“La mia vita da vegana”: tre mesi di dieta per capire le difficoltà di chi rinuncia a carne e formaggi, tra prodotti poco sani e ristoranti disorganizzati. Terminato l’esperimento della giornalista di Patti Chiari
“La mia vita da vegana”: tre mesi di dieta per capire le difficoltà di chi rinuncia a carne e formaggi, tra prodotti poco sani e ristoranti disorganizzati. Terminato l’esperimento della giornalista di Patti Chiari
Giulia Crepaldi 22 Gennaio 2018Che effetto fa vivere da vegana per tre mesi? Lo racconta nella puntata del 12 gennaio 2018 di Patti Chiari, trasmissione della rete ticinese RSI, la giornalista Chiara Camponovo con un resoconto della sua esperienza. Il Fatto Alimentare ne aveva già parlato nell’ottobre 2017, quando ha preso il via la nuova dieta con un doloroso addio a carne e latticini.
Buttandosi a capofitto nell’avventura vegana, molti consumatori cominciano a sostituire carne, latte e formaggi con i numerosi prodotti vegani che imitano i cibi di origine animale. Si inizia con le bevande vegetali che sostituiscono il latte, alle mozzarelle di riso, passando per le cotolette di soia. Questi prodotti però spesso contengono troppi zuccheri e grassi, non forniscono proteine e calcio a sufficienza e sono venduti a prezzi esagerati (più del doppio rispetto a un alimento analogo convenzionale). Ne ha parlato recentemente anche il magazine francese 60 Millions de consommateurs. Nella scelta dei prodotti industriali per vegani bisogna fare attenzione anche agli additivi, che in qualche caso possono essere di origine animale. Per questo motivo, nel corso del programma si sottolinea l’importanza di affidarsi a prodotti certificati.
E al ristorante? Spesso i vegani quando mangiano fuori casa devono affrontare problemi simili a quelli dei consumatori allergici e intolleranti. Se però i soggetti allergici sono tutelati dall’obbligo di indicare gli allergeni sul menù, lo stesso non accade per i vegani, trattandosi di una scelta personale (etica o salutistica) e non di un’esigenza sanitaria. Per questo motivo indicare i piatti adatti a chi segue un’alimentazione totalmente vegetale resta a discrezione dei ristoratori. Capita quindi di scontrarsi con camerieri che non conoscono gli ingredienti dei piatti e con cuochi incapaci di organizzarsi, costringendo l’avventore a ordinare il classico spaghetto al pomodoro.
Per avere una misura oggettiva degli effetti del veganesimo sulla salute, la giornalista si è sottoposta ad analisi del sangue prima e dopo la dieta. Com’era prevedibile, eliminando formaggi e carne sono scesi i livelli di colesterolo “cattivo” (LDL), ma anche di quello “buono” (HDL). Si abbassano anche i valori di vitamina B12 arrivando sotto i livelli raccomandati dopo solo tre mesi, nonostante le scorte dell’organismo possano durare anche fino a un anno. La B12 è una vitamina presente solo negli alimenti di origine animale, che i vegani devono necessariamente integrare nella loro dieta, per evitare gravi anemie e disturbi neurologici.
Arrivare a stabilire se la dieta vegana faccia bene o male alla salute non è però semplice. Sicuramente i cibi industriali vegani sarebbero da limitare, preferendo un’alimentazione basata su vegetali integrali come legumi, soia e frutta secca, affiancando un’integrazione di vitamina B12. Su questo concordano i due esperti che si sono confrontati in studio: Roger Darioli, presidente della società svizzera di nutrizione, e Silvia Goggi, nutrizionista vegana dell’Ospedale Sacco di Milano. Lascia perplessi il punto di vista di Renato Pichler intervistato nel servizio nel ruolo di capo dell’ente certificatore svizzero di alimenti vegani. Per Pichler non è così importante trovare in commercio prodotti industriali vegani squilibrati a livello nutrizionale, l’aspetto saliente è che siano sempre di più, per mettere in difficoltà l’industria della carne.
Secondo la nutrizionista Goggi una persona con una dieta già equilibrata non ha bisogno di stravolgere la propria alimentazione passando a un regime vegano che, eliminando la carne e altri prodotti animali, ha comunque il vantaggio di prevenire patologie croniche e ridurre la mortalità. Più scettico il collega svizzero secondo cui non ci siano studi scientifici rigorosi a dimostrazione della capacità della dieta vegana di ridurre la mortalità e per questo motivo sconsiglia di adottare il regime per i bambini: troppo limitante per un periodo delicato come quello della crescita.
Fonte immagini: Patti Chiari, Rsi, Chiara Camponovo
© Riproduzione riservata
Se ti è piaciuto questo articolo sostieni Il Fatto Alimentare
* Con Carta di credito (attraverso PayPal). Clicca qui
* Con bonifico bancario: IBAN: IT 77 Q 02008 01622 000110003264
indicando come causale: sostieni Ilfattoalimentare 2018. Clicca qui
Giornalista professionista, redattrice de Il Fatto Alimentare. Biologa, con un master in Alimentazione e dietetica applicata. Scrive principalmente di alimentazione, etichette, sostenibilità e sicurezza alimentare. Gestisce i richiami alimentari e il ‘servizio alert’.
Come una rondine non fa primavera, così questa esperienza isolata di una singola persona, non indica nulla di più di quanto già ampiamente noto a quasi tutti, fatto salvo per qualche sprovveduto sperimentatore autolesionista.
La carenza di B12 è quella più conosciuta e diffusa, ma ci sono molti altri parametri da monitorare, per chi intraprende questa avventura ideologicamente affascinante e condivisibile per il rispetto tutti verso gli animali, ma che la genetica e la condizione individuale della persona non permette di banalizzare.
In modo particolare per gli organismi in fase di sviluppo come i bambini.
All’inizio dell’esperienza annunciata pubblicamente dalla giornalista avevo commentato in modo molto negativo tale iniziativa, non tanto per la sua legittima scelta personale, ma soprattutto per il suo ruolo pubblico di divulgatrice di un prossimo esito assolutamente non significativo, qualunque fosse stato.
Intraprendere una scelta così drastica ed impattante, presuppone un approccio meno gossipparo verso una tendenza che è diventata molto diffusa, ma che ritengo generalmente poco consapevole, soprattutto per la qualità degli alimenti in commercio dedicati a questa categoria di consumatori.
Ezio prova a diventare vegan crudista tendenziale per 2 settimane e vedrai comwe starai 100 volte meglio di adesso. Per maggiori informazioni consulta se vuoi il blog del grandissimo Valdo Vaccaro.
Credimi Dino ho un’esperienza diretta e formazione in vari campi della nutrizione da una quarantina d’anni e se hai compreso il mio messaggio, farai bene a valutare la qualità degli alimenti di cui ti nutri.
Poi meglio non generalizzare, perché ognuno ha esigenze salutistiche personali e non solo scelte etiche condivisibili.
Un po’ di onestà intellettuale non guasterebbe. La vit b12 non può calare in soli tre mesi.
Ne era già carente. Come il 75% degli italiani
3 anni fa ho iniziato molto gradualmente la mia avventura passando da onnivoro (pesavo 107 Kg) fino a diventare vegano crudista tendenziale (oggi peso 82 Kg) e sapete cosa è successo? Sono guarito da 30 anni da allergia ai graminacei, poi sono guarito incredibilmente da 10 anni di psoriasi grave alle caviglie (incubo totale) e, per concludere, sono guarito da apnee notturne severe. Oggi scoppio letteramente di salute e sono ringiovanito di 20 anni, faccio vari sport e sono la persona più felice di questo mondo. Il potere della natura è meraviglioso e sono felicissimo di condividerlo con voi qui. Asta la vista! 🙂
Complimenti per la tua intuizione ed esperienza, che dimostra la tua personale affinità con gli alimenti vegetali.
Nel merito della qualità degli alimenti, in particolare ti raccomando di prestare attenzione ai tanti residui chimici presenti nei cibi e che nel lungo periodo potrebbero squilibrare la tua dieta.
Meglio scegliere quelli bio, anche per le ricette e formulazioni più semplici e pulite.
« sconsiglia di adottare il regime per i bambini: troppo limitante per un periodo delicato come quello della crescita»
Contraddetto dalla dottoressa in studio la quale per i suoi figli ha adottato una dieta vegana che tra l’altro ha portato prove scientifiche della validità da parte di un importante società americana di pediatria.
Posso assicurare alla giornalista che i valori di B12 non crollano dopo tre mesi, se non c’è una carenza già a monte.
Tanto è vero che anche chi mangia carne e derivati può averla, nonostante i mangimi dati negli allevamenti siano già addizionati della suddetta vitamina.
Gli stili di vita possono essere buoni o cattivi qualunque alimentazione si segua e nessuno ha la garanzia divina di non ammalarsi. Infatti vediamo adulti carnivori con patologie e bambini obesi perché mangiano male con pochi alimenti freschi e un eccessivo consumo di carne e insaccati, spesso industriali. Così come ci sono vegani (ricordo che per la maggior parte è una scelta etica) che, soprattutto all’inizio, si buttano su prodotti pronti. Poi man mano ci si informa, ci si documenta, si chiedono pareri a nutrizionisti e ci si assesta su frutta e verdura fresche e di stagione, legumi e cereali integrali.
Si può mangiare benissimo e correttamente, dolci compresi, anche da vegani, spesso più correttamente di chi mangia prodotti animali.
Bravissima! Esatto proprio cosi’
Hai assolutamente ragione, ma va anche detto che di fatto i vegani etici in occidente nemmeno esistono, i più sono persone vegane per tendenza, ma che realmente non vivono in maniera vegan ma sono occidentalizzate quanto me e te che anziché essere vegani siamo due occidentali qualsiasi in un contesto qualsiasi. In giro per il continente vedrai molti che si spacciano per vegani ma appena giri l angolo scopri che fanno la spesa al supermercato ( fottendosene di riversare il loro denaro in casse che lo destineranno in parte allo sfruttamento animale ), che spinti da mode onnivore posseggono automobili che bruciano derivato animale, comprano tabacchi testati su animali, si servono di un sistema sanitario che sfrutta gli animali, fingono di indignarsi ma poi decidono di vivere in un paese onnivoro con una cultura onnivora e di pagare tasse e contributi ai suddetti stati perché in fin dei conti un paese onnivoro con i suoi difetti funziona, uno vegano a quanto risulta nemmeno esiste, ed è ovvio che davvero se il veganesimo fosse la svolta ed un buon sistema almeno qualche paese lo adotterebbe facendo leggi in merito, cosa che ovviamente non accade visto che un paese vegan non avrebbe nemmeno le reti di trasporto pubblico di massa, le sfruttare sanitarie e nessun collegamento con i paesi onnivori “nemici” che per contro sono praticamente tutti quelli visibili sulla cartina geografica.
Secondo me, tutto quello che è “estremo” è sbagliato.
Oggi il problema più grande è che l’industra alimentare, appoggiata dai vari governi, puntano a farci mangiare sempre di più incuranti della qualità del cibo. ( maggiore produzione-maggiore guadagno)
Invece il cibo in vendita dovrebbe essere solo bio (organico) ed il prezzo di carne e pesce dovrebbe essere di circa 100 volte superiore a quello del cibo di origine vegetale.
I cibi che fanno “male” come zuccheri, farina bianca, sale, grasso animale, ecc. dovrebbero essere tassati ed il ricavo dovrebbe essere tutto utilizzato a coprire i costi della salute.
Infine, aumentare drasticamente l’educazione alimentare. Le persone devono capire ed imparare che mangiare carne e/o pesce un paio di volte a settimana è più che sufficiente.
Antonio, sono d’accordo.
Non nello specifico sull’aumentare 100 volte carne e pesce….
ma concordo che la leva fiscale è uno strumento politico importantissimo
che potrebbe salvare il pianeta (produci con energia pulita, usando carta riciclata invece che plastica? ti abbasso le tasse del 90% e così dicendo).
Sono felice di comprare più biologico possibile così esercitando la democrazia del consumatore: uniti possiamo influire sulle scelgte dei produttori.
“il prezzo di carne e pesce dovrebbe essere di circa 100 volte superiore a quello del cibo di origine vegetale.” … mmm… quindi se sei ricco mangi carne sennò cetrioli… … un po’ come le multe… se sei ricco e hai qualcuno da pagare per far sì che risulti lui alla guida puoi tranquillamente andare ai 200 all’ora e passare col rosso … ottima soluzione… mah…
La B12 può essere carente anche in un carnivoro, e se anche fosse prerogativa di noi vegani, non è che per carenza di B12 mi convinco ad ammazzare un maiale. Quella Vegana non è una dieta, ma una scelta, consapevole e seriamente motivata. Sono vegetariano da 31 anni e vegano da 5. Sono ancora in buona salute e orgoglioso di esserlo. E posso guardare negli occhi un animale senza chiedermi: ma che diritto ho di ammazzarlo?
Tutto molto bello, peccato che definirsi vegani etici e stare su un social onnivoro di creazione e proprietà di un pescatore e cacciatore che sponsorizza sul suo social lo sfruttamento animale e permette la pubblicità di aziende che sfruttano animali accettandone una fetta degli utili desta perplessità. Come pure definirsi vegani etici ma poi sotto sotto rendersi conto che il mondo onnivoro è più pratico e decidere di vivere, finanziare, pagare tasse e contributi non in un paradiso veg ma in uno stato onnivoro di cultura onnivora, pur sapendo che questi investimenti andranno a creare mattanze di animali. Alla fine siamo un po’ tutti vegani come te, se il veganesimo si limitasse a scrivere sono vegano sul web, ma purtroppo e per fortuna si tratta di tutt’altro.
Matteo, al di la del fatto che viviamo in molti in un mondo che non ci appartiene, non capisco cosa vuoi dire: se prendo l’autobus devo controllare che l’autista non sia un delinquente altrimenti la mia etica viene corrotta e falsata? Sono vegano, orgogliosamente vegano, e lo scrivo dove ho la possibilità di scriverlo e dirlo a gente che lo può capire, anche in un giornale di carnivori. Non voglio un paradiso veg. Voglio fare la mia piccola parte per cambiare questo mondo. Se questo ti turba mi dispiace per te.
Grande Loris, avanti così! Anch’io sono vegano e sto da dio! 🙂
Daccordissimo con te Loris, la scelta vegana (e tendenzialmente crudista per me) si diffonderà sempre di più e grazie ad attivisti come noi
Ben detto, Loris!!! Le carenze di B12 possono essere congenite, tant’è che la maggioranza degli onnivori non si preoccupa di verificarne il valore dalle analisi… esiste qualche medico convenzionale che prescriva questo tipo di controllo? nessuno… Quindi la B12 è diventato il cavallo di battaglia di chi contrasta questa scelta, il veganesimo, a spada tratta.. perché solo di scelta si tratta, consapevole, etica, responsabile… le mode le lasciamo a quelli a cui interessano… io ho 60 anni, sono vegana da otto, mi controllo regolarmente, faccio palestra pesante tutti i giorni, e vi assicuro che sono da esempio per le giovanissime… la B12 si prende anche dai vegetali, e soprattutto dalle alghe, il superfood a cui nessuno fa riferimento, ma che è invece una fonte inesauribile di nutrienti…. Bisogna informarsi, leggere, farsi aiutare da chi ha esperienza nel settore, e non mangiare schifezze, esattamente come accade per gli onnivori… tutto il resto è noia, parole buttate al vento…
Povera giornalista, ha sicuramente sbagliato qualcosa se il suo “esperimento è fallito. Tra l’altro 3 mesi direi che sono veramente pochi per fare valutazioni.
Si dice che i prodotti vegani siano “venduti a prezzi esagerati (più del doppio rispetto a un alimento analogo convenzionale”, ma non si dice che per tale tipologia di merce l’iva è al 22% e non al 4% come succede per esempio per il pane o il latte: è ovvio che i prezzi siano maggiori, ma di questo dobbiamo incolpare solo lo stato.
L’affermazione “La B12 è una vitamina presente solo negli alimenti di origine animale” è scorretta, o quantomeno incompleta in quanto la vitamina presente nelle carni è quella che l’allevatore ha dato agli animali insieme al mangine, ma la mucca, o il pesce, non producono autonomamente la b12. Detto ciò è ovvio che sia meglio prendere la b12 in modo autonomo con un integratore per umani, invece di un integratore qualsiasi dato all’animale. Mi sembra pertanto che il fatto che “i vegani devono necessariamente integrare nella loro dieta, per evitare gravi anemie e disturbi neurologici” sia positivo.
Infine gli esami della b12 dopo solo tre mesi non sono certo condizionati dalla dieta vegana in quanto i valori non crollano mai in modo così repentino in poco tempo ( a meno che non ci sia una patologia).
Il vero vegano non è quello che semplicemente mangia prodotti confezionati per vegani, farine raffinate, frutta e verdura. Essere veramente vegano significa avere una reale conoscenza di “tutti” i cibi vegetali che servono al nostro organismo e di cui sia chi è vegano sia che non lo è dovrebbe mangiare per riuscire a creare un rinnovamento cellulare di qualità e quindi a livello di salute. Come in ogni cosa se si agisce con superficialità e senza conoscere realmente la materia si finisce per dare un giudizio affrettato e superficiale appunto…. per questo esistono gli esperti che studiano e che purtroppo non vengono quasi mai chiamati in causa…
Una persona che intraprende un percorso nutrizionale di questo tipo si deve rivolgere ad un professionista della nutrizione ma non ad uno qualunque bensì ad uno specializzato in questo tipo di alimentazione. Sia vegani finti che carnivori spesso sono carenti di vitamina B12. Ricordo che gli studi ci dicono che per avere una buona fisiologia dell’organismo la vitamina B12 deve stare almeno a 600 -700…
qui pare che i vegani non debbano morire mai,,,,,,,mio monno aveva 98anni,e ha sempre mangiato di tutto…io ne ho 65 sono sanissima,, non e’ che se uno e’ un onnivoro deve mangiare chili di carne tt igg,,, io sto gg interi magari mangiando solo verdure ma e’ per scelta.. se mi gira di mangiare una bistecca la mangio ma non sto male
Gli squilibri li hanno le persone prive d’ informazione… per esser vegani si deve aver un minimo di cultura in campo alimentare oppure esser seguiti.
Ogni scusa è buona per parlar male del vegan, motivo? Industriali potenti nel settore allevamenti e produzione farmaci per la zootecnia.
Essere vegano oltre migliorare la salute e’ UNA QUESTIONE ETICA” rispetto per gli Animali come esseri viventi e il rispetto per il nostro Pianeta. Essere consapevoli di cosa stiamo lasciando alle future generazioni. Scegliere vegano e’ molto di piu’ che un pasto…!!!
vero, veganismo non è dieta, è voler uccidere o no animali innocenti ed i vegani non lo vogliono
Mi dispiace per la giornalista che si è sacrificata per 3 mesi per giungere a una conclusione a cui poteva arrivare in 3 secondi. Esattamente quali risultati pensava di ottenere, avendo la pretesa di misurare la bontà di un regime alimentare senza applicarlo correttamente? Non devi mangiare per 3 mesi prodotti vegani confezionati (acquistati più da consumatori occasionali o da simpatizzanti convinti di mangiare sano, che da vegetariani o vegani consapevoli) per renderti conto che non sono un toccasana più di quanto non lo siano i crocchette pronte al prosciutto e devi per 3 mesi non provvedere all’integrazione della b12 per scoprire che poi si va in carenza.
Per rispondere innanzitutto ad Ezio che parla di genetica credo sia importante evidenziare come tutti i più grandi naturalisti della storia (e ovviamente l’antropologia fa la sua parte)hanno stabilito che l’homo è incontestabilmente un raccoglitore,un frugivoro-granivoro e non un ‘onnivoro come la maggior parte dei luoghi comuni lo vogliono (quindi men che meno un carnivoro) Il consumo occasionale può di certo avvenire ma non modifica lo status genetico di una specie.La poca consapevolezza di quelli che scelgono di alimentarsi senza derivati animali esiste di certo ma credo sia più prerogativa di chi nella sua superficialità e ignoranza si approccia al vegan più per moda o per buttarsi in qualche crociata idealista,anzichè approfondirne davvero gli aspetti e le sfaccettature.Per questo credo che i commenti di Matteo non abbiano molto senso,chiaramente viviamo in un mondo “onnivoro”come dice lui,ma che c’entra con le scelte di chi sta provando a cambiare le cose?Ti mettono al mondo in una particolare epoca storica,mica puoi modificare tutto con un colpo di bacchetta magica e andare a vivere su un isola deserta,puoi solo cercare di operare scelte che pian piano cambieranno le cose!Io ad esempio non ho neppure la lavatrice,tanto per dirne una,lavo ancora tutto a mano…quella che spesso manca è la capacità di nutrirsi in maniera semplice senza cadere nelle trappole alimentari del sistema,senza sentirsi obbligati ad ingoiare tutto quello che di commestibile esiste sul pianeta (vale sia per i veg che per i non veg)rispettando le leggi naturali come quella di allattare il prprio figlio anzichè ricorrere a tutti i surrogati possibili e immaginabili…non credo si possa parlare di estremismo quando si deve giudicare una scelta come quella Vegan!
In estrema sintesi e per confermare le mie convinzioni ed esperienze, prendo solo a prestito un motto politico che ben si coniuga in questo argomentare: uno vale uno.
Non generalizziamo, ma individualizziamo le scelte e le esperienze senza alcuna pretesa di trasferirle ad altri, perché potremmo fare bene ma anche male e non è consentito proprio per la sensibilità che un vegano ha per tutti gli animali, sensibilità prima per se se stessi e poi anche verso gli altri esseri umani compagni di viaggio.
verdure legumi ortaggi e tanto olio extra vergine di oliva nelle nostre tavole.
Di carni e derivati preferibilmente è meglio farne a meno
Vegetariana da 30 anni, due figli nati vegetariani e MAI avuto carenza di B12. Peraltro noi escludiamo quasi completamente i latticini xció la assumiamo da quell’unico uovo alla settimana … Gli onnivori mangiano carne. Ma anche loro potrebbero essere carenti non saperlo xché, al contrario dei vegani e vegetariani, non la controllano. Noi mangiamo cibo fresco, biologico, tanto crudo e abbiniamo legumi e cereali x avere tutti gli aminoacidi essenziali. Facciamo in casa dai veggie burgers al pane, dal tofu ai latti vegetali. Cerchiamo insomma di fare prevenzione, cioè qllo che dovrebbero fare tutti se non avessero il cervello pieno di junk food
Complimenti per l’esperienza positiva e prendo l’occasione per rimarcare la stessa sintesi della risposta a Silvia: uno vale uno.
Indispensabilmente consapevole di se e delle proprie esigenze personali, con una buona in-formazione anche della qualità degli alimenti che sceglie.
Premesso che mangio pochissima carne, non Capisco perché chi diventa vegetariano deve ricorrere ad alimenti assurdi a base di soia quando già nella cucina italiana ci sono piatti vegetariani come ad esempio melanzane alla parmigiana, zuppe di legumi…
con interesse seguo la vs newsletter. Da un po’ volevo scrivervi a proposito della notizia in oggetto. Pur condividendo il fatto che, oggi, l’industria alimentare proponga prodotti vegani non sempre di qualità per gli ingredienti; non sono d’accordo sul fatto che la giornalista abbia visto un crollo dei valori dopo tre mesi dal cambio di alimentazione. Penso che ogni cambio di dieta debba essere pianificato bene e debba essere seguito da uno specialista/nutrizionista per evitare il fai da te e per evitare di giungere a conclusioni affrettate e frettolose verso uno stile di vita come questo.