In Italia il 7,1% dei cittadini sono vegetariani mentre l’1% si dichiara vegano. I dati sono estrapolati dall’ultimo rapporto Eurispes che ogni anno fotografa l’evoluzione e il cambiamento degli stili di vita e di comportamento degli italiani.
Sommando i due valori si può dire che l’8% delle persone che fa la spesa segue una dieta esclusivamente “cruelty free” rinunciando alla carne e ai prodotti della pesca e in misura inferiore ai derivati animali come uova, latte vaccino, formaggi e miele.
Si tratta di un dato importante che trova un riscontro concreto anche sugli scaffali dei supermercati dove la presenza di prodotti destinati a vegetariani e vegani è in continuo aumento come attesta la presenza di bevande di riso, soia, avena e altre in sostituzione del latte, oppure dei prodotti a base di legumi, seitan e tofu per apportare le proteine necessarie alla dieta in assenza della carne.
Le motivazioni che spingono le persone verso la scelta vegetariana e vegana sono in alcuni casi legati a motivi di salute (30%), a una maggiore sensibilità verso il mondo animale e il rifiuto dei sistemi di allevamento intensivi, ritenuti inaccettabili. Una parte rilevante di persone ha invece sposato la dieta senza carne per ragioni ambientali ritenendo insostenibile a livello globale l’alimentazione onnivora.
Dal dossier Eurispes emerge che i prodotti Made in Italy conquistano la stragrande maggioranza degli italiani: 80% erano il l 77% circa nel 2012). L’81% delle persone predilige i prodotti di stagione mentre il 56% quelli a km 0. È superiore al 50% la quota di consumatori che acquistano con frequenza prodotti a marchio Dop, Igp e Doc con un incremento di sette punti percentuali rispetto al 2012. Oltre un terzo del campione compra spesso prodotti biologici, che ormai si stanno progressivamente imponendo sul mercato.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24
Sarebbe interessante conoscerne il livello socio-economico.
La scelta vegan è fatta da persone “ricche” che possono permettersi di scegliere quali cibi mangiare, non avendo difficoltà economiche ovvero sono i “poveri” che non possono permettersi niente di meglio ?
Ovvero sono dei poveretti esposti al rischio pellagra perché più della polenta NON potevano permettersi o sono dei “grassi” annoiati che trovano più “etico” il seitan del fegato d’oca ?
Credo sia soprattutto una scelta di persone colte, informate, che vogliono sapere cosa mangiano e quali conseguenze ci sono per la loro salute e per l’ambiente. Si può essere veg spendendo davvero poco ( in fondo si tratta di recuperare la base della vecchia dieta mediterranea )
Quindi secondo lei chi non è vegetariano è un incolto zotico che fa male a sè stesso e alla natura?
Rimane il fatto che i vegani che conosco sono tutte persone “abbienti” e che svolgono lavori (se lavorano) che NON richiedono un impegno fisico significativo e/o che lasciano molto tempo libero per dedicarsi a spese e cucina un filino più complesse di spaghetti col tonno e fettina ai ferri.
Viceversa, tutti i poveri con cui ho a che fare per lavoro NON disdegnano certo un hamburger se riescono a metterlo in tavola
I vegetariani sono una minoranza, ci sono molte persone istruite che mangiano carne (per rispondere all’excusatio non petita di Vincenzo) Però sì, credo che chi mangia molti alimenti di origine animale e specialmente salumi e carni rosse faccia male all’ambiente e, se non sta attento, alla propria salute. Quanto al tipo di lavoro, grazie per avere insinuato che i vegetariani sono una massa di sfaticati perditempo: la realtà che conosco io è diversa. Comunque viviamo in una società in cui chi fa un lavoro fisicamente faticoso è una minoranza..e per farsi una pasta al pomodoro o un’insalata non ci vuole molto più tempo che per cuocere la classica fettina o hamburger (però si spende meno…)
Caro Maurizio, dando per scontato che le conoscenze personali non fanno statistica ma semmai “esperienza” individuale. Anche io conosco numerose persone vegane, e purtroppo non sono particolarmente ricche né benestanti. Si tratta soprattutto di lavoratori stagionali, operai e agricoltori diretti. Il più delle volte fanno più di un lavoro per riuscirsi a mantenersi. E ben venga se il loro tempo libero invece che davanti alla televisione la passano a cercare di avere un’alimentazione più consapevole e anche più gustosa. E soprattutto queste persone non insistono mai a voler indottrinare i carnivori a lasciare perdere l’amata bistecca…
Maurizio la contraddico asoslutamente! Lei parla per luoghi comuni, come tutti quelli che incontro e che non hanno idea che anche una pasta e fagioli o una bruschetta al pomodoro sono 100% VEGAN! Finitela con la caccia alle streghe ed informatevi. E’ di moda ridicolizzare i vegani, che scelgono solo un’alimentazione diversa e, di solito, non vanno in giro a far proseliti. Buona vita! Stefania
Gentile Paola Emilia, le parole sono importanti e chi le usa per mestiere dovrebbe pesarle bene: asserire che chi i vegetariani solo tali solo perchè più istruiti o colti degli altri potrebbe offendere molte persone.
Comunque, giusto per riportare la discussione sul binario giusto, mi viene da chiederle su quali basi “crede” che chi mangia carne produca più danni ambientali di quanti ne produca chi mangia vegetali. Esistono degli studi o ricerche che sono state in grado di valutare questa differenza di impatto ambientale?
Infine le faccio notare che la sua affermazione “chi mangia carne e non sta attento fa male a sè stesso” non ha alcun significato, perchè si potrebbe dire altrettanto di un vegano che non ha una dieta equilibrata. Anche in questo, non mi risultano studi definitivi che dimostrino che un non-vegano che abbia una dieta equilibrata corre più rischi di un vegano.
Certo, perché patate, fagioli, ceci, lenticchie, verdura, frutta, pane, riso, pasta sono tra i cibi più costosi di questo mondo…
I cibi a cui (immagino) si riferisce lei sono più che altro “sfizi” che cibi con cui si pasteggia a colazione pranzo e cena, e che comunque, se si vuole proprio essere pignoli, non costano certo meno di carne e pesce!
Da quando sono vegana, personalmente, risparmio un sacco.
parole sante si.Maurizio. Questi vegani li vorrei vedere a lavorare 10 ore nel bosco con una motosega in mano per tutta la giornata. Saranno bancari o simili che possono tranquillamente vivere con un’insalata al giorno. La gente che suda e fatica per una vita intera ha bisogno di un’alimentazione che comprenda la carne, il pane ed il vino oltre che, naturalmente, a tutte le verdure che madre natura ci fornisce. Parola del mio vecchio dottore. Questi signori non hanno problemi di soldi. La saluto e le auguro buona vita.
Sono una studentessa e campo con 500 euro al mese circa (affitto e spese fisse comprese), nonostante questo sono vegetariana sul vegano andante senza che ciò riduca la mia dieta a pane e cipolle.
Ormai è chiaro che occorre, per forza, spostarsi su produzioni eco-sostenibili.
E il fatto che la domanda di mercato si sta lentamente, ma progressivamente indirizzando verso scelte etiche è ampiamente positivo.
ben venga l’ecosostenibilità, ma non sono d’accordo invece sullo spostamento verso scelte così definite “etiche”.
e nemmeno fare il solito paragone vegetariano/vegano=salutare.
l’etica non è non mangiare la carne o il pesce, l’etica è ben altro.
bio come le mele?
Giovanni secondo me etica è anche (ovviamente non basta) fare una scelta vegetariana e ancor più vegana; perché è un comportamento compassionevole nei confronti di altri esseri senzienti, un minor impatto sull’ambiente e in tal senso anche sulla ‘salute’ di tutto il pianeta e quindi anche in quella umana. Un discorso analogo si può fare per i prodotti bio. Questo senza entrare nel merito del dibattito se i prodotti di origine animale facciano più o meno male alla salute…
Il consumo di carne e derivati per il momento è destinato ad aumentare, sia per l’aumento della popolazione mondiale che per il crescente consumo dei paesi emergenti (Cina e India al primo posto) e questo rende ancora più urgente che i paesi che ne fanno largo uso come l’Europa e gli Stati Uniti diminuiscano i propri consumi a favore dei cibi di origine vegetale. Con un aumento dell’offerta diminuiranno anche i prezzi anche se sono d’accordo con Paola che per mangiare veg non è necessario essere benestanti. Ciao
Io non sono per nulla d’accordo, è una favola che ci raccontiamo, perchè se mangio carne non posso essere non etichettato come compassionevole.
l’etica umana va oltre al non mangiare carne. l’etica è pagare le tasse, l’etica è comportarsi bene, l’etica è fare il proprio dovere. e queste cose non sono uguali alla parola Vegeteriano.
poi è bene allargare gli orizzonti, per fare le verdure c’è bisogno la terra, la terra ha bisogno di fertilizzanti, quindi riduciamo gli animali e aumentiamo i fertilizzanti chimici? così i vegetariani contribuiscono all’ambiente?
io continuo a non essere d’accordo. poi ognuno fa le proprie scelte e questo va rispettato.
Sarà poco statistico, ma di operai e di contadini precari (ovvero di persone che faticano fisicamente) che nel tempo libero impegnano i magri guadagni a selezionare e preparare gustosi pasti confezionati
con alimenti responsabili non ne conosco. Casomai ne incontro parecchi che nelle pause pranzo si concentrano sul classico sfilatino con la mortadella (se ancora acquistabile a prezzi decenti) o similari
Conosco invece diversi tra professionisti, kolti vari e “non impegnati fisicamente” che stufi di acquistare filetto e salmone possono nutrirsi come meglio preferiscono, magari anche cercando di smaltire calorie e colesterolo in eccesso.
Comunque ciascuno è (ancora ? si spera ? ci si auspica ?) libero di fare le proprie scelte alimentari
Al di là della condizione lavorativa, che sicuramente è rilevante, ritengo che anche il fattore mediatico abbia una incidenza non trascurabile: oggi è di moda tutto ciò che è green, naturale, biologico e vegetariano.
Per molte persone la scelta dell’alimentazione è diventata solo uno strumento di distinzione sociale, al pari di un capo di abbigliamento o di un taglio di capelli.
Caro Giovanni,per fare le verdure ci vogliono terra e acqua,ma non pensa che per ingrassare gli animali da allevamento occorrono i mangimi, che sono in grandissima parte piante coltivate appositamente per loro? Non vorrei che la sua immagine dell’allevamento fosse il nonno di Heidi….altro che favole. Comunque mi fa piacere che lei parli di “solito”paragone fra vegetariano/vegano e salutare, vuol dire che le buone notizie si diffondono nonostante decennali retaggi di ignoranza in cui sosteneva che fosse la carne a fare bene. Che l’impronta ecologica di un onnivoro,di un vegetariano e di un vegano siano profondamente diverse è un fatto assolutamente certo, comprovato da moltissimi studi, e mi pare strano che lei non ne abbia mai sentito parlare. sE fa una piccola ricerca troverà immediatamente soddisfazione alla sua curiosità in merito. Riguardo l’etica, essere vegano non è sufficiente, ma è un’ottima partenza e non vedo proprio come si possa negare che preoccuparsi di esseri senzienti poco meno intelligenti di noi sia qualcosa di etico e meritevole di ammirazione.
Cara Sonia, per soddisfare i bisogni alimentari bisogna coltivare i campi in maniera intensiva utilizzando i fertilizzanti (persino in agricoltura biologica).
L’immagine dell’allevamento non sarà certo quella di Heidi, ma l’immagine dell’orto non è nemmeno quella che lei vuole lasciare intendere, giusto per capirci: un piatto di fragole a Gennaio non inquina meno di una bistecca.
Visto che parla di studi, dovrebbe sapere che non c’è alcuna evidenza scientifica certa del fatto che una dieta vegetariana sia più salutare di una non-vegetariana, l’importante è trovare il giusto equilibrio. Certo su qualche blog “green” troverà chi sostiene queste tesi, ma in realtà gli studi hanno solo evidenziato che chi è vegetariano generalmente è una persona che presta più attenzione a determinate tematiche (che vanno ben oltre l’alimentazione) e quindi statisticamente più sana.
Se vogliamo essere tutti più sensibili alle tematiche ecologiche, dovremmo piuttosto prestare attenzione ad altri fattori: provenienza delle materie prime, stagionalità, sostenibilità degli allevamenti/coltivazioni e soprattutto lasciar perdere queste stupide diatribe perchè non aiutano certo a fare informazione.
Cara Sonia,
fortunatamente sono Laureato in Tecnologie delle produzioni animali e ho piena coscienza di cosa comporta l’allevamento, lei forse non ha presente cosa vuol dire coltivare visto che mi parla di acqua e terra.
dal suo tono si capisce che è schierata verso una tendenza che, a differenza di chi è onnivoro, non permette la libertà di pensiero.
Sono ben consapevole del peso che l’allevamento ha verso l’inquinamento, e sono favorevole ad una sua riduzione. Non vorrei però che si faccia confusione, se tutti smettessimo di mangiare carne quanto terreno servirebbe per sfamarci tutti? e la produzione risicata di un campo con la sola acqua non garantisce una resa sufficiente.
L’atteggiamento di dare dell’ignorante è l’esatto motivo per cui io non sono daccordo con il fatto che chi si definisce vegetariano è più etico.
Sarebbe bello che prima di rispettare esseri senzienti ed essere “etici”, si cominci a farlo con quelli che la circondano e che possono PARLARE con lei.
Grazie
Gentile signor Vincenzo, difficilmente un vegetariano o un vegano compra le fragole a gennaio, proprio per via della scelta alimentare fatta, una scelta che non è solo alimentare ma anche di vita, etica, per l’appunto, nonostante lei faccia fatica a considerarla tale, evidentemente perché non ritiene poi così importanti determinate tematiche. Con l’atteggiamento usuale di chi non comprende una scelta altrui, lei la riduce al rango di moda o capriccio, perché i media fanno passare determinati messaggi eccetera. Lasci che le dica una cosa: una moda dura un mese o una stagione e difficilmente ha a che fare con l’affrontare l’ostilità della stragrande maggioranza della società e spesso la difficoltà concreta di fare un pasto fuori casa rispettoso del regime alimentare scelto. Noto spesso che nei confronti di vegetariani e vegani le persone assumono questo atteggiamento polemico e sulla difensiva, il più delle volte gratuitamente, come se la loro presenza o esistenza bastasse a farle sentire attaccate. Nessuno vuole convincerla a rinunciare alla carne o giudicarla per questo, per cui sarebbe carino se smettesse lei di giudicare e sminuire chi questa scelta l’ha compiuta, addirittura definendo “stupide diatribe” fatti ormai riconosciuti. Saranno anche stupidaggini, ma non mangiare carne e quindi nel mio piccolo non aumentare la richiesta di carne di bovini che rilasciano un sacco di metano, non mangiare carne e quindi evitare di mangiare due volte (la prima è il sostentamento dell’animale che deve finire nel mio piatto) mentre al mondo ci sono persone che non mangiano neanche la prima, non mi sembrano meno etiche del pagare le tasse e del non nuocere al prossimo. Al prossimo non è che non si nuoce semplicemente evitando di trattarlo male. Inoltre, vorrei farle notate che siamo 7 miliardi di persone, avere un’alimentazione onnivora sostenibile come lei propone significa comunque mangiare pochissima carne e pochissimo pesce (e d’altra parte era la normalità meno di un secolo fa, ai tempi cioè della vera dieta mediterranea tanto raccomandata, ma da pochi conosciuta), molto ma molto di meno di quanto se ne mangino ora: di fatto, quindi, un’alimentazione vegana con forse 2-3 strappi mensili. Non le faccio queste considerazioni per dirle che vegetariani e vegani hanno ragione e che sono tutti bravi e belli e privi di contraddizioni, è ovvio che come tutte le cose può avere risvolti negativi (es. Bisogna fare in modo che poi il problema non sia l’agricoltura intensiva), ma proprio perché essere vegetariani e soprattutto vegani non è semplicemente il vezzo di non mangiare carne, loro stessi sono i primi a essere consapevoli di questi risvolti e a comportarsi di conseguenza (ecco perché non comprano fragole a gennaio).
b r a v i s s i m a
Quello che ci manca è un’informazione di massa, corretta e onesta. Non succederà a breve. Per questo tanti commenti derivano da disinformazione e confusione di massa. In cui i medis ci elargiscono emeriti esperti che dicono tutto e altri l’esatto contrario. Questa contusione è una strategia di marketig in cui a vincere sono le aziende lattiero-casearie, gli allevatori e i produttori di carni e derivati,… che ci vendono i loro prodotti sostenendo che non fanno male alla salute. E dopo che ci siamo ammalati ringrazieranno le industrie farmaceutiche vedendoci medicinali con cui festeggiano colossali introiti. Cmq chi vuole avere conoscenze meno superficiali ed evitare di parlare a vanvera, ha a disposizione una miriade di studi e ricerche scientifiche che danno risposte chiare, certe e comprovate tutte in un unica direzione: le proteine animali di qualsiasi tipo danneggiano la salute dell’essere umano e dell’ambiente in cui viviamo. Un libro illuminante (e sconvolgente) a 360° “The China study” del d.r Campbel può far chiarezza, ma bisognerebbe leggerlo!
Ci sono molti altri libri e nutrizionisti che sostengono una tesi diversa e forse sono più attendibili
Si so bene che ci sono altri esperti che sostengono tesi diverse, e so anche perché!! È proprio questa ambivalenza che crea confusione e disinformazione. So come funziona il sistema che determina tutto ciò e i motivi che ci sono dietro. L’obiettivo non è informarci, ma fare in modo che facciamo certe scelte, e funziona!! Disinformazione di massa.
CONSIDERAZIONI ETICHE:
Tuttii piu’ recenti studi di neuroetica e di etologia cognitiva dimostrano senza ombra di dubbio che mammiferi, uccelli e persino pesci sono esseri senzienti, coscienti, hanno memoria, percezioni ,ricordi, una vita emozionale, sono in grado di affettivita’ ed hanno aspettative: quindi con caratteristiche emotive e cognitive pari e spesso maggiori di molti esseri umani definiti dal sistema giuridico”non paradigmatici” come persone con gravi lesioni cerebrali, infanti,persone in stato vegetativo ecc. (bibliografia disponibile a richiesta). La sofferenza e l uccisione di animali non umani per futili motivi non risulta quindi piu’ eticamente accettabile .
CONSIDERAZIONI DI SALUTE
Sono centinaia gli studi che mostrano le ralazione tra consumo di prodotti di origine animali e malattie cardiovascolari, cancro, diabete tipo 2, sindrome metabolica, sindrome acidificante, obesita’. Tutti gli studi su un ‘alimentazione vegetariana e vegana mostrano per contro una riduzione dell incidenza di dette patologie. ( bibliografia tratta da Pub med a richiesta, vedere anche Quaderni della Fondazione Veronesi:” Vegetarianesimo: una scelta etica, di salute , di gusto”)
Vedere inoltre rapporti Fao tra malattie del bestiame e malattie dell uomo
Vedere inoltre rapporti tra utilizzo di antibiotici, anabolizzanti, beta bloccanti negli allevamenti e patologie uomo.
CONSIDERAZIONI AMBIENTALI
Vedere le relazioni sugli impatti ambientali del consumo di prodotti di origine animale : Water Foodprint, Carbon Foodprint,Nitrogen Foodprint, Ecological Foodprint degli allevamenti. Vedere gli impatti delle deiezioni sull inqinamento degli ecosistemi. Vedere il rapporto tra indici di conversione per produrre un kg di proteine animali e kg di proteine vegetali. Vedere lyfe cycle assestament.
CONSIDERAZIONI ECONOMICHE DEI CONSUMATORI
Vedere i costi al consumatore delle Piramidi Alimentari : un esempio quella della Barilla ma ce ne sono molte altre: il conti della spesa risultano inferiori per i vegetariani e vegani.
CONCLUSIONI
Vegani e vegetariani sono persone innanzitutto empatiche: sensibili alla sofferenza di altri esseri senzienti, che mettendo sul piatto della bilancia da una parte le enormi sofferenze inflitte agli animali e dall altra la mera esigenza di il palato (visto che mangiare carne è dimostrato non essere necessario per la salute ..anzi.. ) decidono con sensibilita’ la prima opzione… Sono persone preparate dal punto di vista medico, sono persone attente moralmente ai diritti delle generazioni future ad un mondo vivibile ecologicamente e soprattutto ETICAMENTE
Tra tanti testi consiglio: ” TRATTATO DI BIODIRITTO- LA QUESTIONE ANIMALE ” di Stefano Rodota’ Paolo Zatti .Giuffre’ Editore
Un saluto
Dott Bodrero Fabio Valerio
grazie per la risposta….voi dite tutto quello che vorrei dire io….che vivo tutto questo soprattutto con il cuore ma non ne so spiegare le ragioni, come non mettere degli animali che si amano nel proprio piatto G R A Z I E
Nell’epoca in cui l’analfabetismo del mondo occidentale é veramente basso e l’informazione a portata di smartphone… trovo alcuni commenti (rispettabilissimi) ma frutto di scarsa informazione e comunque di opinioni personali del “secondo me…” piuttosto che di valutazioni fondate su dati scientifici.
Chi decide la scelta vegetariana o vegana , lo fa soprattutto per ragioni etiche oltre che ambientaliste e poi slutiste.
Gli esseri viventi “animali” che abitano il Pianeta sono “forse”meno intelligenti, ma utilizzano gli stessi organi per vivere, gioiscono per la nascita dei loro cuccioli e soffrono come noi…hanno il vantaggio di essere più leali e riconoscenti di noi.
Per gli amanti delle “proteine nobili” i legumi e non solo, forniscono a parità di peso una percentuale molto più alta con minore impiego di risorse energetiche e con minori controindicazioni, ma soprattutto più a buon mercatro e snza procurare alcuna sofferenza.
Gli esseri viventi terrestri più potenti e longevi della Terra sono completamente vegani e gli sportivi al livello agonistico più performanti lo sono altrettanto.
Per quanto riguarda il commento del lettore che assume un attegiamento più polemico sull’ecosostenibilità….beh direi che sono i gesti dei singoli uomini che assieme a quelli degli altri che la pensano allo stesso modo che permettono le grandi rivoluzioni….
Ho trovato commenti in cui qualcuno afferma che per intraprendere un determinato stile di vita bisogna essere colti, informati, avere un livello di istruzione adeguato, fare un lavoro leggero…ultimo ma non ultimo essere ricchi.
Non ho un titolo di studio “elevato”, non faccio un lavoro leggero e non sono ricco…eppure garantisco a chi non la pensa come me che mi informo perchè sono curioso, con l’alimentazione a base vegetale sono moto più prestante al lavoro ed in genere nella vita e risparmio perchè un kg di fagioli costa moto meno di un kg di carne pollo o pesce.
Credo che il problema nasca dal fatto che a tutt’oggi siamo una minoranza in forte aumento per fortuna. Molte persone non sono pronte o comunque disposte a difendere le idee in cui credono e si lasciano smontare facilmente da chi afferma che il veggie o vegan è la moda del momento,Solo per paura di sentirsi anticonformista in una società di cloni!
Invito tutti indipendentemente dalle proprie idee ad acquisire maggiori informazioni prima di esprimere opinioni che risultano abbsatanza infondate comprese quelle della medicina ufficiale…che da un lato dice che la carne va mangiata…e dall’altra ammette che ci sia un nesso tra mote patologie e l’alimentazione basata su prodotti animali!!! chi dice la verità!? (qualcuno dice non esagera ed ha risolto il problema)
La verità é in rete e non solo le risposte sono davanti a noi, bisogna solo avere un pizzico di pazienza per cercarla è tutto verificabile… farsi un’idea più precisa ed essere pronto a difendere quegli ideali.
Vi saluto con un pensiero di Gandhi
“Vivi e rispetta le regole del mondo che vorresti…”
Ho delle perplesità sul fatto che gli sportivi agonisti più performanti siano veg.
Articolo interessante che mostra che le prestazioni di atleti vegani sono comparabili con quelli non vegani soprattutto per sport di resistenza come maratona.Differenze si notano solo in sport che richiedono grande masse muscolari come body building ma viene specificato che in ogni caso in questi sport, per la produzione di masse muscolari cosi’ elevate il consumo di proteine è in ogni caso troppo elevato per la salute dell apparato cardiovascolare, renale ecc rispetto all assunzione stabilita dalle linee guida in campo medico.
FUHRMAN, J. and D.M. FERRERI. Fueling the vegetarian (vegan) athlete. Curr. Sports Med. Rep., Vol. 9, No. 4, pp. 233Y241,
2010.
Un saluto
Dott Bodrero Fabio Valerio
Affermare che le performance possono essere simili è diverso dal dire che gli sportivi agonisti più performanti sono veg
Buongiorno, sono un biologo nutrizionista, mi occupo di diete vegetariane da circa vent’anni. Queste percentuali che vengono presentate da vari istituti di ricerca, secondo me, lasciano il tempo che trovano. L’8% significa quasi 5 milioni di italiani (compresi gli anziani che, in larga parte, fino a poco tempo fa, non sapevano neanche chi fossero i vegani). Questi sondaggi hanno lo stesso valore di quelli che predicono (fallendo quasi regolarmente) i risultati elettorali! Quand’è che in Italia ci sarà un dibattito pubblico sulla scientificità e, quindi, la validità di questi sondaggi che poi orientano anche le scelte di politici e governanti?
Poi, mi occupo, in particolare, di alimentazione e sport: rispetto il parere del dr. Bodrero, ma ha ragione il dr. La Pira. Al momento, non c’è alcuna evidenza scientifica che una dieta veg siamo meglio per gli atleti e, anche per quanto riguarda l’assunzione di proteine, fino a 2-2.5 g/kg peso/die non sembrano esserci pericoli per la salute di soggetti in salute, anche se i livelli di assunzione raccomandati sono inferiori.
cordialmente
Iacopo Bertini
Gentile Elisabetta, mi pare che lei non abbia capito assolutamente il senso del mio intervento, quindi la invito caldamente a rileggerlo.
Ho spiegato semplicemente che il rispetto per l’ambiente è trasversale al dualismo vegetariano-onnivoro. L’esempio delle fragole a Gennaio aveva come obiettivo quello di mostrare come le scelte nutrizionali sconvenienti da un punto di vista ecologico siano indipendenti dal particolare tipo di dieta.
Gentile Sig. Roberto, noto con “piacere” che si è fossilizzato su un dettaglio direi irrilevante circa le prestazioni degli sportivi….senza tener conto degli altri commenti illustri , molto più quotati ed attendibili del mio.
Ciò nonostante non ritratto quanto precedentemente scritto (non me ne vorrà il Dr Fabio che ha fornito anche i riferimenti alle fonti riguardo lo sport).
Basta adoperare un semplice motore di ricerca o il più comune youtube se non ha voglia di leggere, scrivere cose del tipo: ” atleti vegetariani o vegani” e per magia Vedrà apparire una sfilza di link che La porteranno alla scoperta di un mondo. Troverà degli sportivi tra questi anche dei body builder di fama mondiale che primeggiano nelle loro discipline. Le auguro al più presto di entrare a far parte del club 😉
Saluto Lei e tutti i gentili partecipanti , ringrazio tutti per il confronto molto civile….
senza entrare nel merito dei temi su cui ci sono miriadi di studi pro o contro impatto ambientale e salute,
e stendendo un pietoso velo sui preconcetti aristotelici sulle piante,
esiste una sola verità incontrovertibile, vegetarianesimo e veganesimo come concetti sono figli del benessere,
i popoli che soffrono la fame come in questo paese fino a dopo la seconda guerra mondiale,
sono veg per obbligo e non per scelta.
Caro Roberto da anni per una serie di motivi mi occupo in maniera trasversale di cibo. volevo fare i complimenti a te ed alla vostra testata per il bellissimo lavoro, e segnalarti un bellissimo libro dal titolo il mito vegetariano di cibo, giustizia sostenibilità di lierre Keith da una visione che in buona parte condivido e soprattutto e poco political correct in questo momento “vegano”
Buonasera, avrei bisogno di una precisazione. E’ possibile avere il documento da cui sono state ricavate le informazioni esposte nell’articolo comprese le percentuali ?
Grazie
Federico
È un dato Eurispes