La classifica di Altroconsumo dei supermercati dove si spende meno: Esselunga, Ipersimply e Ipercoop. U2 e Conad per i prodotti a marchio
La classifica di Altroconsumo dei supermercati dove si spende meno: Esselunga, Ipersimply e Ipercoop. U2 e Conad per i prodotti a marchio
Redazione 21 Settembre 2016Come ogni anno Altroconsumo pubblica la classifica dei supermercati dove si spende meno. La rivista ha visitato 922 punti vendita in 67 città e ha raccolto oltre 1 milione di prezzi per stabilire qual è l’insegna dove conviene fare la spesa. La classifica per chi mette nel carrello sia prodotti di marca sia articoli più economici vede in testa cinque insegne: Esselunga insieme a Ipersimply seguita da Ipercoop, Conad Ipermercato e Bennet (vedi tabella a lato). Il consiglio per le persone che abitualmente si orientano sui prodotti con il marchio del supermercato (quelli con il logo della catena di vendita) è di scegliere U2 e gli ipermercati Conad (vedi tabella sotto). Chi invece è abituato a comprare negli hard discount la catena più conveniente è Eurospin. Secondo la rivista considerando la spesa media annuale di una famiglia italiana (6.320 euro), la scelta del punto vendita più economico della propria città permette di risparmiare anche 1.500 euro.
Ma vediamo gli esempi. Una persona single con una spesa annuale di 4100 euro potrebbe scendere a 2800 selezionando prodotti a marchio commerciale e dimezzare la cifra recandosi solo negli hard discount (vedi tabella). Una coppia senza figli (budget annuale 6.500 euro) ridurrebbe l’importo di oltre 2.100 euro con i prodotti a marchio commerciale e lo dimezzerebbe recandosi al discount. Una famiglia di quattro persone che spende mediamente 8.600 euro comprando prodotti di marca, se si orienta sui articoli a marchio commerciale risparmierebbe oltre 2.800 euro mentre al discount ridurrebbe le uscite annuali di oltre 4.600 euro.
Non ha senso fare una classifica di convenienza a livello nazionale, i prezzi non sono gli stessi in tutta italia, spesso le aziende non sono le stesse, ad esempio Ipercoop è un marchio gestito da società diverse a seconda delle regioni.
Scusate ma in classifica non e’ presente la catena Eurospin, com’e’ possibile?
Noi siamo in 3, mamma, e 2 figli grandi. Spendiamo 6500€ all’anno, compriamo tutto al Conad, compriamo prodotti ultracostosi, biologici, strani o esclusivi, pesce, tutti i prodotti più costosi. Non mangiamo dolci e non siamo viziati di schifezze, mangiamo sanissimo. Poi vengo qui e leggo che una coppia senza figli spende 6500€. A me gli italiani fanno sempre più ridere. Noi con quei soldi ci mangiamo in 3, abbiamo abitudini molto più salutistiche di quelle italiane ed andiamo al Conad che tra tutti gli store si posiziona poco sopra metà classifica.
Mangiate con meno di 6 euro al giorno a testa? A meno di non fare grandissime economie e farsi molte cose in casa è molto difficile. Io e la mia convivente siamo sui 10 € al giorno, scendere richiederebbe sacrifici e soprattutto tempo.
Sig. Lorenzo, certo che è possibile spendere così poco al giorno a testa. Basta usare una cosa antica: il buon senso.. preferire il formato famiglia, acquistare frutta e verdura dal contadino, e prodotti alimentari direttamente dal produttore/allevatore/pescatore o mercati rionali. Detersivi home made a base di Marsiglia, aceto e bicarbonato. E soprattutto crearsi i pasti in casa, da un semplice succo, al pane, alla pasta, alla torta.. secondo lei, tempo di guerra, i nostri avi, come avranno fatto? con un uovo per 10 commensali e 4 pugni di polenta??? buona vita!
Non ho mai capito perchè si debba scegliere sempre quello che costa meno .
Poi ci lamentiamo che le filiere non sono giustamente remunerate.
Vuol dire che il meno caro sarà quello che “strozza” di più i fornitori. Contenti voi…
@Lorenzo:
un piatto di pasta al pomodoro fatta in casa costa 25 cent… Se si comprano gli spaghetti De cecco. Se ti fai la pasta tu e i passati usi quelli della nonna anche meno.
Son 2 anni che io non vado più dal fornaio. Ho anche smesso di prendere le chips nel sacchetto e tante altre cosucce.
Anche il tempo è un costo eh…Quando torno a casa alle sette di sera non mi metto a tirare la sfoglia, Preferisco investire il poco tempo libero stando con i miei figli piuttosto che andare alla ricerca di contadini, pescatori e allevatori, farmi il detersivo…e, prima che me lo si contesti, sì ogni tanto impasto la pizza o i biscotti insieme ai miei figli perchè è comunque un’attività da fare insieme…e si può passare anche un intero pomeriggio a farlo, perchè lo scopo non è ottenere la pizza o i biscotti, ma fare qualcosa insieme ai propri figli. Diverso volerlo fare ogni giorno…
Nelle famiglie dei nostri avi la donna faceva quello nella vita; nella società di oggi, legittimamente, molte donne hanno deciso diversamente.
Poi, se c’è chi ha orario ufficio statale/parastatale dalle 9 alle 17, chi è part time, chi ha scelto di essere casalingo/a, benissimo, avete tutto il mio rispetto se decidete di investire il vostro tempo facendovi il pane, il detersivo, le torte, coltivando l’orto e allevando le galline…Non tutti possono e/o hanno voglia di farlo e non per questo devono sentirsi in difetto di buon senso
Grande Alessandro…ben detto…sei il mio idolo !
Queste indagini sono troppo limitate, riguardano solo il prezzo ‘istantaneo’ delle merci non considerando quello che è il costo protratto nel tempo (per l’ambiente per esempio..). Ci sono prodotti industriali che costano pochissimo perchè arrivano da filiere che risparmiano su tutto: coltivazione e allevamento irrispettosi di criteri ecologici, sfruttamento della manodopera a tutti livelli, ecc.. E non tengono conto della remunerazione sia dei produttori sia dei lavoratori nelle catene commerciali. Fare un’analisi completa anche di questi elementi sarebbe un lavoro molto più complesso, ma secondo me significativo.
Scusate, a me risulta che la Esselunga sia la più cara in assoluto, non so dove e quando siano stati eseguiti questi rilevamenti da Altroconsumo, forse nel periodo di “offerte” e solo per i prodotti appunto in offerta, altrimenti non è possibile. Infatti, le poche volte che io e mia moglie andiamo a fare la spesa alla Esselunga della nostra città, a certi prodotti non ti puoi neanche avvicinare, quindi compriamo quasi sempre solo prodotti in offerta. Altro discorso è la qualità dei prodotti freschi, mentre gli altri sono ormai uguali ovunque.
A Genova purtroppo impera la Coop, c’è poco spazio per altre catene di supermercati sia per motivi di spazio sia per volontà politica. Qualche marchio è presente (vedi Basko e Carrefour) ma le distanze dal luogo di residenza aumentano, quindi la scelta diventa obbligata. Oltre all’Ipercoop faccio spesso la spesa nei punti vendita Lidl in quanto molto vicini a casa e devo dire che i prezzi sono molto competitivi e la qualita è buona. Massimo ha ragione, infatti gli stessi prodotti acquistatati nelle Ipercoop genovesi sono più cari rispetto a quelli milanesi.
non ha senso comparare su scala nazionale le insegne. ogni territorio, anzi, ogni città ha delle politiche prezzo diverse dettate dal mercato e dalla concorrenza. così come non ha senso mettere in relazione nella stessa classifica punti vendita di metrature diverse ( ipermercati da 10.000 mq con negozi di vicinato da neanche 1.000). così come ci sono insegne che praticano edlp mentre altre che mitigano un prezzo continuativo più alto con offerte più aggressive.
è una “classifica” che va bene farla, ma se si legge senza interpretarla diventa forviante.
Per spendere meno si può prendere in considerazione i vari salvatempo con totalizzatore di spesa oltre alle offerte e i prodotti a marchio grande distribuzione. Per quanto mi riguarda spesso ci sono prodotti di marche sconosciute che sono di gusto discutibile . Meglio poco ma buono!