Sicurezza alimentare scatta allerta listeria nelle Marche e in Umbria non consumare i salumi contaminati. L’azienda Monsano sospende attività
Sicurezza alimentare scatta allerta listeria nelle Marche e in Umbria non consumare i salumi contaminati. L’azienda Monsano sospende attività
Roberto La Pira 5 Febbraio 2016Il Ministero della salute invita a scopo precauzionale a non consumare tutte le tipologie di prodotti della ditta Salumificio Monsano srl di Monsano (AN) (CE IT 1523 L), via Toscana n. 27 eventualmente in loro possesso. Il provvedimento rientra nell’ambito delle azioni per la sicurezza alimentare ed è stato deciso in relazione a casi di Listeriosi umana avvenuti nelle Regioni Marche e Umbria (causati dallo stesso ceppo di Listeria monocytogenes riscontrata su un successivo campione di alimento sospetto). Il Ministero della salute avvisa i consumatori che il prodotto denominato “Coppa di Testa” lotto n. 51209 con scadenza 09/01/2016, del Salumificio Monsano è risultato contaminato. Dal canto suo il Salumificio Monsano ha diramato successivamente un comunicato dove indica altri quattro lotti: n°60111 con scadenza 11/02/2016, n°60112 con scadenza 12/02/2016, n°60118 con scadenza 18/02/2015 e n° 60126 con scadenza 26/02=2016 (vedi foto sotto).
Le Autorità competenti della Regione Marche, dopo un sopralluogo effettuato presso la ditta Salumificio Monsano srl, hanno sospeso l’attività produttiva dello stabilimento e la vendita di tutte le tipologie di alimenti, in quanto Listeria monocytogenes è un germe che contamina l’ambiente e, pertanto, anche gli altri prodotti dello stesso stabilimento potrebbero essere a rischio. La listeriosi è particolarmente pericolosa per le persone immunodepresse, malati di cancro, diabete, Aids, persone anziane, neonati e donne in gravidanza.
Che cos’è la listeria (scheda a cura dell’Istituto Zooprofilattico delle Venezie)
La Listeria monocytogenes è un batterio Gram-positivo, ubiquitario nell’ambiente e presente in numerose specie animali (mammiferi, uccelli, pesci). È stato dimostrato che ogni prodotto alimentare fresco di origine animale o vegetale possa essere contaminato da concentrazioni variabili di L. monocytogenes. In generale, il microrganismo è stato isolato in: latte crudo, formaggi molli, carne fresca e congelata, pollame, prodotti ittici e prodotti ortofrutticoli. A differenza di altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C), per questo motivo la temperatura di refrigerazione a cui vengono conservati gli alimenti (4°C) non ne contrasta la moltiplicazione, rendendone indispensabile il controllo durante la produzione degli alimenti.
La listeriosi può assumere due forme:
– diarroica, più tipica delle tossinfezioni alimentari, che si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione;
– invasiva o sistemica, che attraverso i tessuti intestinali e il flusso sanguigno si diffonde sviluppando forme più acute di sepsi, encefaliti e meningiti. In questo caso, tra l’ingestione del cibo a rischio e la manifestazione dei sintomi possono passare anche periodi di tempo piuttosto consistenti, talvolta fino a 90 giorni.
I soggetti adulti sani possono contrarre la listeriosi nella sua forma diarroica, soprattutto in seguito ad ingestione di alimenti altamente contaminati dai batteri. I soggetti più a rischio per la forma sistemica, più grave, sono i pazienti immunodepressi o affetti da malattie croniche. Anche le donne in gravidanza presentano un elevato rischio di contrarre l’infezione materno-fetale e perinatale, con rischio di aborto, nascita prematura o morte del feto.
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Giornalista professionista, direttore de Il Fatto Alimentare. Laureato in Scienze delle preparazioni alimentari ha diretto il mensile Altroconsumo e maturato una lunga esperienza come free lance con diverse testate (Corriere della sera, la Stampa, Espresso, Panorama, Focus…). Ha collaborato con il programma Mi manda Lubrano di Rai 3 e Consumi & consumi di RaiNews 24