chiedono che l’Indonesia notifichi questo progetto di regolamentazione all’Omc, prima di emanarlo.
Nel dicembre 2015, dopo ripetute richieste degli Stati Uniti, la Thailandia ha notificato all’Omc il proprio progetto di controllo delle vendita di latte e prodotti alimentari per neonati e bambini fino ai tre anni, con restrizioni analoghe a quelle della Malesia, e anche il divieto di affermazioni relative alla salute sulle confezioni. Il codice prevede pesanti sanzioni per i trasgressori. Gli Stati Uniti affermano che cercano di rendere il testo finale “trasparente e che tenga conto delle appropriate informazioni scientifiche e tecniche, al fine di evitare inutili restrizioni al commercio”.
Secondo Public Citizen il progetto all’esame del parlamento thailandese non è altro che l’applicazione da parte del paese asiatico del Codice internazionale sulla commercializzazione dei sostituti del latte materno dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms). Il codice riconosce il diritto sovrano dei governi ad adottare le azioni necessarie per attuarne e monitorarne le linee guida. Il Codice dell’Oms, pubblicato nel 1981, è nato dopo la campagna internazionale di boicottaggio di Nestlé degli anni ’70, che per decenni hanno promosso campagne di marketing aggressivo nei paesi in via di sviluppo, per scoraggiare l’allattamento al seno e spingere le mamme all’utilizzo di latte artificiale.
Il documento del Rappresentante degli Stati Uniti per il Commercio contesta anche le politiche di Cile e Perù per combattere l’obesità infantile e adolescenziale. In Cile, lo scorso giugno è entrata in vigore una legge sull’etichettatura degli alimenti confezionati che superano le soglie prefissate di sodio, zucchero, calorie e grassi saturi. Per ognuno di questi elementi, il superamento del limite deve essere indicato con un ottagono contenente la parola “Alto”. I prodotti che hanno anche uno solo di questi avvertimenti non possono essere pubblicizzati ai minori di 14 anni. Gli Usa contestano l’onerosità per le aziende di questa legge. Una normativa analoga è stata adottata dal Perù e anch’essa è contestata dagli Usa.
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come e’ possibile che il gesto fondamentale dell’umanita’ sia oggetto di dubbi , critiche e dispute commerciali ?
Usa grandi esportatori di “democrazia” e “libero mercato”.Magari esportassero anche un minimo di intelligenza.
Impossibile visto che hanno eletto Trump…
Le linea guida era già stata portata avanti dal “democratico” Obama, come scrive giustamente l’articolo. L’importante per gli USA è che “girino” i dollari, a prescindere dalla qualità delle merci e dai loro effetti sulla salute!saluti, emilio locatelli